“Non lo avrei mai detto, ma c’è una cosa che accomuna Anna Falchi e la sottoscritta. O meglio: la mia Isabellina, 18 mesi, e la sua Alyssa, 3 anni e mezzo. Perché se una delle cinque parole che compongono lo scarno vocabolario della mia bambina è “Peppa”, la figlia di Anna non faceva che chiederle: “Ma tu sei Mamma Pig?”.
Ora, capirete anche voi che da spartire con la pingue maialina senior la Falchi non abbia né il girovita né il grugnito, ma la domanda tormentone deve averla divertita parecchio se è arrivata a battezzare il suo blog con un nome piuttosto simile: Mamma Big.
Qui, tra un post e l’altro, la famosa attrice e show girl si racconta come mamma e come donna, condividendo momenti di vita privata, ansie e paure, svelando un lato intimo e inedito distante dalla sua immagine pubblica.
Perché hai deciso di aprire un blog che parla di maternità?
“Perché sono una mamma che ama il suo ruolo e si è avvalsa della rete durante la gravidanza e dopo: ho letto moltissime testate di settore, così come frequentavo blog e siti specializzati. Volevo condividere quello che ho imparato con altre madri. Non è stato immediato perché confesso di non essere un mago del computer: mi sono messa a studiare per due mesi il mondo dei blog e dei social, aiutata da due ragazzi in gamba che lavorano come programmatori.
È stata una sfida con me stessa e un modo per utilizzare il mezzo di comunicazione del futuro. Il blog si sta trasformando in una sorta di lavoro perché mi tiene impegnata parecchie ore al giorno. Ho deciso di sposare anche una serie di iniziative in cui credo molto: a partire da Ai.Bi, Amici dei bambini una associazione che promuove le adozioni a distanza, ma anche progetti innovativi come la creazione di case-famiglia in cui i ragazzini abbandonati possano crescere all’interno di un vero nucleo familiare.
Al contempo si battono attivamente affinché anche per i single possa essere possibile adottare. Un’altra causa che ho voluto supportare è “Mai più soli” : un sistema innovativo di sicurezza che consiste in una app per cellulari che funziona come metodo antistalking e che è scaricabile gratuitamente dal mio sito. Da quando l’ho installata sul mio smartphone mi sento più sicura e so che potrà aiutare molte atre donne che, altrimenti, diventerebbero protagoniste di casi di cronaca nera”.
Hai mai partecipato alle discussioni dei forum dedicati alla maternità nascosta dietro a un nickname?
“Non ero abbastanza esperta con il computer per farlo! In realtà non sono mai stata compulsiva: evitavo di googlare qualsiasi cosa, piuttosto approfondivo argomenti in merito ai quali avevo dei dubbi”.
Chi è la mamma più “big” che conosca?
“Sicuramente mia mamma! Ma estenderei il titolo a ogni madre: abbiamo un potere e un dovere enorme nei confronti del mondo, perché da noi dipende il futuro considerato che stiamo crescendo la nuova generazione. E poi ammiro profondamente la capacità delle mamme di inventarsi l’energia, anche quando non ce n’è più”.
In te prevale il dna da mamma chioccia all’italiana o la metà finlandese, quindi meno apprensiva?
“Direi un po’ e un po’: mi definirei chioccia in quanto estremamente presente nella vita di Alyssa. Se ho impegni di lavoro serali torno a casa a orari improbabili pur di dormire con lei. Al contempo, però, cerco di renderla il più autonoma e libera possibile, senza essere iperprotettiva. Il ruolo di quella apprensiva spetta, invece a mia mamma: ed è buffo perché con me e mio fratello era l’esatto contrario”.
Hai affrontato una separazione dal padre di Alyssa quando lei aveva tre mesi e tu tutti gli ormoni in subbuglio.
“Anche in quel momento la mia fortuna è stata mia madre: è lei che mi ha aiutata con la bimba e mi è stata vicina. E io mi sono concentrata il più possibile sul benessere e la serenità di Alyssa, lasciando perdere il resto”.
Che bimba è Alyssa?
“Sanissima e bravissima. Ama la lettura e ha una libreria immensa dalla quale non fa che pescare libri. Avendo sangue finlandese va matta per le storie di Babbo Natale e le ho promesso che il prossimo inverno la porterò a conoscerlo, a Rovaniemi. Se proprio devo trovare una pecca è quella del cibo: non è una gran mangiona e, soprattutto, è monotematica e vuole sempre gli stessi piatti. Per fortuna va matta per il latte, tant’è che si beve il suo biberon sia la mattina che prima di andare a letto e questo, da un punto di vista nutrizionale, mi tranquillizza. A livello caratteriale la mia paura era che, essendo figlia unica, potesse essere un po’ viziatella. L’ho cresciuta spiegandole che è una bambina fortunata e che deve condividere con gli altri quello che ha: all’inizio le seccava quando vedeva che regalavo i suoi abitini dismessi ai bimbi più poveri, ma ora ha capito che è giusto così e se ne separa volentieri”.
Resterà figlia unica?
“Me la voglio godere: vederla crescere è uno spasso e questo è il periodo più bello”.
Alyssa sa di avere una mamma famosa?
“No. La cosa buffa è che quando si avvicina qualche sconosciuto per chiedermi di fare una foto lei scatta e dice. “La mamma è mia!”. E in tv non mi segue: piangeva ogni volta che mi vedeva, perché lei mi faceva ciao con la manina e non capiva perché io non la salutassi”.
Quando eri incinta dichiarasti che non avresti allattato perché non era nel tuo dna: si sollevò un vespaio, eppure la scelta è comune a molte tue colleghe, anche se dichiarano di non averlo fatto perché non avevano il latte.
“Sono tutte bugie! Così come tutte – che guarda caso sono belle, sane e giovani – raccontano di aver fatto il cesareo perché avevano questo o quell’altro problema. Io, almeno, ci ho messo la faccia e ho avuto il coraggio di portare avanti le mie scelte: perché in democrazia ognuno è libero di far quel che gli pare. Continuo a sostenere di avere un grande istinto materno, ma non sentivo l’allattamento nelle mie corde. E non mi sono pentita perché Alyssa è cresciuta in maniera portentosa: non ha mai sofferto di coliche, sapevo quanto mangiava ad ogni poppata e dopo due mesi teneva sei ore di sonno filate la notte, svegliandosi davvero raramente”.
Perché le mamme che frequentano il web dovrebbero diventare lettrici di MammaBig?
“Vorrei che intorno al mio blog si creasse una rete di condivisione di idee, notizie, consigli, e che ogni mamma si sentisse libera di esprimere le sue idee in un mondo che, ahinoi, è ancora troppo maschilista”.