Rutti, salti nel fango, risate a volontà.
Tutto questo nel cartone animato di Peppa Pig.
Agli adulti, spesso, non piace. Ma i bambini, soprattutto i più piccoli, ne vanno matti.
Peppa Pig, il suo fratellino George, mamm pig e papà pig sono diventati quasi un caso mediatico.
Come mai?
La nostra dottoressa Francesca Santarelli ha provato a guardarlo prima con gli occhi di una mamma, ma poi con gli occhi attenti di una psicologa.
Il suo parere? E’ un cartone poco educativo. Ecco perché:
Lo so, forse a molte di voi non piacerà leggere una frase come questa o non condividerà quello che è un mio pensiero (deviato sicuramente dalla mia professione!) ma visto che la Peppa ormai fa parte delle nostre vite da mamme, non posso non fare con voi delle riflessioni che integrino il mio ruolo di psicologa amica e madre di un cucciolo di due anni che adora Peppa Pig!
Durante quest’estate ho avuto modo di vedere parecchie puntate di questo cartone con il mio bimbo e devo dirvi la verità: a me, personalmente, non piace proprio!
Le mie prime perplessità negative nascono di fronte a frasi del tipo “stupido papà!”, a uno stile comunicativo e relazionale con i genitori che fa pensare (per non parlare dei suoi continui grugniti e ruttini! ). Mi sembra che questa maialina abbia dei modi a volte un po’ prepotenti, saccenti e arroganti e che screditano molto spesso la figura del padre come uno un po’ pasticcione e imbranato a cui non viene minimamente relegato il ruolo autorevole che di solito un papà dovrebbe avere.
Ma quello che più mi frulla nella testa quando guardo Peppa Pig è il modello familiare che le appartiene.
Mi sembra “falso”, appositamente costruito per dare l’immagine poco reale e un po’ forzata della famiglia perfetta, unita, sempre sorridente e che passa sopra a tutto, anche alle marachelle dei maialini, senza mai nessuno schema educativo, di contenimento né di regole. Sembra che tutto sia permesso e possa concludersi con una risata familiare!
Ecco vi dirò….non ci vedo niente di cosi educativo né tanto meno reale!
Ecco perché l’ho definita una “brutta copia della famiglia del Mulino Bianco!”
Dove sono oggi giorno famiglie cosi? Magari!…certo!
Ma i bambini che non hanno questi modelli familiari come possono sentirsi nel vedere una finta realtà tutta contrapposta alla loro? E si sa che i bambini si identificano molto con i loro idoli dei cartoni animati….
Oggigiorno ci sono troppe realtà familiari differenti: genitori single, madri che vivono da sole in difficoltà economiche, famiglie ricostruite, allargate, conflittuali….
Ma ci sono ancora famiglie unite, felici e senza grandi problemi è vero: ma anche queste, vuoi che non abbiano mai tensioni o discussioni tra mamma e papà? Una sgridata o una punizione a una marachella?
Si fanno mai veramente tutte le cose insieme sempre come fa la famiglia Pig?
Si educano i propri figli a fare rutti o a rotolarsi nel fango? (forse occorrerebbe spiegare che Peppa è un maialino e può farlo per sua natura!)
Non so….io ci vedo molta finzione e poco realismo….
Come avevo scritto in un precedente pezzo, i cartoni animati sono studiati apposta per riprodurre inconsapevolmente e senza che il bambino lo sappia, degli “scheletri” inconsci che fanno parte del mondo infantile e un rappresentazione psichica che il bambino si costruisce su mamma e papà, sui suoi stati emotivi inconsci, sulle sue paure, ecc…
Mentre Pepa Pig mi sembra costruito proprio su altri criteri che mi pare poter definire esclusivamente di tipo commerciale e per questo non educativo!
Detto questo, che vuole essere solo un mio parere personale, ma che cosa ha di così tanto speciale questo maialino? Ho provato a coglierne qualche elemento saliente che possa giustificare questo innamoramento di massa:
- Il punto di vista del racconto è quello di Peppa ed infatti è lei che si presenta “Io sono Peppa Pig” e presenta tutta la sua famiglia; il papà e la mamma non hanno un nome, così come il nonno e la nonna, proprio perché è Peppa a chiamarli secondo il suo punto di vista;
- Gli episodi rispettano il tempo di concentrazione dei bambini che non è mai lunghissimo;
- La grafica è molto lineare e ha un effetto tridimensionale che affascina molto i bimbi
- I luoghi in cui si svolgono le azioni dei personaggi sono riconoscibili perché si ripetono (tutte le case sono sul cucuzzolo di una collina) e sono familiari ai bambini (la casa, la scuola, il parco giochi, la piscina);
- La sigla è orecchiabile e riconoscibile a miglia di distanza;
- I personaggi, anche se maialini, hanno un aspetto che li fa sembrare degli umani;
- I personaggi fanno cose per le quali noi genitori storciamo spesso il naso (es. ruttare a piacimento, saltare nelle pozzanghere di fango);
- Il tempo è condensato, per cui in una puntata si svolge un’intera giornata (come la percezione del tempo dei bambini).
Che dire dunque? Danni sicuramente non ne fa! Soprattutto pensando alla fascia di età a cui più si rivolge, che è solo una piccola fase dell’infanzia dei nostri figli.
In fondo, non potremo proteggerli sempre dai messaggi mediatici che li circondano!
Forse, come in tutte le cose, un adulto affianco che “contiene” , spiega e modula in modo equilibrato tempi e modi di esposizione alla tv e simili, è l’ingrediente che fa la differenza!
Per appuntamenti con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com