Viva la Mamma

In mare con i delfini: che esperienza, che emozioni!

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Esito dei raggi X al torace negativo. Antibiotici presi. Aerosol a go go. Antistaminici a pioggia. Umidificatore in azione 24 ore su 24. Flaconi di sedativi per la tosse mandati giù come acqua fresca in un giorno d’estate. E niente. La tosse era sempre lì, in agguato, pronta a spossarmi durante il giorno e a strozzarmi ogni volta che provavo a mettermi supina. Mio marito ormai mi chiamava “Violetta” e io mi sentivo molto “Traviata” …ma dalla tosse!
Dal medico: “Io non so più che fare, sto sempre male”.

E lui: “Maria, ti stai avvelenando con tutti questi farmaci. Hai bisogno di mare, di cambiare aria”

Era giovedì. Esattamente una settimana fa. Sono tornata a casa e ho detto alla famiglia: “Questo weekend si va di nuovo al mare”.

E così è stato. Siamo partiti la domenica mattina, destinazione Genova.

Noi e questa città meravigliosa avevamo un conto in sospeso. Dopo aver visitato l’Acquario, la Biosfera, la Galata Museo del Mare e il Bigo per completare l’opera o meglio il tour mancava all’appello”CrocierAcquario”, ossia la crociera avvistamento cetacei.

La partenza era prevista per l’una esatta. Il ritorno per le 17:00.

Siamo arrivati un po’ prima per comprare qualcosa da mangiare. Il porto era gremito di gente. Si festeggiava la “Giornata dello Sport”.  C’erano un’infinità di stand e vita, tanta vita.

Siamo saliti in barca e abbiamo preso posto. C’era un sole… faceva un caldo!

Via il Kway. Via la giacchetta. Via la maglietta. Siamo rimasti in canotta.  Quando però siamo partiti,  il vento si è cominciato a far sentire. Abbiamo rimesso prima la maglietta. Poi la giacchetta e infine anche il Kway!

La direzione era il “Santuario Pelagos”, ossia un’aera marina protetta dove le condizioni climatiche e geomorfologiche favoriscono una importante catena trofica che alimenta piccoli e grandi cetacei.

A raccontarci tutto questo una simpatica biologa che ha tenuto subito a precisare: “Non stiamo andando in un acquario, non stiamo andando in una piscina, ma in mare aperto. Qui vivono tante specie come i delfini, grampi, zifi, balenottere, capodogli. Ma non è detto che li incontreremo. Siamo in avvistamento. Quindi se vedete nel mare delle imperfezioni, delle increspature, avvisateci”.

Insieme alla biologa c’erano altri 4 ricercatori Cima e altri tre ragazzi in avvistamento. Tutti dotati di mega super cannocchiali.

Dopo due ere di navigazione la costa era lontanissima. Eravamo più o meno a una 30 di kilometri di distanza. Il mare piatto. Intorno a noi solo mare, tanto mare.
Il sole ci accarezzava e la barca ci dondolava dolcemente. Ormai avevamo perso le speranze di vedere qualsiasi tipo di cetaceo. I bambini cominciavano ad essere stanchi.

Luca alla fine si è addormentato. L’ho adagiato sulla panchina, con uno zaino sotto la testa a fargli da cuscino e il mio kway sopra da copertina. Vicina a lui anche io stavo per appisolarmi. Quando una bambina ad un certo punto ha urlato: “Vedo qualcosa laggiù”

I ricercatori hanno puntato i loro binocoli. La barca ha virato. Si sono alzati tutti.

Io non vedevo nulla, ma avevo la pelle d’oca.

Falso allarme.

Che delusione!

Dopo pochi minuti, ancora la bambina: “Ma sono là, li vedo”

La biologa: “Ma tu sei una lince non una bambina….”

Altra virata. La barca si è lanciata a tutta velocità. E stavolta la piccola aveva ragione.

Abbiamo avvistato il gruppo più numeroso di Stenelle, una varietà di delfini grigi con delle striature bianche. Di stazza non sono tanto grandi, ma sono assai vivaci e curiosi.

Erano decine e decine e forse anche di più. Nuotavano così velocemente che sembravano dei siluri.

Eravamo circondati e loro sembravano quasi felici di averci incontrato. Ci facevano le feste, saltavano, facevano i tuffi e alcuni anche le piroette.
La cosa più simpatica? Cavalcavano in gruppo le onde di prua. Inseguivano la barca e saltavano tra le onde.

