Tra stop e go, le iscrizioni comunque vanno avanti. Ieri mattina (22 gennaio) il sito del ministero ha registrato quasi un milione di accessi (con picchi nelle fasce orarie che vanno dalle 9.00 alle 13.00).
Numeri alla mano le domande inserite sono state 52.501, 36.384 quelle inoltrate alle scuole. Le Regioni dove si è registrato il più elevato numero di domande inserite sono: la Lombardia (14.248 domande), il Lazio (6.403), il Veneto (4.581) e il Piemonte (4.348).
Secondo la tabella delle connessioni, le famiglie si sono collegate, seppure in maniera meno massiccia, anche durante la notte: 2.520 connessioni tra le due e le tre, 2.488 tra le tre e le quattro, 2.416 tra le quattro e le cinque.
“In questi primi giorni c’è un eccesso di presenza, il periodo per l’iscrizione dura fino al 28 febbraio quindi c’è tempo, invito tutti a procedere ma con dovuta tranquillità e serenità. Non ci saranno selezioni in base alla data di presentazione per cui non c’è nessun problema da questo punto di vista” ha rassicurato il ministro.
Da viale Trastevere ammettono che ci sono stati ingorghi (soprattutto per la contemporaneità massiccia di accessi), ma nulla che possa compromettere la riuscita dell’operazione. E comunque si sta aggiustando il tiro: è pronto un gruppo di intervento tecnico di supporto ai server per fronteggiare eventuali criticità e si sta potenziando la memoria web.
A dar man forte alle proteste di tanti genitori, con deficit tecnologici o spazientiti davanti a ripetuti ‘flop’ nella registrazione, le associazioni dei consumatori. “Se i disagi registrati ieri dovessero continuare, molte famiglie potrebbero non riuscire a effettuare l’iscrizione a scuola entro il termine previsto. E’ necessario, quindi, che il Ministero preveda una proroga per prevenire episodi di sovraffollamento” chiede la Federconsumatori mentre il Codacons invita il ministro Profumo a fare retromarcia sull’obbligatorietà dell’iscrizione on line o, in alternativa, propone di regalare, ai genitori che non lo possiedono e ne fanno richiesta, i computer che la Pubblica Amministrazione periodicamente elimina per il naturale svecchiamento delle apparecchiature”.