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La rabbia nei bambini molto piccoli: come gestirla? La psicologa

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Anche i bambini molto piccoli possono manifestare rabbia.
Cosa devono fare in quel caso mamma e papà?

Continuiamo con la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli, il viaggio tra le emozioni dei bambini. La volta scorsa abbiamo esaminato la gioia e la sorpresa, oggi parliamo invece di rabbia e di curiosità.

Ecco cosa ci dice la dottoressa Santarelli:


“Ciao mamme, dopo la gioia e la sorpresa, eccoci al terzo appuntamento con le emozioni dei nostri cuccioli, che altro non vuole che dare spunti di riflessioni per decodificare e gestire delle reazioni emotive spesso non riconosciute.

Oggi parliamo della rabbia e dell’interesse.

Dott.ssa Francesca Santarelli

RABBIA:
La rabbia è un’emozione che compare verso i 4 mesi e si manifesta con una postura rigida, gli occhi aperti, i muscoli tesi e un pianto violento che diminuisce progressivamente. Gli occhi, di solito, sono mezzi chiusi in bocca aperta.

Il bambino si arrabbia quando gli viene impedito di muoversi oppure gli viene tolto un oggetto che stava male manipolando.
Verso gli otto mesi la reazione di rabbia diventa più complessa e serve, per esempio, a manifestare altri sentimenti,come la gelosia.
I miei colleghi ricercatori hanno filmato la reazione del bambino la cui mamma finge di coccolare un bambolotto: prima cerca di attirare l’attenzione su di sé, e in caso di insuccesso, si esprime con il pianto e la frustrazione.
Quello che consiglio per la mamma e papà è di pensare a quanto sia importante imparare ad affrontare anche le piccoli frustrazioni. Ma è anche importante che un bambino non venga lasciato solo ad elaborare pensando “tanto poi ti passa!”.
Le emozioni vanno verbalizzate con frasi del tipo: “so che sei arrabbiato, ma adesso possiamo giocare (oppure fare il bagnetto o uscire ) così ti calmi e ti passa”.
Questi comportamenti vanno adottati anche se il bimbo ha meno di un anno: se non capisce ancora il significato della frase, comprende però che le sue emozioni suscitano una risposta nei genitori e impara a tollerare la rabbia per gli vengono proposte alternative accettabili.

L’INTERESSE
Occhi aperti e sguardo che segue l’oggetto della sua curiosità: questo è l’interesse!
I bambini, anche di pochi giorni, interagiscono con l’ambiente, hanno un buon udito,una vista relativamente efficiente e sono in grado di riconoscere e distinguere la madre dalle altre persone.
Le ricerche infatti ci dicono che i neonati di pochi giorni sono attratti soprattutto dai volti umani.
Cercheranno di identificarli in quanto tali anche se le immagini vengono capovolte o private di capelli.
Se ad un bebè di 36 – 48 ore di vita si mostra un’immagine per alcuni secondi e, successivamente, la si affianca con una nuova fotografia, la sua attenzione e curiosità si dirigerà su quest’ultima.

A tre mesi, i piccoli sono in grado di riconoscere il volto della madre in una fotografia (anche se è truccata). A 6 mesi, colgono dettagli che sfuggono agli adulti: per esempio distinguono in foto i musi di diversi scimpanzè, i cui lineamenti sono meno individualizzabili rispetto ai visi umani.

La curiosità di un bimbo è il carburante per il suo sviluppo psicofisico! Per questo quello che vi consiglio è di non cedere alla tentazione di iper-stimolarlo, pensando di favorirlo.
Anzi, la curiosità e la creatività del piccolo sono sollecitate, piuttosto che da giochi e attività “strutturate”, da semplici oggetti, dei quali potrà scoprire da solo infinite potenzialità di utilizzo!
Alla prossima settimana con disgusto e tristezza!”

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com 

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