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Videogiochi: sì o no? Ecco cosa consiglia la psicologa

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Videogiochi sì o no?
Che bella domanda vero? Ovviamente la risposta non può essere sintetizzata in un sì o un no.
Dipende dai giochi!

Io ho sempre cercato di ridurre al massimo l’uso di dispositivi elettronici in casa. Concedo ai miei figli pochissima tv, pochissimi giochi elettronici su tablet e consolle varie, pur avendo in casa praticamente tutto!
Ho sempre cercato di favorire i giochi manuali, i giochi di fantasia, i travestimenti. E loro due giocano moltissimo insieme.  Ma quando gli capita di guardare la tv o di giocare con i videogames sembrano catturati, completamente assorbiti. Non esiste più nulla. Staccarli diventa difficile. Vorrebbero fare solo quello ad oltranza.
“Ancora un po’”. “Questo è l’ultimo”, “Solo un altro minuto…”

Come per tutte le cose credo che il giusto sia nel mezzo. Ma quali sono i videogiochi “educativi” e quali invece quelli che dovremmo evitare? Di questo ci parla oggi la nostra psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli:“Nel precedente articolo ci siamo soffermati sull’importanza del gioco per il bambino, ma appositamente non ho voluto citare i videogiochi, argomento che ritengo debba essere trattato a sé e con maggiore spazio e approfondimento.
Inizio subito con il chiedervi: “Secondo voi, che tipo di influenza hanno i famosi  videogames sui nostri figli?”

Il gioco è, come abbiamo detto settimana scorsa, una spinta innata verso le conoscenza del mondo intorno a sé.

Nel corso della vita assume diverse caratteristiche, il bambino inizia il suo percorso con giochi senso-motori che lo aiutano ad apprendere l’uso del proprio corpo e degli strumenti che possono modificare le relazioni con gli oggetti.

Successivamente è attraverso il gioco simbolico (far finta di) che il bimbo arriva a sviluppare le prime caratteristiche della propria personalità e di come ci si relaziona con le altre persone. I giochi di ruolo sono quindi una palestra naturale per sviluppare le prime interazioni sociali e le capacità di inserimento sociale. Crescendo, gli impegni scolastici e altre attività occupano sempre di più il tempo del bambino ed il gioco viene visto come momento per scaricare la tensione e recuperare le energie. L’utilizzo dei videogiochi è spesso determinato dall’attrazione delle nuove possibilità tecnologiche che la società ci offre e che appassiona non solo i bambini, ma anche molti adulti. Giochi ambientati nelle più disparate epoche storiche e situati in differenti luoghi della terra, ricchi di particolari, talmente ben curati da sembrare reali. Giochi che richiedono la pianificazione di azioni e la permanenza davanti allo schermo di parecchie ore.

Molto spesso i genitori mi chiedono cosa ne penso dei videogiochi e se ci sono prove che davvero fanno male al cervello dei bambini.

Non è facile dare una risposta precisa a questa domanda. Numerose ricerche hanno dimostrato sia gli effetti positivi che quelli negativi. Le ricerche hanno evidenziato che i videogiochi aumentano la velocità di riflessi e la capacità di reazione; possono stimolare la comprensione della trama e dei compiti da svolgere, sostengono il pensiero induttivo e rappresentazionale. Aiutano a sviluppare obiettivi a lungo termine, prendere decisioni ed affrontare difficoltà.

Negli ultimi anni sono stati sviluppati molti giochi a scopo educativo, che aiutano anche nella riabilitazione dei disturbi specifici dell’apprendimento (es. dislessia). Questi favoriscono apprendimenti specifici su alcune tematiche, aiutano ad ampliare il vocabolario del bambino, favoriscono gli apprendimenti scolastici.

Alcuni software addirittura aiutano il bambino a gestire paure, incoraggiano l’interazione sociale e l’autoregolazione del proprio comportamento. Questi giochi sono sicuramente preferibili a quelli spesso in commercio nella grande distribuzione che in genere stimolano poco la concentrazione. Il cervello è continuamente attivato da stimoli veloci che richiedono un comportamento immediato e non riflessivo. Spesso inoltre raccontano storie violente, richiedono comportamenti aggressivi oppure affrontano un modo molto lontano dalla realtà.

 Il pericolo di questi videogiochi è che diventino un surrogato della realtà, che possono generare bassa autostima, sviluppare paure e innescare comportamenti antisociali.

Per prevenire i rischi legati all’uso dei videogiochi è consigliabile:

1) Scegliere accuratamente il gioco da proporre al proprio figlio: favorire giochi didattici che stimolano la concentrazione ed il ragionamento logico. Individuare quelli che sviluppano dei comportamenti sociali adeguati. Preferire quelli che coinvolgono anche altri bambini per favorire le relazioni sociali.

2) Limitare il tempo impiegato nell’uso dei videogiochi, dare regole sul tempo e che questo sia sempre supervisionato dai genitori. Come abitudine effettuare delle brevi e frequenti pause.

3) E’ importante rielaborare insieme al bambino il contenuto del videogioco, per aiutarlo a distinguere ciò che è reale da ciò che è fantasia. Discutere sul comportamento messo in atto nel videogioco e far capire che i modelli proposti, a volte, non sono in linea con il comportamento atteso nella realtà”.

 

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Francesca Santarelli è in libreria con il libro “Mamme No Panic”, scritto a quattro mani con Giuliana Arena

 

 

 

 

 

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