Bambini balbuzienti: perché e cosa possiamo fare?

Cosa possiamo fare se il bambino da un giorno all’altro comincia a balbettare?
Come possiamo aiutarlo?
Ce ne parla la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli. 

“Era tanto che non mi capitava un caso di balbuzia, ma proprio ultimamente mi hanno portato una bambina di 8 anni che, da quando ne aveva 6, non riesce ad avere una conversazione serena a causa di questa sua difficoltà linguistica e comunicativa.

Come sempre mi chiedo, pur comprendo la fatica come genitore, perche si aspetta tanto a chiedere aiuto ad un professionista quando il proprio cucciolo fa fatica in qualcosa nella vita? Lo so, non è facile, ma intervenire il prima possibile su questi meccanismi, a questa età, fa la differenza!

Per fortuna il caso in questione non era molto grave come sembrava all’ inizio, ma ho voluto prendere questa situazione come spunto per chiacchierare con voi sull’argomento, e magari, a chiarirvi le idee a riguardo.

 Il fenomeno della balbuzie è molto frequente tra i bambini di età scolare, ha un’età di insorgenza prevalente fra tre e cinque anni  e la percentuale, maggiore nelle aree urbane rispetto a quelle rurali, è di circa l’1% sulla popolazione scolastica totale al di sotto dei 14 anni.

La balbuzie consiste in una interruzione involontaria del normale flusso del linguaggio (un difetto di coordinazione neurodinamica di origine emozionale).

Il soggetto balbuziente, pur sapendo ciò che vuole esprimere, non riesce a farlo fluentemente a causa di una ripetizione, di un prolungamento o di una interruzione nella emissione delle sillabe.

La balbuzie può essere accompagnata da una serie di movimenti ticcosi riguardanti varie zone del corpo, ma soprattutto  gli occhi, il collo, le spalle e le mani.

La disritmia locutoria (così viene chiamata la balbuzie) è essenzialmente un disordine della comunicazione che si manifesta sempre in presenza di un interlocutore e quindi nel contesto dell’interazione verbale.

Per quanto attiene alla patogenesi della balbuzie, questa appare piuttosto complessa e le teorie più accreditate si orientano per una serie di cause multifattoriali, secondo due principali orientamenti: uno di tipo organicista ed uno psicologico.

Le teorie di tipo organicista sottolineano la correlazione tra balbuzie, difficoltà nello sviluppo psicomotorio e deficit nell’associazione uditivo-vocale.

Il punto di vista psicologico, attualmente più accreditato, fa riferimento a tratti di personalità quali l’introversione, l’ansia, la passività e la sottomissione, ma anche all’aggressività e all’impulsività.

Il disturbo insorge tuttavia intorno ad alcune fasi critiche dello sviluppo: a tre anni, quando il bambino sta organizzando il proprio linguaggio e verso i sei anni  quando, all’ingresso alle elementari, deve prendere contatto con l’impostazione sociale della vita e le regole dell’istituzione.

La balbuzie compare e si accentua quando la tensione sale; si attenua quando si è più tranquilli e rilassati.

Per i bambini l’entrata a scuola, lo stress subito da pesanti situazioni familiari, l’incontro con personaggi temuti, sconosciuti ed autoritari ed un ambiente ansiogeno possono determinare la balbuzie.

Molte volte il balbettare dipende anche dalla necessità di controllare l’aggressività e gli impulsi violenti.

Di solito la balbuzie diminuisce notevolmente se il soggetto parla da solo o si rivolge ad essere inanimati o ad animali, dimostrando quanto sia fondamentale l’elemento psicologico.

I bambini balbuzienti sono spesso insicuri, ansiosi, iperemotivi e preoccupati circa ciò che può accadere.

Possono anche essere caratterizzati da forti quote di aggressività non espressa e da tendenze ambiziose inibite.

Le famiglie di questi bambini tendono di solito al perfezionismo: esigono dal figlio elevate prestazioni comportamentali in ogni area di sviluppo, soprattutto in quella linguistica  e cognitiva.

Un’eccessiva premura ed attenzione verso l’espressione verbale del soggetto da parte dei genitori o anche dell’insegnante può produrre nel bambino esitazione e timore, sentendosi continuamente osservato, controllato, giudicato.

Tale preoccupazione può rinforzare l’atteggiamento di controllo da parte degli adulti, determinando in tal modo un circolo vizioso in grado di creare ed alimentare il sintomo.

La balbuzie  talvolta scompare se genitori ed insegnanti tendono a minimizzare il sintomo.

Come si può aiutare a casa e a scuola un bambino che balbetta?

Occorre prima di tutto identificare i soggetti che balbettano, in quanto non è sempre facile. Il sentimento di vergogna e di imbarazzo li porta infatti a dissimulare con efficacia la difficoltà, eludendo abilmente l’interruzione della parola.

 

Molti soggetti riescono a mascherare talmente bene la propria balbuzie attraverso  strategici intercalare, al punto che sembrano avere addirittura un eloquio rapido, fluente e senza problemi.

