Viva la Mamma

Quando l’ansia dei neo genitori diventa ossessione

picture of happy mother with baby over white

 

Le neo-mamme ce le immaginiamo tutte così: felici, sorridenti e con il loro bebè a stretto contatto.
Ma a volte, purtroppo, la realtà si discosta dalla immaginazione e dai racconti delle altre neo-mamme.
I neo-genitori possono essere pervasi da un senso di inadeguatezza e di incertezza che li porta a vivere questo momento che dovrebbe essere “magico” con un carico d’ansia insostenibile.
E nei casi più gravi quest’ansia si trasforma in ossessione.
Allora che fare?
Di questo ci parla oggi la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
Ecco cosa ci dice:

 

“Per alcuni genitori (madri e padri allo stesso modo), la nuova condizione genitoriale può innescare qualcosa in più di una forma di ansia, può cioè diventare un disturbo ossessivo-compulsivo post-partum, ovvero un disturbo d’ansia sorprendentemente comune che è associato a pensieri, immagini o impulsi violenti e inquietanti. I sintomi possono iniziare improvvisamente dopo l’arrivo del neonato a casa, oppure sintomi preesistenti possono essere esasperati dalle nuove responsabilità genitoriali.

Le ossessioni aggressive e le ossessioni sessuali sono particolarmente comuni. In particolare, le prime possono comprendere la paura di causare danni intenzionali o accidentali al neonato.
Si immagini che una madre di un neonato con frequenti coliche, frustrata dal pianto del suo bambino, abbia l’immagine mentale di se stessa che lo getta giù per le scale o dalla finestra. Questo pensiero arriva in modo imprevisto e viene percepito come pericoloso, sconvolgendo in maniera significativa la donna, che può iniziare a pensare: «Perché ho questo pensiero? Questo significa che potrei far del male al mio bambino? Cosa succederebbe se perdessi il controllo e dovessi davvero buttare il mio bambino giù per le scale? Le madri non dovrebbero avere pensieri come questo”. In risposta a questi pensieri, eviterà di andare vicino alle scale mentre tiene in braccio il suo bambino o inizierà a tenerlo molto stretto ogni qualvolta vi si avvicina.

Un altro comune sintomo di disturbo ossessivo post-partum è la ricorrente e intrusiva preoccupazione che qualcosa di brutto possa accadere al bambino. Ad esempio, un genitore può avere pensieri ricorrenti o immagini intrusive del piccolo che soffoca o si strozza nella sua culla e può pensare: “E’ mia responsabilità prevenire ogni danno che potrebbe accadere a mio figlio. Se ho un pensiero del genere, è importante che controlli ogni volta solo per assicurarmi che mio figlio stia bene. Dopo tutto, questo è quello che dovrebbe fare un buon genitore. Se temo cose del genere e non controllo, accadrà qualcosa di brutto e la morte del mio bambino sarà tutta colpa mia”. In risposta a questi pensieri, è possibile che il genitore effettui numerosi controlli per assicurarsi che il bambino stia bene. Questi possono verificarsi diverse centinaia di volte al giorno. Ogni volta che un nuovo dubbio si insinua, il genitore si sente obbligato a controllare di nuovo, solo per rassicurarsi.

Un terzo sintomo molto comune del disturbo ossessivo-compulsivo post-partum implica la presenza di pensieri sessuali indesiderati sul proprio figlio. Questi si verificano solitamente durante il cambio del pannolino o durante il bagnetto e possono consistere in pensieri (es. “Cosa succederebbe se toccassi il mio bambino in modo inappropriato? E se ne fossi eccitato?”), immagini sessuali che coinvolgono il bambino o impulsi ad agire in modo sessualmente inadeguato. Un padre con questo tipo di ossessioni, ad esempio, potrebbe pensare: “Che tipo di persona ha pensieri come questo? Questo significa che sono un pedofilo o che potrei essere in grado di molestare mio figlio? Sono pensieri malati. Non dovrei avere pensieri come questo”. In risposta a tali pensieri indesiderati, il padre potrebbe cominciare a evitare il bambino. L’evitamento può essere particolarmente evidente rispetto a quelle situazioni in cui è possibile vedere il bambino nudo (ad esempio, durante il cambio del pannolino, mentre fa il bagnetto, nel cambio dei vestiti). I genitori con ossessioni sessuali post-partum spesso evitano il contatto fisico con il bambino (ad esempio, abbracciare il bambino, tenere il bambino seduto sulle ginocchia) o stare da solo con il bambino.

Negli esempi precedenti, un pensiero spontaneo e inaspettato dà luogo al timore che il genitore possa rappresentare una minaccia per il bambino o che possa agire in maniera tale da metterlo a rischio. I genitori con disturbo ossessivo-compulsivo post-partum non hanno alcun desiderio o intenzione di nuocere al piccolo, però la comparsa di un pensiero indesiderato o minaccioso li porta a mettere in discussione le proprie intenzioni, la propria morale o la propria idoneità a svolgere il ruolo di genitore .
Nonostante questi timori, il disturbo ossessivo post-parto non è associato a un incremento del rischio di far del male ai bambini o neonati. Come per tutte le forme di disturbo ossessivo-compulsivo, anche questo tipo di disturbo comprende rituali e comportamenti di evitamento in risposta alle ossessioni, quali ad esempio comportamenti di controllo, comportamenti di lavaggio, di evitamento situazionale e rituali mentali. Questi comportamenti mantengono i sintomi del disturbo, perché impediscono la disconferma delle credenze errate correlate alle ossessioni stesse.
Dato il modo in cui il disturbo ossessivo-compulsivo post-partum funziona, più intensamente il genitore esamina i pensieri indesiderati, più aggrava il proprio disturbo. Quanto più la persona cerca di capire il motivo per il quale compaiono questi pensieri, o cerca il modo di farli cessare, più frequentemente il pensiero si ripresenterà. I genitori che soffrono di un grave disturbo ossessivo-compulsivo post-partum possono avere pensieri indesiderati riguardanti il proprio bambino quasi costanti. I sintomi possono causare nel genitore il terrore di passare del tempo con il bambino, e questo può incidere sul legame e può devastare la relazione padre/madre-figlio.

Poiché le ossessioni aggressive e le ossessioni sessuali sono in netto contrasto con quanto i nuovi genitori sentono di “dover” provare, i sintomi del disturbo ossessivo sono spesso causa di una grande quantità di senso di colpa, vergogna e confusione. A causa della natura dei sintomi, il disturbo ossessivo-compulsivo post-partum si traduce spesso in un estremo isolamento, alienazione e depressione ed a volte è un fattore scatenante per la separazione o il divorzio dei genitori.

Anche se molte persone sono a conoscenza dell’esistenza della depressione post-partum, pochissimi hanno familiarità con il disturbo ossessivo post-partum, che però colpisce circa il 2,6 % delle madri. I sintomi di questo disturbo possono risultare così inquietanti che soltanto pochi riescono ad esprimersi chiaramente riguardo a quello che stanno vivendo. Temono gli sguardi di orrore e disgusto dei propri cari, la possibilità che possano essergli portati via i figli, o che i medici possano decretare che sono “pazzi” e ricoverarli.
La realtà è che, proprio come le altre forme di disturbo ossessivo-compulsivo, anche quello post-partum è curabile. Il trattamento di prima scelta è la terapia cognitivo-comportamentale, che prevede tecniche progettate espressamente per i sintomi di questo tipo”.

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Francesca Santarelli è in libreria con il libro “Mamme No Panic”, scritto a quattro mani con Giuliana Arena.

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