Viva la Mamma

Elenoire Casalegno, una mamma alle prese con una figlia adolescente. L’intervista

Hotel Boscolo Presentazione Profumo di Elenoire Casalegno,

 

Oggi Rossella Martinelli ci propone un’intervista ad una donna tanto bella, quando forte, determinata e intelligente: Elenoire Casalegno.
Lei, che a breve convolerà a nozze, si racconta in veste di mamma.
Una mamma che ha rischiato di perdere la sua bambina Swami, quando ancora era nella pancia. E che quotidianamente si mette in discussione, chiedendosi se stia facendo bene il suo lavoro di genitore.

A voi:

“Quella che vi sto per raccontare è la storia di un amore madre-figlia. Ma anche la storia di una mamma che ha deciso di diventare tale a 23 anni, nonostante la sua carriera fosse in piena ascesa e un bambino, in quel momento, potesse compromettere la sua immagine di sex symbol. Di una mamma introspettiva, che ti dice a cuore aperto: “Io cerco di fare del mio meglio come genitore, ma mi assalgono di continuo mille dubbi e allora,  la notte, mi faccio il segno della croce e mi metto una mano sul cuore”.

Di una mamma che ti confida che anche se sua figlia ha 14 anni e con loro vive la tata – perché con il papà, con cui mantiene un bellissimo rapporto, è finita da un pezzo – lei non l’ha mai lasciata dormire da sola e, piuttosto, si fa 300 km in macchina pur di tornare a casa ogni notte.
Di una mamma che ti spiega con un filo di commozione che quell’amore è così viscerale e animalesco che quella mattina, all’ottavo mese di gravidanza, lei se lo sentiva che qualcosa non andava; e che quel sesto senso ha permesso alla sua bimba di sopravvivere a una morte certa, considerato che si stava soffocando con un doppio giro di cordone ombelicale.
Questa mamma si chiama Elenoire Casalegno e la sua ex bambina, ormai adolescente, è Swami nata dall’amore con il dj Ringo.

Metto subito le cose in chiaro: Elenoire è una delle donne dello spettacolo che preferisco in assoluto e seguo da sempre, al punto di non essermi mai persa Pressing – e io detesto il calcio – solo per vedere cosa indossasse e assistere ai suoi spassosi siparietti con Raimondo Vianello. La apprezzo perché è una persona schietta, di sostanza, che ha amato senza accostare il suo nome a quello del potente di turno ma anzi, fidanzandosi anche con artisti sul viale del tramonto o emeriti sconosciuti che solo in seguito sarebbero diventati famosi. Una in controtendenza, insomma. Una che da sempre spicca per il suo stile e che aperto un fashion blog (http://www.befashionnotvictim.com/) solo per ribadire che la moda non è omologazione, perché essere “fashion” non implica essere “victim”.

In questa intervista Elenoire ha deciso di  raccontarsi come mamma: senza fronzoli, comode frasi fatte o accozzaglie di banalità. Non sarebbe nel suo dna.

Swami ha 14 anni: un’età in cui le ragazzine si sentono inadeguate e vivono male il confronto con la mamma, soprattutto se si tratta di una donna bellissima. Capita che si metta in competizione con te?

“Ammetto che questo è un momento molto delicato, così come – del resto – lo fu anche per me: avevo una mamma piacente ed estroversa e non è facile convivere con personalità così forti. Tanto più durante l’adolescenza, fase in cui si covano paturnie e insicurezze. Swami non si è mai messa in competizione con me, ma a volte è come se mi vedesse perfetta: io le ripeto che non mi deve idealizzare, perché sono piena di difetti, come tutti; e glieli elenco pure. E, quando mi rendo conto di aver sbagliato, le chiedo scusa. Per fortuna so scindere il mio lavoro dalla vita privata: se devo andare in tv indosso tacchi e minigonne, ma nella quotidianità scelgo jeans, t-shirt e sneakers.

Swami collabora al tuo blog scattandoti la maggior parte delle foto.
“Sì, e quando preparo gli outfit mi dà sempre il suo parere, così come mi chiede cosa ne penso di quella o quell’altra cosa che indossa: le rispondo sempre in maniera sincera, ribadendole però che l’abbigliamento è un modo per far emergere la propria personalità e che lei non deve seguire i miei gusti, ma assecondare i suoi”.

E cosa dice quando ti vede in tv?
“Vuoi la verità? Non è abituata a seguirmi. Per lei quello è soltanto il lavoro della mamma: un lavoro come qualsiasi altro. Un po’ più eccentrico, forse”.

Hai appena lanciato un profumo, “Be fashion not victim”. Lei lo usa?
“Sì, le è piaciuto moltissimo e ha partecipato attivamente a tutto il percorso creativo: quando tornavo a casa con le ampolle con le diverse essenze le chiedevo sempre un parere e ha contribuito anche al packaging. Mi interessava molto il suo giudizio perché lei rappresenta la nuova generazione e, personalmente, detesto quella tipologia di adulti che non fa che screditare gli adolescenti, sottolineando che sono lazzaroni, non capiscono nulla e non sanno cosa sia l’amore: sono frasi assurde!”.

Una volta gli adolescenti li si castigava vietando la discoteca la domenica pomeriggio: oggi si  confisca lo smart phone?

“La mia ha solo 14 anni e ancora non esce la sera né chiede di andare in discoteca il pomeriggio. Ho scoperto che quando sei genitore cerchi di dare la stessa educazione che hai ricevuto, evitando però di commettere gli errori che hanno fatto i tuoi. Io non possiedo il decalogo con le regole per essere una buona madre, cerco di fare del mio meglio, ma mi rendo sempre più conto che il mondo è cambiato: una volta i pericoli erano facilmente individuabili, mentre ora non è più così. E non puoi pretendere di isolare tuo figlio sotto una campana di vetro”.