Una volta identificati, si dovrà cercare di tenere un comportamento disteso mentre vengono ascoltati.

Non si devono dire parole al loro posto né si devono mai suggerire loro tecniche, generalmente sciocche, quali fare un respiro profondo, sostituire una parola difficile con una facile, strizzare gli occhi, parlare lentamente, riflettere prima di parlare ed altre assurdità simili.

Non si dovrebbe mai dare l’impressione di essere frettolosi o di essere impazienti nel parlare e nell’ascoltare. Non si dovrebbe mai cambiare bruscamente l’argomento di cui si sta parlando: il bambino intuirebbe facilmente che vi state spazientendo e accuserebbe vergogna, umiliazione e mortificazione.

Non si dovrebbe mai fare finta di aver compreso quanto il bambino ha detto, se così non è: è più utile comunicare di non aver capito e chiedere di ripetere quanto voleva dire, come si farebbe con qualunque altro interlocutore.

Questo atteggiamento avrà l’effetto di focalizzare la loro attenzione su quanto vogliono dire,  aumentando la percezione dell’importanza dei contenuti della loro comunicazione.

Occorre inoltre vigilare, a scuola e in ogni altra situazione, sull’eventualità che alcuni compagni prendano in giro. Prevenire possibili molestie e umiliazioni aiuterà il bambino ad esprimersi più liberamente, evitandogli inoltre pesanti frustrazioni.

Normalmente la balbuzie sparisce così come è comparsa.

Qualora persista nel tempo e assorba al bambino quantità sempre più elevate di energie, occorre rivolgersi ad uno specialista, al fine di capire insieme quali preoccupazioni si celino dietro la balbuzie.”

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com

18 risposte a “Bambini balbuzienti: perché e cosa possiamo fare?

  1. Mio figlio di 31 mesi da un giorno all’altro ha iniziato a balbettare,non ha mai avuto problemi nel parlare anzi da questo punto di vista è stato abbastanza prematuro nel dire le sue prime paroline,ora però dopo la sosta estiva ha ripreso l’asilo dove tutti i giorni puntualmente quando lo lascio piange (lo ha fatto anche l’anno prima per tutto il periodo in cui ci è andato)lui è molto attaccato a me,ha iniziato con ripetere l’inizio di alcune parole,ora invece parole o frasi che prima pronunciava tranquillamente non riesce a dirle.Quando e come si può intervenire con uno specialista? Devo aspettare perché è ancora piccolo?? Grazie

  2. @giovanna: può essere tutto e niente. Sicuramente un forte stato di stress o problemi in famiglia fanno si che il bambino li faccia propri ma non è detto. Non hai specificato molto. Tipo va all’asilo? Anche questo potrebbe essere la causa di uno stress.
    Per dire io quando ero incinta della seconda avevo la mia prima che aveva poco più di 2 anni e che parlava come una macchinetta. A circa un mese dal parto stavo iniziando a togliere il pannolino visto che era piena estate. Dopo neanche un paio di giorni improvvisamente ha iniziato a balbettare. La pediatra mi disse che erano troppi cambiamenti tutti insieme. Vedeva me con un pancione esagerato e stava passando il periodo dello spannolinamento. Anche se solitamente non si consiglia lei mi disse di fare una scelta. O tornavo indietro e le rimettevo il pannolino (e certamente avrebbe smesso di balbettare) o andavo avanti ma con il rischio che questo stress aumentasse. Io ho scelto di fermarmi e rimettere il pannolino (tutti a dirmi che poi sarebbe passato troppo tempo e cose così). Pur non manifestando nulla di anomalo il suo inconscio parlava x lei. Appena ho smesso lo spannolinamento ha smesso di balbettare.
    Voglio dire spesso possono esserci un’infinità di motivi. Parlane con la tua pediatra magari conoscendo tuo figlio saprà consigliarti. Ma stai tranquilla vedrai che è solo un momento.

  3. ciao ho un figlio di tre anni e mezzo e ultimamente mi balbetta spesso puo dipendere da un forte stress in famiglia? grazie ciao

