Al mare il rischio di congestioni per i bambini è dietro l’angolo: che fare?


Tre ore. Tre lunghe interminabili ore. Tanto ci faceva aspettare mia madre prima di fare un tuffo in mare dopo un lauto pranzo estivo.
Ora, lo ammetto, mi è veramente difficile convincere i miei due bambini ad aspettare tanto.

Un piccolo compromesso lo abbiamo raggiunto: possono andare in acqua ma solo giocando a riva e bagnando solo le gambe. La pancia deve rimanere “categoricamente” fuori dall’acqua.
Ma il categoricamente a volte viene bellamente baypassato!

A differenza di mia madre, che preparava gustosissimi pasti completi (primo, secondo, frutta, dolce, caffè e merende varie), io mi limito a portare sulla spiaggia dei toast, delle focaccine, succhi e frutta.
In ogni caso il rischio di congestione è dietro l’angolo.

I sintomi?  Dolori addominali, nausea, vomito, capogiri, sudorazione fredda e svenimento.

Ma cosa si può fare per evitare il rischio congestione?

A questa domanda risponde Sebastian Cristaldi, esperto di Pediatria dell’Emergenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, che all’agenzia Ansa dice: “Le regole che valgono per i bimbi come anche per gli adulti sono quelle di evitare bevande gassate e fredde, i cibi grassi e tutto ciò che fa lavorare l’intestino in modo più faticoso, preferendo invece carboidrati che si metabolizzano rapidamente, frutta e verdura e bevande fresche”.

“Mediamente, dopo il pranzo, occorre attendere dalle due alle tre ore prima di fare il bagno” aggiunge Cristaldi, rilevando che e’ tutta una questione di organizzazione del tempo, perché magari il bambino può non stare al mare nelle ore in cui deve attendere di poter entrare in acqua. Se nonostante le precauzioni si verifica una congestione e’ bene “portare il bimbo all’ombra e in un luogo possibilmente ventilato o aerato e dopo averlo disteso sollevargli le gambe di 20-30 centimetri, lasciargli più aria possibile e dargli bevande fresche o a temperatura ambiente”.

“Se la situazione è di ripresa immediata si può valutare, magari chiamando il pediatra, se fare visitare il piccolo, mentre se ha avuto una perdita di coscienza e se migliora lentamente e’ il caso di farlo visitare”.

8 risposte a “Al mare il rischio di congestioni per i bambini è dietro l’angolo: che fare?

  1. Io vivo negli Stati Uniti e qui la congestione e un mito a cui non crede nessuno. I bimbi vanno al campo estivo, pranzano e circa un’ora dopo vanno a nuotare in piscina. Non so cosa pensare ….

  2. Buonasera.
    @ SilviaFede.
    Cara sig.ra, quello che è successo la settimana scorsa a Viareggio, esattamente al Lido di Camaiore è la prova che le congestioni sono l’ultimo dei problemi. Un conflitto a fuoco in piena regola in mezzo agli ombrelloni, solo per puro caso non ha ucciso dei bagnanti, bambini compresi.Lei ha perfettamente ragione. Far crescere i nostri figli, sotto una campana di vetro non è certamente una cosa positiva ma, lasciarli liberi di sperimentare mi sembra altrettanto pericoloso. Dobbiamo rendercene conto, i tempi sono cambiati, in peggio. Scoprire cosa significa libertà, mette in serio pericolo gli stessi bambini. Dietro a ogni angolo, c’è la reale possibilità di trovare l’infame di turno. In questo periodo, abbassare la guardia non è certamente una cosa proponibile. Cara Silvia, il mio è un consiglio di padre. Non perda di vista suo figlio, nemmeno per un secondo è un lusso che non possiamo permetterci. I motivi, li conosciamo tutti. Quando si vive in un paese inaffidabile, si diventa prede di potenziali predatori. Lei mi dirà che il pessimismo non porti a nulla e su questo potrei anche essere d’accordo. La mia esperienza, mi ha portato a pensare che è meglio prevenire che curare. E agisco di conseguenza. Un abbraccio.
    Cordialmente.

  3. A parte il “baypassato!”… articolo non firmato.. scritto da una giornalista o dal figlio bambino?

    Se un genitore non riesce nemmeno a far rispettare una cosa così semplice al proprio figlio.. sta fresco per tutto il resto da grande. AUGURI.

