Quante volte rivolgendovi ai vostri figli, quando erano piccoli, o a dei bebè, avete usato espressioni come queste oppure quella vocina sottile…quasi stridula?
Vi siete mai chiesti perché lo fate?
Vezzeggiativi graziosi e paroline dolci e mielose fanno parte del repertorio che gli adulti sfoggiano quasi naturalmente in presenza di bebè.
Se lo fate perché tutto questo vi diverte, perché vi piace o per fare ridere il bambino…ok. Ma se il vostro intento è quello di rendere più facile la comprensione al bebè, meglio che cambiate registro.
Usare toni diversi, sillabe scandite, vocine strane e vezzeggiativi è assolutamente controproducente.
La cosa migliore è parlare con lui nello stesso modo in cui vi rivolgete agli adulti: infatti un ampio studio svolto tra Parigi e Tokyo e pubblicato sulla rivista Psychological Science dimostra che lo stile del linguaggio di mamma e papà quando si rivolgono al proprio figlioletto è tutt’altro che chiaro.
Condotto presso l’Istituto Riken giapponese e il parigino Centre National de la Recherche Scientifique, si tratta di uno studio senza precedenti basato sul confronto del linguaggio di un campione di mamme quando si rivolgevano al proprio piccolo (di 18-24 mesi) e del linguaggio usato quando invece il proprio interlocutore è un adulto.
Gli esperti hanno analizzato e confrontato tra loro la chiarezza (comprensibilità) di ore e ore di questi approcci linguistici delle mamme coi propri bimbi e con altri adulti (gli sperimentatori stessi) ed hanno visto che il contrasto sonoro tra sillabe tra loro simili e quindi facili ad essere confuse (come ‘ba’ e ‘pa’) – indice di comprensibilità – è in realtà maggiore quando ci si rivolge a un adulto che non quando ci si rivolge a un bimbo piccolo. In altri termini una frase pronunciata con voce cantilenante e scandendo bene le parole, magari accentuando i suoni, è meno comprensibile della stessa frase pronunciata normalmente senza tutti questi infantili adattamenti.
Quindi da domani se incontrate un bebè… rivolgetevi pure a lui come ad un adulto… ma senza chiedergli se desidera un bicchiere di birra o un grappino 🙂