  4. Posso affermare con certezza che la balbuzie si può risolvere. Io (e molti altri) come me, ne siamo la testimonianza vivente. Anche io soffrivo di balbuzie. Ho cominciato a balbettare a tre anni. Le spiegazioni che i miei insegnanti o il mio medico curante davano erano sempre le stesse: ero ansiosa, ero timida, ero emotiva, avevo subito un trauma. Ho frequentato per vari anni un corso di logopedia senza avere dei risultati. Dopo di chè ho abbandonato ogni speranza di superare il mio problema. Poi però, un giorno, spinta da mia nonna e dalla laurea imminente (nonché dalla spossatezza di portarmi dietro il peso della balbuzie), ho cercato su internet altre soluzioni. Mi imbattei, così, nel sito del Dottor Marco Santilli e, seppur con scetticismo, curiosai tra quelle pagine web e, finalmente, trovai, per la prima volta nella mia vita, una descrizione del problema che andava oltre le troppo banali convenzioni. Per la prima volta un vero specialista di questa disabilità, con anni di esperienza e migliaia di successi alle spalle, mi disse che la balbuzie non era causata da emotività, paure improvvise, timidezza ecc. Mi disse che aveva una radice organica e biologica e si trasmetteva geneticamente. Cosa che mi conquistò immediatamente dato che non sono per nulla ansiosa, emotiva, nervosa o facilmente impressionabile, come dicevano tutti gli altri.
    Così telefonai al numero trovato nel sito per prenotare una consulenza.
    Qualche settimana dopo incontrai il Dottor Santilli che, al solo sentirmi pronunciare – senza particolare difficoltà – il mio nome, fece un quadro completo e preciso non solo della mia tipologia di balbuzie, ma anche della mia personalità. Al che mi aveva letteralmente conquistata. Per la prima volta sentii parlare di balbuzie in un modo diverso, sentivo non solo le parole di un indiscutibile esperto, ma anche di uno che per le lande tortuose della disfluenza era passato.
    L’incontro col dottor Santilli aprii in me una porta di speranza che pensavo chiusa per sempre.
    Premetto che, prima del corso, uscivo fuori da una prova verbale disastrosa: la discussione della tesi di laurea triennale. Un quarto d’ora di discussione in cui non avevo fatto altro che balbettare in modo assurdo, presa dalla forte tensione. Un’esperienza che mi lasciò un profondo senso di frustrazione.
    Decisi di frequentare il corso e che mi sarei impegnata a fondo per vincere il mio nemico definitivamente.
    Fu esattamente quello che feci.
    Un mese dopo, sostenni il primo esame orale della specialistica. Quaranta minuti di discussione fluente, naturale. Parlavo proprio come avevo sempre desiderato, come tutte quelle ragazze e quei ragazzi che avevo sempre invidiato per le loro esposizioni verbali con le quali la mia parola non avrebbe mai potuto competere. Un anno e mezzo dopo, la discussione della tesi di laurea specialistica. La mia rivincita. E tante altre rivincite sulla mia balbuzie passata avrei preso fino ad oggi.
    Da quando ho fatto il corso non faccio altro che consigliarlo a più persone possibili. So cosa significa vivere con la balbuzie, non è una vita che si vive appieno. Ma superarla è possibile. Quello che dico ad altri balbuzienti, come lo ero io, è di non perdere le speranze, di non restare intrappolati in una domensione che non vi permette di realizzarvi nella vita, che vi preclude strade e sogni.

  5. Ciao io sono balbuziente da una vita, ho 5o anni e all’epoca non c’erano gli strumenti di oggi, io ho visitato molti Ospedali, ma ricorda di moltissimi encefalogrammi per poi dirmi che era un fatto nervoso dovuto ad una situazione non proprio tranquilla della mia famiglia. Oggi non penso possa essere curata, pazienza….

  6. @Nadia. Ciao Nadia, piacere sono Carmela.
    Posso dirti la mia esperienza riguardo al Bruxismo. Non ne soffrono i miei figli, ma io.
    Nel sonno contraggo le mascelle e da una parte con l’andar del tempo si sono consumati due denti (rispetto agli altri due della parte sinistra, sono più corti. Mi alzavo spesso con dolori alla mascella e a volte forti mal di testa. Sono già 4 anni che di notte porto il Bite. Quando sento di essere nervosa, lo metto anche qualche ora di giorno. E’ invisibile, non dà fastidio e si può parlare normalmente.
    Se si tratta di bambini non saprei.

  7. …In ogni modo……qual’è l’età migliore per far vedere il bimbo da uno specialista? Avete consigli “pratici” da mamme da darmi…???

  8. Maria, posso chiederti un favore ? se ci fosse la possibilità in futuro, si potrebbe parlare con la dottoressa di Bruxismo ? Mi hanno detto che può dipendere anche da un fattore psicologico e mi piacerebbe saperni di più ! Grazie

  9. Ecco…questo articolo me lo leggerò spesso….è un problema che mi riguarda…anche se, come mi ha detto il pediatra, è presto, perchè ha solo 3 anni e mezzo.
    Sta di fatto che da quando è stato grave in ospedale (a 23 mesi) balbetta. Cioè, va a periodi…a volte va liscio, a volte, in certi momenti psicologici particolari (tipo ora con l’inserimento all’asilo) riprende a balbettare…più che altro prende la “rincorsa” con la prima parola, per iniziare la frase, oppure si blocca a ricomincia da capo…la psicologa, quando andai per chiederle consiglio su come fare a spiegargli la sua malattia, con la quale dovrà convivere tutta la vita, mi disse che è un fenomeno che può succedere nei bambini che imparano a parlare molto presto…ma io non sono convinta. E’ vero che a livello di proprietà di linguaggio parla davvero molto molto bene per la sua età, ma….credo che la motivazione vada cercata altrove..
    Non è che sia un grosso problema, ma lui ci soffre perchè mi dice che a volte gli altri bambini lo prendono in giro…ovviamente tra bambini è normale, ma lui ci sta male.

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