Occorre dire sempre tutto al proprio bambino?

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La sincerità è al primo posto in ogni tipo di rapporto: nella coppia, con i figli, al lavoro.
Essere sinceri ripaga sempre.
Ma ai propri figli, soprattutto quando sono piccoli bisogna dire sempre tutto?
Se sono cose belle, sicuramente sì. Ma se invece sono notizie negative come una separazione, una morte, un licenziamento che si fa?
A dare una risposta a questa difficile domanda ci aiuta, come sempre, la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli:

Francesca Santarelli

“Molto spesso, nelle lettere che ricevo, voi genitori mi raccontate situazioni spiacevoli, problematiche di varia natura e, purtroppo, anche situazioni familiari e di vita molto negative che spesso coinvolgono anche i più piccoli di casa.

Le vostre domande sono spesso molto simili, ma quello che vi accomuna spesso è il chiedermi se è necessario o meno dire sempre la verità ai nostri figli.

Questa per me è la premessa base: innanzitutto non esiste un solo modo giusto per parlare, è indispensabile tenere sempre conto del contesto e dell’età dei nostri figli e ritengo sia spesso inutile entrare troppo nei dettagli delle cose e delle descrizioni.

Partiamo da questa premessa e punti fondamentali:

  • Tacere può provocare angoscia nel bambino
  • Entrare nei dettagli non serve a niente
  • Scegli il momento adatto
  • Dire la verità ai propri bambini: sì, ma senza oltrepassare certi limiti

 

Fate attenzione alle parole che utilizzate: lo scopo è quello di informarli, non di dare loro altri motivi di preoccupazione.

Cercate di rassicurarli, qualunque cosa accada. Voi siete  il punto di riferimento, i bambini devono poter contare su di voi!

Altra cosa importate è scegliere il momento giusto, di “vicinanza favorevole”, in cui né voi né il vostro bambino avete fretta. Non sapete come reagirà, è meglio essere disponibili.

Tanto più che la reazione non è quasi mai quella che vi aspettate e potrebbe farvi altre domande. Se la domanda vi dà fastidio, è consigliabile non innervosirsi, né eluderla…. Precisate bene che lui non c’entra niente, che state facendo ciò che è necessario perché le cose si sistemino. Se invece vi risponde cambiando completamente argomento, dicendovi per esempio che la sua divisa da judo è troppo piccola, dimostratevi comprensiva. È il suo modo di tutelarsi.

Nel caso in cui la vostra famiglia abbia figli di età diverse, comprese tra 5 e 16 anni, invece, scegliete di riunirli tutti per parlare, poi spiegate  separatamente a ognuno di loro la situazione, adottando il vocabolario e la formulazione più adatta alla loro comprensione.

Dite sempre la verità ai propri bambini, ma senza oltrepassare certi limiti

Ricordatevi di comunicare per “loro”, non per sentirti meglio tu dopo! Parlarne ha come obiettivo principale quello di informare il bambino, perché riguarda anche lui, e non quello di responsabilizzarlo o colpevolizzarlo… Inoltre, poi, sarà inutile fargli un resoconto quotidiano dell’evoluzione della situazione. Lascia che sia lui a chiedervi qualcosa, se ne sente l’esigenza.

Ricordatevi di avere sempre un atteggiamento comprensivo e lasciate una porta aperta al dialogo, se necessario.

Come sempre ricordatevi che è il modo in cui comunicate le cose che fa piu differenza dei contenuti!

 

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com 

 

 

 

 

 

 

49 risposte a “Occorre dire sempre tutto al proprio bambino?

  1. Articolo utilissimo e ben scritto, questo sito e mammaraccontati.it sono i miei vademecum per la cura del piccolo e non mi deludono mai! E’ proprio una fortuna per noi neomamme avere degli strumenti online così validi…chissà un tempo…doveva essere senz’altro più dura!

  2. @Sonia: ma Luca come sta? Lo vedi sereno e tranquillo? Secondo me e’ importante osservare e ascoltare loro, se i bambini sono sereni dobbiamo esserlo anche noi…a volte i cambiamenti mettono piu’ in crisi noi che loro, sbaglio?

  3. @vale82: anche io come te avrei detto a mio figlio che la maestra voleva aiutarlo a migliorare con quel commento e che voleva dire che lui non si stava impegnando abbastanza, ma visto che ho capito (per fortuna insieme ad altre mamme) che questa e’ la classica criticona che difende il figlio a prescindere e tende a sminuire il ruolo delle insegnanti (mi hanno detto lo facesse anche all’asilo) ho cercato di consigliarle di cercare un punto d’incontro attraverso l’approfondimento con le maestre. Le ho detto che secondo me l’intento e’ comune, far migliorare il bambino, per cui la collaborazione casa-scuola e’ l’arma vincente, ma lei niente…dritta per la sua strada…e siamo solo all’inizio!!
    Io sto cercando di puntare sull’impegno di Fede, senza gardare il risultato…lui essendo mancino ha qualche difficolta’ in piu’, anche io lo sono e lo capisco bene, perche’ passando con la mano sopra quello che stai scrivendo e’ piu’ difficile controllare se stai facendo bene, se stai andando dritto, ecc
    Ad esempio ieri dovevano scrivere una frase diverse volte e poi cerchiare tutte le lettere A…beh la S la fa un po’ bruttina perche’ non gli viene naturale fare la curva a sinistra ma al contrario, per cui si sforza ma il risultato non e’ un granche’. La maestra gli ha messo Bene, siccome spesso prende Bravissimo mi ha detto oggi ho preso un voto cosi’ cosi’, io gli ho chiesto ti sei impegnato? alla sua risposta “mamma tantissimo solo che per me la S e’ difficile” l’ho rassicurato dicendogli che piano piano anche la S verra’ bene, ci vuole un po’ di tempo in piu’ e la maestra che ha visto l’impegno gli ha comunque messo Bene…credo che questo sia l’incoraggiamento e lo stimolo, chiedere impegno ma non torturarli sui risultati…

  4. @SilviaFede: non avrei mai voluto dirtelo BENVENUTA NEL CLUB. Hai descritto nei dettagli ciò che accadeva nella classe di mia figlia grande. Silvia oramai non c’è speranza…..persone che la pensano come noi sono una minoranza. Poi chissà perchè si lamentano sempre quelle che hanno i figli “vivaci”. Ma noialtri abbiamo l’anello al naso? Si è possibile purtroppo che certi genitori stiano sempre e cmq dalla parte dei loro pargoli. Che tristezza. Con questo comportamento sai quanto sminuiscono l’operato delle insegnanti? Ma sembra che a loro non interessi. Iniziano lamentandosi per una nota in calce ad un compito e finiscono col negare l’evidenza….nella classe di mia figlia erano quelli che poi erano diventati i “bulletti” di turno. Per forza.

  5. @SilviaFede: io sono giunta alla conslusione che, qualsiasi cosa si faccia ci sarà sempre e comunque qualcuno che si lamenterà! Se le maestre danno i compiti, se non li danno, se danno voti, se non li danno, se sgridano, se non sgridano, se responsabilizzano, se non lo fanno … qualcuno malcontento ci sarà sempre! 🙁

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