Viva la Mamma

Insegniamo ai nostri figli ad essere contenti delle piccole cose

vacanze_con_bambini-300x196La felicità è nelle piccole cose.
Solo che spesso, accecati dal consumismo e da quello che la realtà di ogni giorno ci mette sotto gli occhi, ce ne dimentichiamo.
E ancora peggio, non trasmettiamo questi valori ai nostri figli.
Mille richieste: l’ultimo videogames, l’ultimo gioco sul mercato, la bambola più sfarzosa,…
Ciò che invece ci dobbiamo sforzare di insegnare ai bambini è che si può essere felici con poco.

Come?

La psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli, oggi ci dà preziosi consigli su come fare:

“La nostra ci appare spesso come una società dove tutto ruota intorno al desiderio di accaparrarsi i beni di consumo: possiamo, allora, educare i nostri figli a vivere con semplicità? E soprattutto, a essere soddisfatti? Non solo è possibile, ma anche necessario, come allenamento a una vita adulta pagante equilibrata. Dove accontentarsi significhi saper apprezzare ciò che si ha, qui e ora, e gustarlo in tutte le sue sfumature. Semplicità vuol dire circondarsi di relazioni anziché di cose, per imparare ad apprezzare il valore aggiunto di ogni aspetto della vita umana, che sta nel rapporto con gli altri.

In questo senso, i bambini scoprono presto che è meglio una merenda in casa con pane e marmellata, ma in compagnia degli amici, che un pomeriggio in pasticceria da soli. Bisogna solo permettere loro di sperimentare, offrendo occasioni di condivisione, aprendo la propria casa anche a inviti dell’ultimo minuto. Saper stare con gli altri in modo sobrio e diretto, (senza gli orpelli del consumo, del possesso, del dover dimostrare), aiuta anche a imparare a stare da soli. Perché la semplicità insegna a guardare dentro se stessi, senza paura per ciò che si troverà.

Non è sempre facile, soprattutto quando il bambino -per spirito di emulazione- fa confronti con i compagni i cui genitori hanno fatto scelte diverse.

E qui entra in gioco la convinzione e la coerenza dei genitori, che devono essere i primi a dare l’esempio, in modo gioioso e non punitivo. Altrimenti non funziona. Non è detto che ciò che per un adulto è “il giocattolo da sogno” rispetti realmente i gusti e le esigenze di un bambino. Si tratta di oggetti che gratificano spesso chi li compra e alleviano i sensi di colpa che assalgono tutti i genitori, ma non corrispondenti ai desideri più autentici dei più piccoli. I bambini si divertono con bastoncini di legno, pezzi di stoffa, bottoni e vecchie pantofole. Proprio perché si tratta di oggetti poco strutturati, aperti a mille interpretazioni, versatili, funzionali a quel “facciamo come se” che è il motore del gioco simbolico, fondamentale per lo sviluppo cognitivo e psichico di ogni bambino.

Io stessa come genitore ho riflettuto su queste tre situazioni in cui ci troviamo in contesti simili come quelli descritti. Ed ecco perché mi viene da suggerire piccoli consigli che tutti noi, con un po’di pazienza e organizzazione, possiamo mettere in pratica.

– Le feste di compleanno sono quelle tipiche situazioni in cui vorremmo dare a nostro figlio il massimo della gioia e della soddisfazione. Ma il compleanno migliore che possiamo regalare ai nostri figli è una festa autoprodotta, in casa o affittando una sala esterna. Merenda, giochi, spettacoli di burattini si possono organizzare in autogestione, che è parte integrante del divertimento. Dare il proprio contributo in cucina può essere un’idea ludica, magari ripartendo il lavoro tra genitori e bambini, sempre in nome di quello spirito di condivisione che dovrebbe animare una festa di compleanno. Il risultato, anche se non è perfetto, non è poi così rilevante perché al bambino interessa di più il coinvolgimento diretto dei propri familiari. Questo lo fa sentire ancora più amato, visto e importante.

Altra situazione sono i famosi regali sempre all’ultima moda, griffati, costosi. Siamo sicuri che siano così i regali ideali per i nostri figli? I bambini preferiscono oggetti semplici, ma stimolanti da reinventare ogni volta. E non dimentichiamo che un aspetto importante riguarda la quantità dei regali. Ogni desiderio presuppone un’attesa: esaudirli sempre e magari addirittura in anticipo, crea una sorta di assuefazione che ostacola il senso di appagamento e provoca il bisogno immediato di nuovi stimoli. I regali devono essere legati alle occasioni speciali, mai troppi, anzi unici perché in grado di far sentire “unico” il bimbo che li riceve. Per scegliere bene un dono , occorre la capacità di entrare nei sogni e desideri dell’altro.

Al bambino fa piacere sentirsi pensato e guardato attraverso un oggetto che rispecchia i suoi gusti.

E vogliamo infine parlare del weekend super impegnati? I bambini vivono già tutta la settimana con un calendario molto scandito.

E la stessa scuola, in questi anni, ci ha abituato ad un’offerta eccessiva di progetti. I genitori, nel fine settimana, si sentono quasi in dovere di competere con proposte più allettanti. Tutte queste attività vengono usate per “riempire” il tempo   libero del fine settimana. Ma il tempo non è un nemico, un buco nero, una foresta stregata da attraversare velocemente. È una dimensione da declinare a propria misura. Insegnare ai bambini a “stare” nel tempo, significa aiutarli a diventare padroni dei propri stati d’animo. Sapere che, come il divertimento non è eterno, anche la noia, il dolore e la rabbia passano.

Ben venga dunque il weekend in montagna, nel parco a tema o a un festival. Ma non è necessario che questo si ripeta tutte le settimane. Anzi, per essere apprezzato, è bene che resti un’eccezione. Per il resto, è sufficiente selezionare un attività di breve durata e limitarsi a quella, preferendo quando è possibile qualcosa all’aria aperta che permette ai bambini di interagire con i coetanei.

Ma riflettiamo sempre su questo aspetto prima: come stiamo noi con il tempo libero? Che rapporto abbiamo noi con la noia? Sono sicura che dopo esserci dati queste risposte, vedremo tutto con degli occhiali diversi…”

 

 

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

 

 

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