Sembra il titolo di un film e invece è pura realtà. A circa 7 mesi dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha reso possibile anche in Italia la fecondazione eterologa, la disponibilità di gameti, soprattutto ovociti femminili, è limitatissima per mancanza di donazioni e si sta registrando un vero ‘boom’ di
richieste di gameti provenienti dall’estero.
Insomma manca la materia prima.
E per far fronte a questa carenza, stanno partendo i primi contratti scientifici di collaborazione con centri e banche europee di gameti. Lo ha affermato Elisabetta Coccia, presidente di Cecos Italia (l’associazione che raggruppa i maggiori Centri italiani privati e convenzionati di fecondazione assistita).
“La gran parte dei 21 centri Cecos sta chiudendo, proprio in questi giorni, accordi di collaborazione con diversi centri e banche autorizzate europee e nelle prossime settimane – annuncia Gianni Baldini, responsabile dell’ufficio legale Cecos – arriveranno i primi lotti di gameti”.
Alcune cliniche, almeno 12, hanno già chiuso i contratti, e con i gameti ‘esteri’ già giunti è stata ottenuta una prima gravidanza confermata. Anche il policlinico Careggi di Firenze, uno dei pochi centri pubblici dove è partita l’eterologa, annuncia Coccia, “ha appena chiuso 4 contratti con banche europee, 2 spagnole e due del nord Europa, dopo aver pubblicato un bando pubblico di avviso di interesse cui hanno risposto vari centri certificati europei”.
Il punto, spiega Coccia, “è che la donazione di ovociti da parte di donne che fanno la fecondazione omologa, ovvero l’egg-sharing, non è sufficiente ed in Italia non si hanno al momento donazioni volontarie. La scelta degli accordi con l’estero rimane quindi, al momento, l’unica strada possibile per garantire l’eterologa nel nostro Paese”.