Che weekend!

Mi piacerebbe raccontarvi del mio fantastico weekend.
Ma purtroppo non posso. Non perché non voglia, ma perché non c’è stato niente di fantastico nel weekend appena trascorso.
Faccio un passo indietro. Venerdì ore 16:00, mentre ero in ufficio, affogata come al solito nelle mille e passa cose da fare, squilla il cellulare.
Guardo lo schermo, vedo la scritta “NIDO” e ancor prima di rispondere mi dico: “cavolo… NO! Luca…”
Rispondo: “Pronto?”
L’educatrice: “Maria, solo per dirti che Luca ha avuto due scariche brutte. Se ne fa una terza devi venirlo a prendere”.
Mi dico: “Beh! Pensavo peggio. Speriamo sia un falso allarme!”
Dopo un quarto d’ora, squilla di nuovo il cellulare e di nuovo vedo la scritta “NIDO”
Penso: “Luca sta per battere la ritirata!”
Rispondo: “Pronto?”
L’Educatrice: “Aggiornamento, altra scarica, più vomito. Devi venire subito a prenderlo”.
Yeppa, ha fatto l’en plein.

E così è iniziato questo weekend, come immaginate, fatto di notti insonni, di febbre arrivata a quaranta, e di mammite acuta.
Stamattina ho lasciato il mio piccolo, ancora barcollante, con la tata, la stupenda e insostituibile nonna Emilia. Ma ho già avvisato il capo che scapperò prima!
😉

43 risposte a “Che weekend!

  1. @ Ciocco: ecco vedi, questo è quello che dico io, ci vuole un minimo di idea delle finanze di famiglia e poi o si procede o si aspetta un pochino… Va bene fare rinunce ma se non ci si riesce, non ci si riesce.
    Ricordo che avevi già parlato di tua cognata e in effetti finché trova chi le tiene i figli non capirà mai cosa vuol dire essere responsabili – tipo quelle che i figli sono solo “status symbol della coppia e della femminilità” (e poi ha nonne/zie/baby sitter e quant’altro).

    Qui da noi non ho capito se è alla terza gravidanza (in 3 anni) una collega appena rientrata dalla maternità di un anno del secondo figlio (e anche per il primo era stata via quasi un anno – si vede che non ha bisogno di soldi)… Vedremo tra un po’ ma mi è parso di capire e di vedere che è così… Inizia la solita tornata di incinte…? se così fosse siamo a due e di solito il numero tende a salire (massimo siamo arrivate a 6 in contemporanea, fortuna siamo tanti…)

  2. @ciocco73: dopo i 30 anni i figli non si devono fare??? 🙂 Mi fa morire dal ridere!!!!! Suona strano detto da una persona giovane …. mi sa più di discorso da “persona datata”!!!! Che cosa succede, secondo lei, dopo i 30 anni per non dovere più fare figli???? 🙂 🙂 🙂 Figurati che io mi sono messa con mio marito che a momenti avevo 30 anni (27) … allora avrei dovuto farli subito!!!!

  3. @mimi: anch’io la penso come Ale e silvia e te, anche se Luca l’abbiamo fatto con un pizzico di pazzia (c’era sentore di licenziamento nella ditta di mio marito, anche se sapevamo che avrebbero dato una buonuscita) ma cmq abbiamo fatto due conti e ci stavamo dentro, inoltre la crisi non era quella che c’è adesso, infatti mio marito, seppur con lavori a tempo determinato ha sempre lavorato a parte i primi 4 mesi.
    con l’idea di fare il secondo non siamo così pazzi da averci provato subito dopo luca, ci proveremo ora che abbiamo finito il nido di luca e mio marito è passato fisso. perchè mio marito è stato categorico (giustamente) “se non ho il posto fisso niente secondo bambino… abbiamo responsabilità verso Luca!”
    ci sono però persone (e parlo di mio fratello e sua moglie) che al giorno d’oggi, per pura incoscienza, fanno 3 (e dico TRE) figli nonostante lavori solo lui e solo perchè lei ha in testa e lo declama sempre (tanto che qualche volta ho la tentazione di darle una sberla) che dopo i 30 anni i figli non si devono fare!!!! tanto lei i figli cerca di sbolognarli a destra e manca ogni volta che può nel fine settimana!!!

