Viva la Mamma

Il divorzio pesa sull’appetito dei figli

genitori litigioIl divorzio incide sulle abitudini alimentari dei figli.
I figli di genitori separati tendono ad ingrassare di più rispetto ai figli di genitori conviventi (sostanzialmente perché mangiano più volte fuori oppure in case diverse).
Sui bambini più piccoli invece la separazione può portare al rifiuto di alcuni cibi, perchè li associano ai litigi tra mamma e papà.
Ma la disfatta arriva nei casi di “triangolazione”, ossia quando i figli vengono “usati” come arma dai genitori.

A dimostrarlo sono 3 ricerche presentate al Congresso europeo sull’obesitàI primi 2 studi sono stati condotti su 3.166 bambini norvegesi di terza elementare e su 7.915 bambini di 8 paesi europei.

 

In particolare dalla ricerca è emerso che se c’è il divorzio i figli ingrassano e pesano, in media, 1,54 volte di più dei bambini di coppie conviventi. Ad un tale cambiamento contribuiscono le nuove abitudini alimentari impartite dai genitori singolarmente o da chi li accudisce dopo la separazione. Cambia inoltre il consumo dei pasti consumati a casa: i piccoli che fanno colazione a casa propria 5-7 volte alla settimana rischiano il 40% in meno di ingrassare, comparati con i ragazzi che la fanno 2-4 volte alla settimana o meno. Chi cena a casa 5-7 volte la settimana è il 30% in meno a rischio di essere in sovrappeso rispetto a chi mangia spesso fuori. Il pranzo consumato regolarmente in casa propria, infine, diminuisce il rischio di ingrassare fino al 20%.

La terza ricerca, danese, dimostra invece che i conflitti fra genitori inducono i piccoli, dai 2 a i 6 anni, a rifiutare alcuni alimenti perché li associano ai litigi fra mamma e papà. “Si riscontrano spesso differenze di peso nei bambini di genitori separati – conferma Andrea Vania, pediatra nutrizionista dell’università Sapienza di Roma ed esperto di nutrizione della Società italiana pediatria – le differenze da una parte dipendono dalle difficoltà di gestione dei figli su 2 case diverse e, spesso, anche in famiglie allargate in cui concorrono anche parenti, come zii e nonni.

Ma il fatto più importante è la cosiddetta ‘triangolazione’, quando cioè i genitori usano i bambini come arma fra di loro. Ciò permette di scaricare sull’altro le colpe, il bambino non ha le capacità di gestire tali conflitti e si rifugia nel cibo oppure lo rifiuta.
Inoltre il cibo costituisce una sorta di compensazione del senso di colpa da parte dei genitori che sono molto più disponibili ad accontentare il bambino, offrendogli anche snack e cibi non salutari con molta più facilità”.

“Papà e mamma hanno identiche responsabilità – sottolinea Vania -“Vediamo che il genitore meno abile nella gestione o più svantaggiato nella separazione, che magari vive lontano o in un’altra città e si sposta per vedere il figlio, è più portato a portarlo al bar per la colazione, a prendere le merendine confezionate per la scuola e portarlo al ristorante. La civiltà moderna lo favorisce ma non dal punto di vista della salute. Ciò generalmente accade di più ai padri, ma quando succede il contrario ed è la mamma ad allontanarsi osserviamo le stesse identiche dinamiche”.

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