Le nuove norme sul congedo parentale per i papà

Il 13 febbraio 2013 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale che disciplina il congedo parentale per i neo-papà.

Un giorno di congedo obbligatorio e un massimo di due giorni di congedo facoltativo: queste sono in estrema sintesi i giorni di astensione dal lavoro che dovranno essere riconosciuti ai neo-papà in occasione della nascita di un figlio. L’articolo con tutti i dettagli (che vi consiglio di leggere) è sul blog “Il professionista risolve”.
Che dire?
Che è pochissimo, quasi nulla, ma un passo avanti rispetto a prima!
Mio marito per starmi vicino quando sono nati i nostri figli ha dovuto prendere giorni di ferie. Ora almeno un giorno è garantito.

La cosa che mi ha fatto più sorridere (per non dire piangere)?
Il punto in cui si legge: “Se il papà decide di prendere i due giorni di facoltativa, questi saranno decurtati da quelli della mamma!”

E poi mi vengono in mente paesi con la Danimarca, la Finlandia. Un altro mondo rispetto al nostro. Un’altra cultura!
Lì in maternità (obbligatoria) ci vanno tutti i papà, compresi i grandi manager.

Qui in Italia se un papà decide di prendere il congedo parentale… viene quasi deriso dagli stessi colleghi!

 

17 risposte a “Le nuove norme sul congedo parentale per i papà

  1. Guardate che… esiste anche il congedo parentale per il papà…. che va fino a 7 mesi retribuiti al 30% fino al terzo anno del figlio… e non retribuito… dal 3° al 8° anno del figlio.

  2. Io o un problema io lavoro alla scuola sono bidella o richiesto 15giorni a dicembre na il segretario non me le vuole dare. Dice perché mio marito non é. In ospedale non é. A diritto è. Vero mio marito e un portatore di andicap al 100\q100 autentificata dal asl

  3. @mimi: sai qual è la differenza tra i tipi di assenze che hai citato? Su maternità o malattie i dipendenti non devono concordare con i datori di lavoro ed i datori di lavoro non possono opporsi perchè sono diritti. Mentre il discorso ferie è differente: è sempre e comunque un diritto del lavoratore ma su questo i datori di lavoro hanno voce in capitolo e possono non conederle. Ogni caso è a sè (mio marito, infatti, non ha avuto problemi a stare a casa e vedo che anche nell’azienda in cui lavoro io non hanno problemi a concederne) ma purtroppo ci sono alcuni principali o responsabili (vedi nel caso ci ciocco) che se possono metterti il bastone tra le ruote lo fanno ….

  4. @mimi: secondo me dipende molto dall’ambiente di lavoro…da me non si sta a casa un anno per la maternita’, al massimo 6-7 mesi e poi comincia l’opera di terrorismo per farti rientrare, nonostante sia un sacrosanto diritto! In atri reparti invece c’e’ gente che e’ rientrata abbondantemente dopo l’anno senza alcun problema….e spesso a pagarne le conseguenze sono stati i colleghi/e rimasti. Pero’ in ogni caso la responsabilita’ e dell’azienda che non si organizza correttamente prendendo un sostituto senza obbligare al rientro anticipato o sovraccaricare i poveretti che rimangono!
    Nel mio caso sono stata molto contenta di rientrare a lavoro con l’orario ridotto per l’allattamento, quando Fede ha compiuto 6 mesi…avevo proprio bisogno del mondo esterno, oltre a quello di casa fatto di pappa,nanna e pannolini, pero’ non credo sia giusto venire obbligati

  5. @mimi: mio marito aveva concordato di stare a casa una settimana, nonostante il lavoro a tempo determinato e l’azienda gliel’aveva concesso, quando è stato il momento gli hanno concesso solo il giorno della nascita e anzi, come ho già detto prima, gli hanno cambiato DI PROPOSITO il turno e fatto fare la notte il giorno in cui sono uscita dall’ospedale!!!! come dice stellina e silviafede è la mentalità di alcuni uomini che ricoprono cariche decisionali che non permettono ai neo padri di stare con i propri figli appena nati… sicuramente ci sono padri a cui non interessa, ma molto spesso è l’ambiente lavorativo che non lo permette…così come ci sono aziende che dopo l’anno del bambino lasciano a casa le madri (e ce ne sono!!!!) oppure “gentilmente” ti chiedono di non fare la maternità facoltativa (e so di casi in cui pure la maternità obbligatoria non è stata fatta) alle madri, e al giorno d’oggi soprattutto con questa crisi si è costretti a rientrare al lavoro x mantenere il posto!!!!

  6. @ Silviafede: non capisco, giuro. Qui da me c’è stata gente che è tornata dopo 1 anno di maternità, lasciando che le colleghe si facessero il lavoro loro + quello della persona in maternità. Senza farsi assolutamente problemi.

    Gli uomini invece sono tanto più importanti? Coprono talmente tanto posti di rilievo (in generale, non i vostri in particolare) che l’azienda va a gambe per aria senza di loro?
    Di una donna in maternità si può fare a meno, tanto poi si “sbatte” chi resta a sostituirle, con tutti i casini annessi e connessi, ma un uomo che chiede una settimana non si può? Se si ammalano non stanno a casa?

    Mah… Sarà che, ripeto, io sono parecchi mesi che lavoro in un reparto dimezzato per la maternità di una collega e ho preso in carico io tutta la roba sua + la mia… (perdona i toni ma se potessi sono cose che direi a chi ha deciso di non sostituirla, mentre in altri reparti ci sono state le sostituzioni… serie A e serie B)

  7. @mimi: non sempre e’ possibile, ad esempio mio marito e’ tornato al lavoro il giorno dopo, con molto dispiacere ma non ha potuto fare diversamente. Poi il giorno che sono uscita dall’ospedale ha preso mezza gionata, mi e’ venuto a prendere e siamo rimasti a casa insieme il pomeriggio, ma il giorno dopo era di nuovo al lavoro. Ha cercato di prendere qualche mezza giornata qua e la’ per stare con noi, ma di piu’ non ha potuto…

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