E sono già passate due settimane…
A chi mi chiede: “Ma non ti manca Marco?”, “Come fai un mese senza di lui?”. E a chi commenta: “No, io non ce la farei”, rispondo: “Se potessi manderei volentieri anche Luca”.
E non perché io non ami i miei figli. Anzi, è proprio perché desidero il meglio per loro. E un mese con i nonni, in Puglia dove c’è il mare, il sole, la campagna, tanti amici e parenti, sono certa che per Marco è veramente il top.
Lo sento dalla sua voce, dal suo entusiasmo, dalle cose che mi racconta…
Poi non è da solo, con lui c’è anche la cuginetta che è sua coetanea.
Ci sentiamo più volte al giorno. Ma spesso è così preso che mi chiede di richiamarlo in un altro momento.
Una volta è al mare, un’altra è al parco giochi, un’altra ancora a raccogliere le patate, o a piantare pomodori, o a fare braccialetti, o a giocare a UNO, o in giro per le varie feste di paese, sagre.
Non si fanno mancare nulla. E poi mia madre ha fantasia da vendere. E con lei Marco e Rebby fanno delle attività e delle esperienze che altrove non farebbero mai!
E i compiti? Quelli li fanno con il nonno. Quattro pagine al giorno (almeno così mi dicono!)
Un mese con i nonni, non ha prezzo. Sono ricordi che si porteranno dietro per tutta la vita.
Magari fra qualche anno, quando anche Luca sarà un po’ più autonomo e gli altri due saranno un po’ più grandi, potranno stare tutti e tre dai nonni. Ma per il momento, anche se a malincuore, non si può. Mia madre impazzirebbe con tre monelli!
E quindi in questi giorni siamo in tre. Anzi, nella maggior parte del tempo in due: io e Luca. Ed è dura. Molto dura.
Luca vuole il fratello. Lo nomina costantemente. Ed è diventato così capriccioso, che anche i vicini mi chiedono: “Ma perché piange sempre!”.
Non è abituato a giocare da solo, quindi vuole qualcuno che stia con lui. Ma noi non gli bastiamo. Il messaggio è chiaro: vuole Marco.
E così urla e strilla per un nonnulla. Ormai non parla, piagnucola. NO è la sua risposta fissa ad ogni tipo di domanda. Ci sfida. Ed è così stressante…
Lo ammetto: speravo di stare un po’ più tranquilla con un figlio solo e invece mi sono resa conto che è molto più difficile tenere a bada un bambino insofferente, che due bambini vivaci!
Durante il giorno è al campus. Probabilmente sbagliando, l’ho iscritto nella stessa scuola che frequenta durante l’anno. Quindi, stessa struttura, stessi bambini (più altri), maestre diverse.
“Mamma, ma non mi avevi detto che la scuola era finita e che cominciavano le vacanze?” Mi ha detto qualche giorno fa.
E io: “Sì, certo. Sei in vacanza”.
Lui: “Mamma, in vacanza si va al mare, non a scuola. Perché mi porti ancora là?”
Come dargli torto! Ma come si fa a spiegare ad un bambino di 4 anni che la mamma non ha tre mesi di ferie come le maestre!
Venerdì il padre gli ha detto: “Dai che ti porto al campus”
E lui: “Papà, puoi dire anche a scuola…”
Stamattina voleva fare le valigie per andare da Marco.
Ieri invece voleva fare l’albero.
“Luca, che albero vuoi fare?”
E lui: “L’albero di Natale”
Il papà: “Quello si fa a dicembre, quando fa freddo”
Luca: “Perché ora fa caldo?”
Effettivamente anche il meteo sta remando contro. Abbiamo sempre l’ombrello in borsa e la copertina sul letto! Le vette della montagne sono innevate e la sera ci vuole la giacchetta. Non si direbbe che siamo in piena estate!
Ma le vacanze arriveranno anche per noi!
Fra qualche settimana anche Luca metterà i braccioli e farà i tuffi insieme al fratello!
Ancora un po’ di pazienza 🙂