  4. Dimenticavo: mia mamma invece è d’accordo con me! Se fosse una 30enne di oggi non farebbe un figlio senza un lavoro o una minima certezza economica…

  5. @ SilviaFede & Ale: infatti è quello che ho detto io a mio padre: tempi diversi. Anche loro erano monoreddito (o meglio, lo sono diventati dopo il matrimonio anche se mia madre non voleva lasciare il lavoro) e hanno avuto 2 figli senza particolari programmi. Ma la vita era un po’ più semplice, e di certo con questi chiari di luna io non mi avventurerei a fare un figlio se non ho un minimo di certezze almeno lavorative.
    Tutto lì.
    Non mi metto certo a tavolino a conteggiare tutto ma una mezza idea su come fare, per esempio, a pagare il nido o no e, se no, chiedere il part-time, bisogna farsela.

    E’ quello che dico anche io, per loro è quasi più difficile da capire… A volte mio padre si è un po’ buttato “a pesce” nelle cose e anche se certe volte il passo è stato più lungo della gamba, con conseguenze per tutti, mi sa che ancora non ha ben chiaro che essere razionali, a volte, fa evitare di prendere cantonate dettate dalla “passione” (per qualsiasi cosa)… Però forse ecco, questo è un altro aspetto del divario generazionale…

  6. @mimi: tuo padre ha parzialmente ragione: anche nella mia famiglia abbiamo sempre vissuto in 4 con il solo reddito di mio padre (che faceva l’operaio) e lui e mia madre non ci hanno certo “programmate” (me e mia sorella) in base alla situazione economica … ma è anche vero che, in proporzione, la vita costava di meno: l’affitto o la rata del mutuo della casa non equivalevano alla metà dello stipendio …. Questo purtroppo la generazione precedente alla nostra fatica a comprenderlo!!!! Anche io come te e come Silvia non credo avrei mai fatto un figlio senza la certezza di poterlo fare crescere. E’ vero che i bambini hanno bisogno soprattutto di amore … ma hanno diritto anche a mangiare tutti i giorni e ad avere un tetto sulla testa!!!!

  7. @mimi: credo dipenda molto anche dal carattere e dalla componente razionale di ognuno di noi…io la penso come te, senza due stipendi fissi e un tetto sopra la testa (seppur con mutuo trentennale) non avrei mai fatto un figlio. Sono esagerata? Forse si, ma ti dico che mio marito e’ anche peggio di me, per noi queste erano le condizioni base per mettere al mondo un figlio, atto che richiede una grande responsabilita’ verso chi nasce, pero’ molta gente non la pensa come me e te ma come tuo padre…forse vivono meglio perche’ riescono a scegliere con piu’ “leggerezza” ma io proprio non ce la farei!

  8. Ecco, giusto l’altro giorno dicevo a mio padre che oggi prima di fare un figlio bisogna anche (purtroppo) fare i conti con l’economia domestica.

    Secondo lui invece il mio ragionamento è troppo razionale, se avessero ragionato così le generazioni prima (incluso lui), ci saremmo estinti da un pezzo, un figlio è 80% amore e 20% razionalità, non puoi metterti lì a dire “allora se faccio il figlio i pannolini costano tot, il nido costa tot, gli abiti…”. Ha detto “Noi (come generazione e anche come lui+mia madre) forse eravamo più incoscienti? Ci si sposava e si facevano figli pur avendo un reddito solo, non si facevano grandi conti”.

    Infatti, gli dicevo io, questo prima. Ma oggi? Quando ci si rende conto che non portano i conti, che lo stipendio non basta, che i sacrifici non bastano… che si fa? Indietro non si torna, quindi meglio pensarci prima…

    Magari sbaglio eh. Ma se fai un mutuo per l’auto e non ce la fai a pagare, la macchina la vendi, un figlio no…

  9. @Sonia, grazie mille x gli auguri.
    @Laura, mi spiace molto. Ma sono convinta che le cose cambieranno in meglio, nn lo dico così tanto per, ma perchè ci sono passata. Ora le cose vanno bene (incrocio le dita), è arrivata la svolta x me e mio marito, non che adesso navighiamo nell’oro ma siamo più tranquilli. Nn ti abbattere, tieni duro e credi fermamente che a breve le cose miglioreranno e così avrete anche la gioia di un figlio a completare il quadro. Facciamo un patto, sono certa che tra qualche mese ci scriverai x dirci che stai x avere un bambino e che tu e il tuo compagno avete finalmente il lavoro che vi meritate e/o sognate. Devi crederci sul serio però.Adesso godetevi ancora la vostra vita di coppia. Un abbraccio e un in bocca al lupo sincero.

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