  4. ciao a tutte/i ………… io su questo tema vado completamente contro-corrente …. anche xchè con quello ke mangiano i miei figli se gli dicessi di aspettare 3 ore prima di fare il bagno mi riderebbero in faccia … ahahahaha ……………….
    io non sono fiscale … noi mangiamo e se fa caldo bagno ….. e cmq la più a rischio sono io …. visto ke mangio più degli altri …. ma tanto io ho sempre freddo e un gran bagno nn lo faccio!!!!
    certo se il pranzo lo facciamo a casa con primo e secondo …. andiamo in spiaggia un po’ più tardi….
    però se al pomeriggio i bimbi mangiano il gelato … poi il bagno glielo faccio fare 😉

  5. @Marco: buongiorno signor Marco io lo faccio ancora con mio figlio che ha 7 anni pero’ solo nel mese di luglio quando e’ a Follonica con i nonni e noi lo raggiungiamo nel we. Li’ in spiaggia ci si conosce tutti, si hanno le case vicino da sempre, i nostri figli sono la terza generazione in spiaggia , ci sono genitori,figli e nipotini….Fede arriva al mare incontra la sua compagnia di amici e sparisce, ci avverte quando cambia posto, tipo mamma sono al bar, oppure mamma giochiamo a pallone la’ dietro e cose cosi’…per il resto piena autonomia, addirittura va in spaiggia da solo (sono circa 30 metri da casa e non deve attraversare la strada ma solo percorrere un marciapiede) un paio di minuti prima di me, si sente grande a farlo e io lo lascio fare. E’ vero che oggi il mondo e’ piu’ pericoloso , ma io non voglio far crescere mio figlio sotto una campana di vetro e quando e’ possibile lo lascio libero di sperimentare e di provare cosa significa liberta’.
    Per quanto riguarda le congestioni anche mia mamma era molto rigida ma io non lo sono altrettanto con mio figlio, in spiaggia mangiamo sempre qualcosa di leggero, come dice anche Maria, quindi se la temperatura dell’acqua e’ alta lascio che si bagni specie la testa e che giochi pure a riva ovviamente schizzandosi tutto. Non lo facico entrare completamente in acqua per un paio d’ore e poi via libera a tuffi e nuotate. I figli degli amici entrano in acqua subito dopo mangiato, hanno chiesto pareri ai loro pediatri, tutti dicono che e’ lo sbalzo termico che fa male per cui se l’acqua e’ calda non c’e’ pericolo…io sono per le vie di mezzo pero’, un po’ di paura mi e’ rimasta che sia o meno giustificata

  6. come te maria non entravo in acuqa se non dopo tre ore dal pasto, idem faccio con jacopo lui x fortuna dorme ancora la pomeriggio e quidni i problema si risolve da solo andando in spiaggia mai prima delle 17.00 ha piu che digerito, ma se fosse cmq non lo farei entrare ina cqua, al mattino infatti dopo colazione cerco di tirar tardi per lavare i denti preparare borsa x spiaggia, giretto all edicola insomma cosi almeno tiro un pochino, poi arrivati in spiaggia si fa il castello, si raccolgono conchihlie etc ma chissa xche lui riesce a bagnarsi!!!

  7. Buongiorno.
    @ Maria Nigo.
    Cara sig.ra, le congestioni che possono colpire i nostri figli in spiaggia, sicuramente sono un pericolo costante e certamente da non sottovalutare. Tenere lontano dall’acqua un bambino, dopo che ha mangiato, non è certamente un compito facile. Ma credo che questo sia l’ultimo dei problemi. Le nostre spiagge, sono diventate pericolose, per una serie di motivi che noi tutti conosciamo. Siringhe abbandonate sotto la sabbia, profilattici, pedofili che girano indisturbati, ecc. Genitori costretti a fare le guardie del corpo ai figli. Lei dirà che vedo tutto nero. Purtroppo sono le esperienze passate che mi hanno insegnato che, il mondo è cambiato e sicuramente, in peggio. Oggi crescere i figli è una continua lotta contro l’ignoto. Ai miei tempi, quando andavo al mare con i miei genitori, noi bambini sparivamo completamente dalla vista dei genitori e spesso per ore. Provi a farlo oggi. Un caro saluto.
    Cordialmente.

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