Viva la Mamma

Quando andare in bagno diventa un problema per i bambini: l’encopresi


Sapete cos’è l’encopresi?
Ce lo spiega la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli:
“Settimana scorsa si è rivolta a me una mamma con una bambina di 6 anni che ad un certo punto, ha iniziato a volersi rifiutare di fare la cacca. Prendo spunto da questa situazione clinica per parlare di un disturbo che riguarda molti più bambini di quanto crediate: l’encopresi.

Dottoressa Francesca Santarelli

Molti bambini, tra i 5 e gli 8 anni hanno a che fare con questa problematica, anche se rimane ancora un disturbo poco conosciuto e di cui si parla poco e con imbarazzo.
E’ quasi sempre un disturbo transitorio ma nei casi più gravi però può assumere un carattere cronico.
Tecnicamente il farsi la cacca sotto viene definito: encopresi , che sta appunto ad indicare l’emissione involontaria di feci.
L’encopresi si divide in due forme: encopresi primaria e secondaria. Solitamente si manifesta in seguito ad una stipsi cronica ovvero quando il bambino rifiuta consapevolmente di defecare. Se questo rifiuto si protrae nel tempo (encopresi ritenitiva) il bambino perde lo stimolo alla defecazione e le feci escono in maniera incontrollata in qualsiasi momento.
Normalmente un bambino impara a trattenere e rilasciare consapevolmente le feci entro i tre anni, se il tempo di protrae si parla di encopresi primaria e può essere dovuta a diversi fattori, dalla pigrizia alla necessità di un tempo più lungo per imparare a farlo.
L’encopresi secondaria invece si manifesta quando il bambino inizia a non trattenere le feci pur essendo in grado di farlo.
Come nella maggior parte dei disturbi infantili su base somatica, anche in questo caso non possiamo dimenticare che bambini manifestano i loro disagi anche sempre sul piano emotivo e psicologico.

In questo caso ad esempio, i bimbi che soffrono di encopresi sviluppano solitamente ansia, senso di colpa e paura di essere scoperti e giudicati. Questo li porta ad isolarsi dagli altri ed a rifiutare di recarsi nei luoghi comuni come la scuola e le attività sportive. In alcuni rari casi il bambino sviluppa un approccio aggressivo mostrandosi indifferente ai propri sintomi o mostrando gli indumenti sporchi con aria di sfida.
Le cause dell’encopresi possono essere di tre tipi: anatomiche, alimentari e psicologiche e si presentano in maniera diversa a seconda dell’età. Le cause fisiche sono tutto l’insieme di disturbi che associano il dolore alla defecazione come le ragadi o la stenosi anale. Le cause alimentari derivano da una errata alimentazione di base: poche fibre, troppi latticini e proteine e pochi liquidi. Nella maggior parte dei casi le cause sono però psicologiche. Tra le più frequenti troviamo i conflitti emotivi con i genitori, la paura della defecazione ed una errata educazione al vasino da parte dei genitori (troppo precoce, severa o assente).
Naturalmente, per quanto riguarda la mia modalità di intervento professionale, prima mi assicuro e cerco di capire le motivazioni che sono alla base e cerco di fare diagnosi differenziale tra cause organiche, alimentari e psicologiche. In quest’ultimo caso, per quanto riguarda l’encopresi primaria, ovvero il mancato raggiungimento del controllo degli sfinteri, occorre intervenire non soltanto sul bambino ma anche sui genitori. Si richiede la collaborazione per educare tutto il nucleo familiare alla gestione del problema ed alla sua soluzione. Nell’encopresi secondaria invece occorre ricercare, le possibili cause scatenanti del disturbo come la nascita di un fratellino, un lutto, la separazione dei genitori o un traumatico inizio della scuola. I bambini sono in grado di seguire un percorso di terapia mirata che porta alla soluzione del problema in un tempo più o meno breve.
Senza mai perdersi in colpe inutili…”

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com 

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