Anche il piccolino la canticchia costantemente, anche in macchina. Aiutooooo!
Ieri pomeriggio, ad una festa di compleanno, l’animatore ha avuto l’idea di mettere proprio quella canzone per aprire le danze.
Non vi dico la gioia di tutti i bambini.
Sono corsi tutti a ballare il Pulcino Pio. Conoscevano tutti passi, tutte le le mosse di tutte le strofe. Incredibile!
E io ho avuto l’occasione per ascoltarla per intero a apprezzarne l’arguto testo: “In radio c’è un pulcino, in radio c’è un pulcino, è il pulcino pio, è il pulcino pio, è il pulcino pio, è il pulcino pio, è il pulcino pio, è il pulcino pio”.
Poi si passa alla gallina. “In radio c’è una gallina, in radio c’è una gallina…
e la gallina cò, e il pulcino pio e il pulcino pio, e il pulcino pio, e il pulcino pio, e il pulcino pio”.
Dopo la gallina è la volta del gallo, del tacchino, del piccione, del gatto, del cane, della capra, dell’agnello, della mucca… e non mi ricordo più quale altro animale.
Demenziale? Noooooo!
“Ai miei tempi c’era Branduardi che cantava alla “Fiera dell’Est”. Ma non c’è paragone.
Quella è musica, anzi poesia”, ho detto ad un papà che era con noi alla festa.
“Hai ragione, mi ha risposto. Ma ai nostri tempi c’era Gioca Jouer. Ti pareva meglio? Era dello stesso tipo, un testo facile, da ballare. Questo è ripetitivo e orecchiabile, il massimo per i bambini. Ecco perché piace tanto. Poi aggiungi due movimenti per ballare… e il successo è garantito”.
Ok, avrà pure ragione. E il tipo che è riuscito a fare tanti soldini con questo motivetto è un genio.
Ma rimane il fatto che io… il Pulcino Pio… proprio non lo sopporto!