Non sono argomenti nuovi, ma di sicuro attuali. Perché, come ogni anno, balzano agli onori della cronaca, riempiono le prime pagine dei giornali e suscitano clamore e scalpore.
Di che sto parlando? Della mensa scolastica.
A Pistoia, qualche giorno fa, centinaia di famiglie si sono radunate in piazza Duomo, per protestare contro il caro mensa e l’aumento delle tariffe per i servizi dell’infanzia deciso dal Comune, guidato dal sindaco Samuele Bertinelli. Da quest’anno, per le famiglie con Isee superiore a 30.000 euro, la tariffa giornaliera per un pasto è di 6,50 euro.
Più del valore dei buoni pasto, che in media, hanno i genitori!
E così questi bambini stanno mettendo in atto il primo sciopero della loro vita boicottando la mensa e portando a scuola un panino per il pranzo.
Anche a Cavenago, in provincia di Monza, alcuni bambini probabilmente si porteranno il panino da casa. Ma per un altro motivo: i genitori sono morosi e non pagano la mensa.
Avvisati e intimati dai servizi sociali, non hanno dato risposta.
E’ stato proposto loro di ritirare i figli da scuola per l’ora di pranzo, oppure di sanare i debiti pian piano. Ma nulla.
Se le cose non cambieranno, il sindaco ha avvisato le famiglie che prenderà provvedimenti: ossia non darà ai piccoli la loro razione di pranzo, ma li sposterà in altri locali e lì mangeranno ciò che porteranno da casa.
Chiamato al telefono da Barbara d’Urso, durante Pomeriggio Cinque, l’assessore alle politiche sociali, Francesco Seghi, ha assicurato che queste famiglie non sono tra quelle in difficoltà. Non rientrano tra quelle che hanno presentato i documenti in Comune perchè impossibilitate economicamente a pagare la retta. E allora?
E’ giusto far pagare ai bambini gli errori dei genitori, isolandoli in un momento conviviale come il pranzo?
E nello stesso tempo, è giusto che le altre famiglie si debbano accollare anche i costi di questi “genitori furbetti”?
L’assessore ha assicurato che finora nulla di tutto ciò che si è letto sui giornali è stato fatto. I bambini non sono stati allontanati dalla classe. Ma, se le cose non cambieranno, qualcosa in futuro dovrà pur accadere. Così non si può andare avanti.
Ma cosa? Se foste voi l’Assessore alle politiche sociali cosa fareste?
Per quanto riguarda la mia realtà, a scuola di Marco la retta per la mensa è di 4,50 euro al giorno. E’ un servizio esterno. Sinceramente non so la qualità. Le altre famiglie non si lamentano e gli altri bambini neppure. So solo che Marco diverse volte in passato ha saltato i pasti perché quelle pietanze non erano di suo gradimento (lunedì ad esempio c’era la pasta con i peperoni e non l’ha neppure toccata!). Ma questo… è un altro problema 🙁
Mentre al nido pago 5,50 al giorno. C’è la cuoca Vanna che è una vera chef. Prepara delle pietanze squisite e il mio Luca, che è un buongustaio, fa sempre il bis!
Non è poco, ma è meno di 6,50 euro, che mi sembra un filo esagerato per un piatto di pasta e un mini-secondo!