E’ tutto chiaro?
Venerdì scorso, esattamente una settimana fa, abbiamo deciso di fare le valige e partire. Meta? Come al solito nessuna in particolare.
Ormai abbiamo imparato: non facciamo programmi a lungo termine. E per noi dalla mattina alla sera è già un lungo termine. 🙂
Nel primo pomeriggio siamo andati su un sito di previsioni meteo, abbiamo visto che nel Nord Est ci sarebbe stato bel tempo. E abbiamo definito la prima tappa: Venezia.
Ero sicura che Marco avrebbe apprezzato.
E così è stato.
I piccioni di piazza San Marco lo hanno entusiasmato!
Anzi tutti e due erano felicissimi di correre dietro a questi simpatici volatili (simpatici mica tanto!).
Non è stato facile evitare incidenti.
La piazza era gremita di turisti. Tutti intenti a fare foto.
E loro correvano, correvano, correvano.
Credo che i miei due pargoli siano stati immortalati da innumerevoli flash.
“Mamma, ma questi signori di questa città sono proprio poveri?” mi ha chiesto Marco mentre passeggiavamo per le calli veneziane.
Io: “No amore, anzi! Ma perché ti sembrano poveri?”
E lui: “Perché le case hanno tutte le persiane rotte, sono vecchie e hanno il muschio dappertutto”.
Ho pensato: che spirito d’osservazione questo bambino. Chissà cosa stanno vedendo quei piccoli occhi. Non tutte le meraviglie di questa stupenda città, ma la trasandatezza di alcuni scorci.
Gli ho risposto: “Sai Marco, queste case non sono vecchie, ma antiche, poi hanno la base nel mare. Sono un po’ umide. Per questo si crea il muschio!”
Dopo pranzo erano cotti. E così abbiamo approfittato della loro pennichella pomeridiana per spostarci.
In macchina chiedo a mio marito: “Dove andiamo?”
E lui: “Cosa ti piacerebbe vedere?”
E io: “Trieste”
E lui: “Ok, ma prima ci fermiamo a Grado”
Siamo arrivati su questa lingua di terra e sono rimasta incantata. Il mare è proprio a misura di bambino: acqua bassa, trasparente, e tanta tanta sabbia.
Abbiamo trovato un albergo e ci siamo fermati lì.
La mattina successiva eravamo sulla spiaggia. E nonostante io dicessi alle mie due pesti: “Non sporcatevi, non bagnatevi”, dopo mezz’ora, con la complicità di mio marito, avevano sabbia ovunque ed erano anche a mollo.
Alè!
Marco: “Mamma, ma qui non ci sono le vongole?”
E io: “Le vongole?”
E lui: “Sì, le barche piccole!”
E io: “Gondole, amore, non vongole! No, quelle sono tipiche veneziane”
Credo che sia stato il giorno che hanno apprezzato di più. Al mare si sono divertiti da matti.
Nel pomeriggio ci siamo rimessi in macchina mentre i bambini riposavano. Destinazione Trieste.
Dopo un paio d’ore eravamo lì.
Al risveglio i bambini erano freschi e riposati. Noi eravamo già sul distrutto andante!
Trieste, che città stupenda!
La piazza principale è davvero meravigliosa. E mentre io ammiravo estasiata i palazzi, Marco mi ha chiesto: “Mamma, ma qui non ci sono i piccioni?”.
Io: “I piccioni? Marco, con tutte queste meraviglie da ammirare tu a che pensi… ai piccioni?”
E mio marito: “Qui ci sono i gabbiani che sono più grandi e cacciano via i piccioni”.
Non so se la spiegazione sia stata veritiera oppure inventata, ma a Marco è bastata.
Poi guardandomi, il mio amato consorte mi ha detto: “Marì, senza sciropparci tutti questi chilometri, potevamo portarli in piazza del Duomo a Milano, l’effetto sarebbe stato uguale. Tanto se l’unica cosa che guardano sono i piccioni….”
Verso le nove di sera non avevamo ancora un albergo e a Trieste non c’era neppure una stanza libera. Era tutto strapieno.
Ho pensato: “Alla faccia della crisi!”
Poi ho scoperto che c’erano diverse manifestazioni in corso, tra cui la maratona.
Alle 10 e mezza di sera, dopo mille telefonate, abbiamo trovato finalmente una camera… a Monfalcone!
Arrivati la signora dell’albergo mi ha guardata con aria di rimprovero (direi quasi schifata) e mi ha detto: “Signora, con i bambini in giro a quest’ora!”. Non ha aggiunto: “Si vergogni”, ma era sottinteso. Sigh!
Le ho risposto: “Signora, non tema per la loro salute. Dormono!”
Ed effettivamente non si sono svegliati neppure nel passaggio macchina-letto!
Il giorno dopo loro pimpantissimi. Noi stanchissimi.
Abbiamo visitato il Castello di Miramare. Che perla!
Quello sì che è piaciuto ai miei bimbi. Un parco grande dove scorrazzare allegramente e un palazzo meraviglioso, dimora di principi e imperatori.
E c’erano pure i piccioni…
Quindi tutto perfetto!
Il pomeriggio siamo andati a Gorizia. E lì ci siamo resi conto che eravamo veramente distrutti.
Come si suol dire: alla frutta.
Alle sette di sera mio marito ha chiesto: “Ed ora dove ti porto mia cara?”
E io: “A casa. Voglio tornare a casa mia, anzi a casa nostra!”.
Con un giorno di anticipo siamo rientrati nella nostra modesta, ma tanto amata casetta.
Siamo arrivati a notte fonda. I pargoli ovviamente dormivano.
Il giorno dopo noi ancora più stanchi. Loro freschi come due rose ci chiedevano: “Quando torniamo al castello? E andiamo sulle vongole?”
Beh! Di tutto quel viaggio… qualcosa gli è rimasto. 🙂
E noi?
Ancora ci dobbiamo riprendere del tutto. Mi ci vuole una vacanza per riprendermi dalla vacanza!
Volete sapere cosa mi è rimasto del viaggio?
Oltre al meraviglioso ricordo… anche una montagna di panni da stirare!