Un viaggio nella terra del sole, del mare e dei babà

Amalfi

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Descrivere un viaggio così bello in poche righe è difficile, ma stavolta ho portato le prove, queste splendide foto!
Vi prometto che cercherò di essere sintetica.
Cominciamo dall’inizio, dal 25 aprile.

Potevamo partire proprio nel giorno del compleanno di Luca? E poi, per andare dove? Non avevamo ancora prenotato nulla!
Il sole splendeva a Milano, ma le previsioni meteo per il Nord non erano particolarmente positive.
Quindi una cosa era certa: bisognava dirigersi verso Sud.
Due i miei grandi desideri: visitare la Sicilia e Napoli.
La prima troppo lontana da raggiungere in auto.
Allora siamo andati in Campania e precisamente a Napoli, Sorrento, Positano, Amalfi, Vesuvio, Capri e poi ancora a Napoli. E infine, gli ultimi tre giorni in Puglia, a casa di mammà!
Era da una vita che sognavo una vacanza così!
E’ inutile descrivervi i posti, le foto parlano da sole.
Ma quel che mi è piaciuto di più è la “chiacchiera” dei napoletani. La loro allegria, ospitalità e simpatia.
Abbiamo trovato un bilocale in un villaggio, il Blue Village a Meta di Sorrento.
Un posto molto accogliente, con prezzi ragionevoli, un bel parco giochi per i bambini, una piscina con scivoli (che però non era ancora attiva) e una vista panoramica sul mare che riempie gli occhi di beltà e i polmoni d’aria buona!
Il mare, però, non era proprio alla portata, c’erano da fare forse duecento gradini, ma un po’ di allenamento non fa male. Senza i 40 gradi dell’estate era anche piacevole fare un po’ di scale!
Alla reception Giusy, una ragazza davvero disponibile, e il mitico “zio Franco”. Abbiamo trascorso un’intera serata a chiacchierare. Una parlantina niente male, batte anche me 😉
Non c’era tante gente nel villaggio, per cui si stava proprio bene. L’ultimo giorno, invece, sono arrivate delle famiglie napoletane. In meno di mezz’ora avevano imbandito una tavolata di tre metri e hanno cantato e mangiato fino a notte fonda. La noia non abita proprio da quelle parti.

Altra nota di colore: bisogna trattare i prezzi di ogni cosa. Anche dei parcheggi.
A Positano volevamo lasciare l’auto non lontana dal centro. Ci siamo avvicinati al primo parcheggio e ci hanno chiesto 7 euro all’ora. Ce ne siamo andati. E siamo andati via anche dal secondo. Mio marito stava per cedere al terzo parcheggio, ma sette euro mi sembravano veramente un furto. Ho trattato con il parcheggiatore: siamo arrivati a 4 euro all’ora e mi hanno offerto anche un babà!

A Napoli, invece, oltre alle meraviglie della città, c’erano anche dei bambini strepitosi. Vestiti con i colori della squadra di calcio, giocavano per strada con i palloni in assoluta libertà. Sembravano tutti dei piccoli Maradona.
Marco: “Mamma, ma questi bambini non ce l’hanno la mamma? Sono stati abbandonati?”
E’ stato difficile spiegargli che lì è così, è tutto un altro mondo!
C’era un bambino che poteva avere più o meno tre anni, dribblava che era un piacere guardarlo. Ad un certo punto è caduto, si è sbucciato le ginocchia, ma non si è lamentato, non ha pianto. Si è rialzato ed è tornato alla conquista del pallone. Uno spettacolo!

Volevo mangiare la pizza da Sorbillo e le sfogliatelle di Scaturchio. Ma c’erano file chilometriche da aspettare e ho rinunciato! I bambini non avrebbero avuto tanta pazienza. E poi non volevo perdere tempo, avevamo ancora tante cose da vedere e poco tempo per farlo!
Mi sono accontentata di un tipico panino napoletano farcito con uova sode, prosciutto e un’altra infinità di cose! Oserei dire… niente male!

A San Gregorio Armeno siamo rimasti a bocca aperta.
Marco: “Mamma, ma perché qui fanno il presepe in estate? A Napoli il Natale è adesso?”
Lo ha sentito un vecchietto del posto, è scoppiato in una risata fragorosa. Credo che ancora stia ridendo!
La via dei presepi è un piccolo viaggio tra il sacro e il profano. Accanto alla Madonna e a San Giuseppe si può trovare Belen con il compagno. Vicino al Papa, Beppe Grillo, Bersani e Berlusconi. Al posto degli angeli Lucio Dalla e Rita Levi Montalcini.  Al posto del pastorello Marco Mengoni che canta con Maria Nazionale e Califano.
Abbiamo visitato il Duomo, il castello Angioino, piazza del Plebiscito, il lungomare, la zona di via Chiaia, il Decumano maggiore, inferiore e superiore, con la mitica Spaccanapoli, Piazza del Gesu Nuovo, la cappella di Sansevero con lo splendido Cristo Velato, e poi e poi e poi.
Abbiamo camminato per ore, ore e ore senza mai fermarci. E i bambini ci hanno seguito, senza mai lamentarsi. O quasi mai!

Eppure non mi è bastato. Non mi sono saziata. Napoli è talmente grande, talmente bella che ci dobbiamo per forza ritornare. Dobbiamo vedere ancora tante cose, una fra tutte : la Napoli sotterranea. E poi ci dobbiamo fermare anche a mangiare.

Questa, obiettivamente, è l’unica cosa che non abbiamo fatto. Ci siamo nutriti con panini e focacce durante il giorno e la sera abbiamo cenato nel villaggio. Ho cucinato io. Per cui non abbiamo assaporato le bontà culinarie del posto.
Ma una cosa l’ho notata: per i napoletani l’acqua frizzante è la Lete o la Ferrarelle, ossia l’aqua effervescente naturale. L’acqua gasata, quella strong strong, è difficile da trovare. 😉

Cos’altro dirvi? Che Capri è meravigliosa? Ma è una cosa risaputa! Che ha dei panorami mozzafiato? Anche questo si sa.

Forse non si sa che a Sorrento ci sono “Le delizie al limone” che sono dei dolcetti stratosfericamente buoni. Se vi capita di andare da quelle parti, scordatevi la dieta: tra delizie al limone, sfogliatelle ricce e rotonde e babà, i chili sono assicurati, ma il vostro palato  e il vostro stomaco ve ne sarà infinitamente grato. Il vostro umore ne gioverà 🙂

Ieri ho chiesto a Marco: “Cosa ti è piaciuto di più?”
Mi ha risposto: “Tutto, specialmente il vulcano Vesuvio!”
Siamo andati anche lì. 🙂
Stamattina il mio piccolo grande camminatore ha portato a scuola un pezzo di lava che ha preso sulla bocca del Vesuvio. E’ un cimelio da mostrare ai compagni: gli è costato quasi cinque ore di ricerca e di cammino.

Gli ultimi tre giorni siamo andati in Puglia, a casa da mammà! E lì abbiamo finalmente festeggiato il compleanno di Luca. Ha spento le sue tre candeline con tutti i nonni e i parenti.

Ed ora eccomi qua. Guardo e riguardo le foto e penso: chissà quando torneremo a Napoli!

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