Immagino ti riferisca a Facebook e dintorni. Come gestisci il rapporto di Swami con i social?
“Swami non ha Facebook né Twitter: soltanto Instagram, con un profilo privato, che ovviamente tengo controllato per verificare chi la segua e, se ci sono nomi di persone che non conosco, chiedo a lei chi siano. Tempo fa le ho spiegato che non puoi essere certo che la persona che ti chiede l’amicizia sia chi dice di essere. Lei rimase perplessa, ma di lì a qualche giorno si verificò il caso agghiacciante di una ragazzina di 15 anni che si era fidanzata in rete con un suo coetaneo mai visto. Si danno appuntamento e realizza che lui ha 35 anni e appartiene a una setta di pedofili. Per fortuna la ragazzina riuscì a chiamare la mamma dai bagni dell’autogrill, salvandosi dalle grinfie dell’uomo, che la stava portando in Svizzera. Swami restò senza parole e mi disse “mamma, avevi ragione”.

Swami è un’adolescente atipica: non è ribelle e ti ascolta.
“Non mi posso lamentare perché effettivamente in quanto a sensibilità, morale ed etica è diversa da  molte coetanee. Sotto certi aspetti è matura, per altri versi è invece molto bambina e del tutto priva di malizia: si deve responsabilizzare e crescere. Prima di diventare madre sentivo spesso ripetere che “fare i genitori è il mestiere più difficile del mondo”: credevo fosse una gran banalità e invece è proprio così. Io arrivo a sera piena di dubbi: ce la metto tutta per essere una buona madre, ma a volte non puoi che fare il segno della croce e sperare che vada tutto bene”.

Si dice che diventare mamme da giovani porti ad avere un rapporto da amiche, più che da madre e figlia.
“Non è il mio caso: non ho mai voluto essere un’amica per mia figlia! Io sono la sua mamma: quella che sarà sempre al suo fianco per sorreggerla, alleviare le sue pene e il suo dolore”.

A luglio ti sposerai: Swami non ha tradito un po’ di gelosia all’idea?
“Per niente e ti spiego perché: prima di tutto perché io e Ringo abbiamo una relazione splendida, tanto che non ci siamo mai rivolti ad un avvocato. Lui viene da me quando vuole e senza avvisare: Swami vive in una famiglia con genitori separati, sì, ma felici e non ha mai dovuto sopportare liti o ripicche. A tutto ciò si aggiunge che ha uno splendido rapporto con il mio futuro marito,  senza però confondere i ruoli: Ringo è suo padre, Sebastiano il mio compagno. Sebastiano (Lombardi, direttore Marketing di Mediaset, ndr) , poi, è una persona meravigliosa: estremamente socievole e in grado di ascoltare, tant’è che mi ripete che gli adolescenti hanno bisogno di essere ascoltati, non di persone che parlino per ore. Quando ha saputo che ci saremmo sposati scoppiava di gioia e mi ha detto: “Mamma, sono felice che ti sposi con lui!”. Ha deciso di disegnarsi da sola l’abito per il giorno delle nozze e sono ben contenta: voglio assecondare la sua creatività. Io alla sua età mi vestivo in maniera improbabile, ma fa tutto parte di un percorso. Sono passaggi”.

Hai 37 anni, l’età di molte primipare. Mai pensato di avere un altro figlio?
“Oddio no: l’adolescenza è così delicata! Meglio evitare! Ok, vuoi che te la dica tutta? Ringo è stato un padre eccellente e abbiamo un rapporto idilliaco, ma sono pur sempre una mamma che ha cresciuto una figlia vivendo da sola, con i genitori che stanno a Ravenna e preferendo la Brianza a Milano perché volevo che Swami fosse circondata dal verde. Quindi è stata un’esperienza piuttosto faticosa”.

Chiudi gli occhi e dimmi quale è il ricordo più bello di questi 14 anni con Swami.

“Ho amato moltissimo la fase dai 3 ai 5 anni perché è il momento in cui i bambini sono più esilaranti, da buttarsi a terra dal ridere a ogni loro trovata. Ma il momento in assoluto più intenso è un altro: ero incinta di 8 mesi. Mi sveglio e dico a Ringo che sento che c’è qualcosa che non va. Lui mi chiede: “Ti fa male qualcosa?”. Io rispondo di no, ma ho una strana sensazione. Lui insiste perché io chiami la ginecologa e a me non va: non sono una che disturba i dottori ogni due per tre. Eppure dopo qualche ora cedo a questo presagio, le telefono e le spiego che sto bene ma ho una strana sensazione e lei, da donna sensibile, mi invita a presentarmi a un monitoraggio.  A quel punto ho preparato la borsa e sono corsa in bagno a depilarmi perché “non si sa mai”. Non ho fatto in tempo ad arrivare in ospedale che mi trovavo già in sala operatoria: Swami aveva due giri di cordone ombelicale intorno al collo. Stava morendo! Alle sei del mattino seguente sono venuti a svegliarmi  per mostrarmela: ero reduce da un’anestesia totale, con la cicatrice del cesareo e un mucchio di dolori, ma in un nanosecondo sono schizzata in piedi per prenderla in braccio, tirando fuori una forza ancestrale, animalesca… la forza di una madre! Ecco: quello è stato in assoluto il momento più bello della mia vita!”.”

Rossella Martinelli

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