Lo ha chiesto e voluto lui. Senza nessuna forzatura.
Non è la prima volta che va via. E’ già la terza estate che trascorre in campagna dai miei.
Ma quest’anno, a differenza dagli anni passati in cui era ancora molto piccolo, gli ho proposta un’alternativa secondo me allettante: di andare una settimana al mare da solo, o meglio, con alcuni suoi amici. Insomma un campus organizzato.
Un’occasione per mettersi in gioco e imparare ad essere più autonomi.
Al suo posto io avrei accettato al volo. Marco, invece, non ha voluto. Ha preferito trascorrere del tempo con i nonni e la cuginetta.
Il distacco c’è comunque, ma è parziale. Giù dai miei è ugualmente in un ambiente familiare, coccolato e accontentato. Non è la stessa cosa che andare una settimana da solo, come le colonie di una volta.
Ma quella delle vacanze da soli è un’esperienza formativa per i bambini?
L’ho chiesto alla dottoressa Francesca Santarelli, la nostra Psicologa Amica.
Ecco cosa ci ha risposto:
Con la conclusione delle scuole, molti genitori devono mettersi ad organizzare le giornate ed il tempo libero dei propri figli, per non parlare delle vacanze! Ecco che allora si pensano diverse soluzioni, come ad esempio la possibilità di far trascorrere al bambino qualche giorno fuori di casa al mare da un amico, come anche l’opportunità di iscriverlo ad un campo estivo per farlo partecipare a dei corsi o a delle attività sportive.
È inevitabile che, qualunque scelte si prenda, ci si faccia la stessa e solita domanda: “Avrò scelto bene? Sarà sereno? Sarà per lui una bella esperienza? Ce la farà senza di noi?”.
Ogni bambino, a secondo del proprio temperamento e caratteristica personale di “schema di attaccamento” a mamma e papà, reagisce a proprio modo.
In alcuni casi può accettare di trascorrere qualche giorno da solo in vacanza senza opporre troppa resistenza e soprattutto senza sentirsi troppo angosciato per la separazione da mamma e papà, specialmente quando sa che in seguito trascorrerà un’altra parte della vacanza insieme a loro.
In altri casi può accadere invece che il bambino che si trova lontano da casa, possa provare un po’ di nostalgia e di solitudine e possa anche sentirsi disorientato per il cambiamento improvviso delle sue abitudini quotidiane.
In queste situazioni, ciò che può aiutarlo maggiormente è decidere in parte insieme a lui la località e la durata del soggiorni che andrà a fare e, se possibile, sarebbe meglio accompagnarlo prima della vacanza a conoscere il luogo e le persone, in modo che si senta tranquillizzato e in qualche modo prenda familiarità con l’ambiente.
È importante poi che venga poi rassicurato che mamma e papà saranno di nuovo lì per riprenderlo al termine del suo soggiorno.
Le prime esperienze di vacanze da solo, lontano da casa, generalmente permettono al bambino di sperimentarsi maggiormente nel suo rapporto con i compagni, di imparare a contare su di loro nei momenti di difficoltà e di iniziare a sviluppare un’autonomia affettiva fondamentale per la sua crescita ed il suo sviluppo.
Nei casi i cui tale separazione dovesse risultare troppo dolorosa ed angosciante per lui, potrebbe essere più utile assecondarlo nella sua richiesta di non allontanarsi né da casa, né mamma e papà, laddove al contrario una forzatura troppo eccessiva potrebbe essere vissuta dal bambino più come un abbandono, che potrebbe generare in lui una profonda insicurezza, che non uno stimolo positivo verso una sua maggiore autonomia.
Voi conoscete il vostro bambino ….affidatevi alla vostra pancia anche per questo!”
Per appuntamenti con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com