Viva la Mamma

Cosa fare quando il bimbo si arrabbia?

santarelli6Non sono capricci, è rabbia pura.

E si manifesta anche nei bambini molto piccoli di uno- due anni, e in quelli più grandi. Spesso davanti a questi comportamenti ci troviamo spiazzati. Non sappiamo cosa fare.
Sgridarli? Far finta di niente e far passare il momento? Metterli in punizione?

Ne parliamo oggi con la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli.

 

La rabbia, da sempre è considerata cattiva, degradante, maleducata e spesso pericolosa.

È considerata un sentimento che difficilmente ha riscosso qualche approvazione, soprattutto quando la si riconosce nei bambini che spesso, nelle aspettative dei genitori, devono invece essere angioletti celestiali, composti e ubbidienti.

Il bambino arrabbiato non è un bravo bambino, è un bambino che a volte ci fa vergognare e sentire impotenti o …ci fa perdere le staffe anche a noi!

“Strilla come un pazzo quando lo devo mettere nel seggiolino della macchina! Si butta per terra urlando se gli tolgo un oggetto che non può usare dalle mani! Piange e fa i capricci quando dobbiamo andar via dai giardini…” ecc..ecc…ecc. “Dott.sa, come devo comportarmi in questi casi?”

Mi chiedono il più delle volte le mamme quando le incontro nelle serate che tengo nelle scuole.

Cominciamo a dire una cosa semplice: non c’è niente di più normale e inevitabile che un bambino di uno o due anni si esprima attraverso la rabbia. Il bimbo piccolo infatti, vorrebbe poter fare delle cose che non può fare o che non riesce ancora a fare ed è del tutto naturale che reagisce con rabbia al senso di impotenza e frustrazione che prova quando si accorge di non poter raggiungere il suo obiettivo.

I genitori che pretendono che il bambino non manifesti la sua rabbia è come se non pretendessero che non provi queste sensazioni del tutto facenti parte della vita.

Arrabbiarsi a questa età dunque è la cosa più naturale che possa accadere nello sviluppo del cucciolo ed è anche un segnale positivo perché attraverso questa emozione, può comunicare a mamma e papà che sta progredendo, che capisce il messaggio degli adulti e che sta imparando a modulare il suo sistema emotivo all’ambiente che lo circonda.

Le manifestazioni di rabbia sono anche un segnale di vitalità, capacità di reazione, consapevolezza della propria identità e autoaffermazione in un’età in cui il bambino, ancora cosi dipendente dalla mamma, ha bisogno di affermare la sua libertà e autonomia, ribellandosi, opponendosi, dicendo i suoi no!

Dovrebbe per questo preoccuparci al contrario, un bambino che non si arrabbia mai e ubbidisce come un soldatino!

A questo punto, ridata alla rabbia la sua dignità di emozione inevitabile, la domanda che vi farete è: come affrontarla?

La parola magica è una sola, poche spiegazioni e molte regole chiare!

In genere i problemi nascono quando ci si infogna in spiegazioni interminabili o quando non c’è coerenza nel comportamento degli adulti. Occorre parlare con chiarezza e fermezza, trasmettendogli l’idea che la sua rabbia non ci sta mettendo in crisi o in difficoltà e che noi abbiamo in mano il timone!

Bisogna intervenire di fronte alle crisi di collera, con fermezza, anche fisica se necessario, trascinandolo ad esempio via dal luogo in cui il piccolo mette in scena le sue urla e abbracciandolo per dargli un senso di contenimento. In questi casi il bambino ha bisogno di sentirsi frenato con decisione in una reazione che lui stesso non riesce a controllare.

Passata poi la tempesta, mamma e papà faranno sentire e capire al bimbo che la sua rabbia non è stata distruttiva e che non è successo nulla di irreparabile.

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com 

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