In Italia infatti, ben 9 bambini su 10 già prima dell’anno di età consumano troppo zucchero, oltre i livelli massimi consentiti. E’ vero che la preferenza per il gusto dolce è innata e che gli zuccheri sono fondamentali per la crescita. Ma il troppo stroppia in ogni circostanza. Anche in questa.
Così Claudio Maffeis, pediatria all’Università di Verona, per aiutare le famiglie a ricercare e correggere gli errori nelle loro abitudini alimentari ha stilato una Top 5 delle ‘dolci debolezze’ più comuni che riscontra quotidianamente nelle mamme italiane.
Al 1° posto: una ‘dolce’ concessione come premio per un comportamento corretto è l’abitudine più comune nelle famiglie italiane, radicata nella nostra tradizione educativa.
Al 2° posto: adattare la dieta del bambino a quella della famiglia, dopo il primo anno di età. Si crede infatti che il bambino sia un ‘piccolo adulto’ e non abbia più bisogno di un’alimentazione specifica. In questo è importantissimo il ruolo educativo dei pediatri verso la famiglia.
Al 3° posto: aggiungere lo zucchero come soluzione per accentuare il sapore di alimenti che, secondo il proprio gusto adulto, si pensa non siano apprezzati dal bambino. Spesso i genitori tendono ad aggiungere lo zucchero alla frutta, ad intingere il ciuccio nello zucchero o nel miele per farlo accettare dal piccolo. Con importanti conseguenze sul processo di dentizione, sulla futura insorgenza di carie e sullo sviluppo del gusto.
Al 4° posto: sottovalutare l’impatto della nutrizione sul benessere futuro dei nostri bambini. Una corretta educazione al gusto caratterizzerà le sue scelte anche da adulto.
Al 5° posto: leggere poco attentamente le etichette. E’ importante scegliere prodotti specifici per le differenti fasi di crescita del bambino, prestando attenzione che sull’etichetta sia specificata la quantità e il tipo di zuccheri presenti; meglio scegliere, ad esempio nel caso degli omogeneizzati, quelli in cui gli zuccheri provengano solo dalla frutta.
Cosa posso dire?
A casa mia l’unica che camperebbe solo mangiando dolci sono io. I miei tre uomini non sono affatto golosi (non so come facciano!).
Marco in particolare non mangia nulla che assomigli al cioccolato, alle merende, ai biscotti, alle torte. Nulla.
Ogni tanto mi chiedo: “Ma è veramente figlio mio?”
Io mi commuovo davanti ad una torta, bramo per una fetta di cheesecake. Adoro il cioccolatino post pranzo o cena.
Non potrei mai lavorare in una pasticceria, non ci sarebbe nulla da vendere al pubblico perché son certa che spazzolerei tutto.
Loro no! E infatti l’unica “morbidosa” in casa sono io 🙂
Sulle cinque regole, però, posso fare una osservazione. La mia pediatra, di cui mi fido al 1000 per 1000, mi ha disse chiaramente che dopo il primo anno di età i bambini potevano mangiare tutto, proprio come gli adulti. Certo, magari non cibi molto speziati, ma tutti gli alimenti sì.
Anzi, mi consigliò proprio di preparare un’unica pietanza per tutti, proprio per abituare i bambini ai diversi gusti!
Sulle altre regole, beh! l’avrete capito: adoro la prima. E quando riesco la applico su di me, non solo per premiarmi, ma anche per consolarmi, per godere di un’attimo di felicità assoluta!