Che emozione! Che brividi…

“Luca svegliati, forza amore, ci sono i delfini…”

Ma niente. Luca era tra le braccia di Morfeo e ci è rimasto. Si è girato su un fianco e ha continuato a ronfare allegramente.

Non so quanto tempo siamo rimasti lì a guardare queste straordinarie creature del mare, ma a me è sembrato proprio tanto. Quando ormai lo spettacolo era finito, i delfini lontani e tutti erano tornati ai propri posti, ho avvistato anche due bipedi scomparsi dopo il primo avvistamento: Marco e mio marito.

“Mamma, hai visto? Hai visto i delfini? Hai visto quanti erano? Hai visto come saltavano? Hai visto come ci inseguivano? Hai visto come erano veloci …”

Ho guardato mio marito: “Più o meno. Non mi potevo muovere da qui, non potevo lasciare Luca sulla panchina da solo, con il dondolio della barca rischiava di cadere”

Mio marito: “Perché non lo hai svegliato?”

Io: “Ci ho provato, ma non sono riuscita”

Dopo un po’ abbiamo incrociato un altro gruppo di meravigliosi delfini. Erano un po’ più grandi di quelli di prima, ma erano un po’ più diffidenti, non si sono avvicinati tanto.

Allora mio marito ha preso Luca in braccio e gli ha detto: “Svegliati, ci sono i delfini”

Il piccolo ha finalmente aperto gli occhi e ha potuto ammirare pure lui queste splendide creature che nuotavano e saltavano libere in mare.

Dopo circa un quarto d’ora la biologa tutta contenta ci ha detto: “Davanti a noi c’è un gruppo di Zifii. E’ raro incontrarli”.

Ormai erano passate le quattro del pomeriggio. Eravamo tutti più che soddisfatti degli avvistamenti fatti. Era ora di ritornare al porto.
“Peccato, non abbiamo visto neppure una balena in mare”, ha detto mio marito.
“Accontentati di quella che hai accanto a te tutti i giorni!” gli ho risposto con il sorriso!

Marco, passata l’eccitazione, smaltita l’adrenalina, sfinito si è addormentato.

Siamo arrivati al molo che erano quasi le cinque e mezza. I bambini erano freschi e riposati. Noi decisamente meno. Tutto quel sole ci aveva un po’ storditi.

Abbiamo deciso di fare una passeggiata nel centro storico della città. Volevo portare i bambini a vedere i Carruggi.  Ma abbiamo visto poco, via del Campo e poco altro.

Poi in macchina. Destinazione Sestri Levante. Lì abbiamo cenato e poi siamo andati a dormire in un bed&breakfast, trovato al volo online. Il bed c’era. Il breakfast è stato deludente.

Il lunedì abbiamo preso un giorno di ferie, le scuole erano chiuse per le elezioni e i bimbi erano a casa.  Ne abbiamo approfittato per fare un tour niente male. La mattina in spiaggia a Sestri.

Marco e Luca non hanno resistito al richiamo del mare e si sono tuffati!

Poi doccia nell’area attrezzata e via per Chiavari (piccola sosta), Rapallo, Santa Margherita e Portofino.

E lì, sul promontorio a picco sul mare ho lasciato un pezzo di cuore.

Passeggiata fino al faro e ritorno. I miei occhi erano sazi, avevano fatto il pieno di meraviglie.

La mia pancia un po’ meno, visto che avevamo saltato il pranzo.

Sulla via del ritorno in macchina i bambini si sono addormentati all’istante.

I cartelli stradali indicavano Recco, ma i miei occhi leggevano “focaccia”. Ci siamo fermati davanti ad un panificio attratti dal profumo della focaccia ancora in forno.

Era strabuonissima. L’ingordigia ha avuto il sopravvento e abbiamo mangiato una doppia porzione.

La prima è scesa senza problemi. La seconda si è piazzata sullo stomaco e abbiamo fatto veramente fatica a digerirla. Ma è stata comunque una buona compagnia 🙂

E così si è conclusa anche quest’altra bella gita di famiglia. Ora a casa ho ancora un piccolo souvenir: un pezzettino piccolo di farinata. Ed è tornata anche la tosse e l’allergia!

Ma il prossimo weekend lungo è alle porte. Come al solito non abbiamo ancora organizzato niente. Chissà, qualcosa ci inventeremo. L’Italia è così bella!

Ma difficilmente riusciremo a rivivere l’emozione dell’avvistamento delfini!

Devo ringraziare l’Acquario di Genova e la Costa Edutainment per questa splendida e straordinaria esperienza!

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