Il carattere dei nostri bambini è ereditario?

Gli occhi? Sicuramente sono del papà. Il nasino? Senza dubbio è come quello della mamma. I capelli biondi? Li aveva così la nonna. E la fossetta sulla guancia? Il bisnonno ne aveva una proprio uguale.
Care mamme e care papà ditemi: quante volte guardando il vostro bambino avete cercato le somiglianze con voi e con i vostri parenti?
Ma il carattere? Pure quello è ereditario?
L’ho chiesto alla nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli. Ecco cosa ci racconta:

“Molte volte, quando parlo con i genitori o faccio i miei seminari nelle scuole, mi ritrovo a confrontarmi quasi sempre con la stessa “credenza” che molti genitori hanno riguardo il carattere e la personalità dei loro bambini.
Troppo spesso infatti sento dire queste frasi: “Mio figlio è nato così!”, “Ha preso tutto da suo padre!” o “E’ tale e quale a me!”, “Mio figlio ha un caratteraccio!”, ecc…
Mi sembra giusto darvi delle informazioni più precise a riguardo e dirvi che le cose non stanno proprio così (anche se a volte ci conviene crederlo!).
Ormai la psicologia non è più un’opinione, un nuovo punto di vista o una moda in cui si può credere o meno, perche è diventata una vera e proprio scienza, per cui tutto ciò che si afferma non è più il parere personale dello specialista, ma sono fondamenti teorici ricavati da anni di studi, sperimentazioni e prove scientifiche che utilizzano anche strumenti di rilevazioni medica come tac e risonanze magnetiche.
Faccio questa premessa perché mi sembra utile anche ai fini di quello che sto per dirvi…
Sfatiamo subito questo mito: il carattere non è ereditario!

Ma facciamo un passo alla volta.
Distinguiamo subito tra temperamento, carattere e personalità.

Il temperamento racchiude in sé gli aspetti innati, trasmessi geneticamente, non mediati dalla cultura ed espressione diretta di precise caratteristiche cerebrali. Per esempio, si è grandi musicisti per temperamento. Alcune caratteristiche del temperamento sono presenti alla nascita, infatti, chiunque può notare certe differenze tra i neonati: per esempio, c’è quello che piange sempre e quello che sta tranquillo; quello che segue con lo sguardo gli stimoli esterni e quello che distoglie continuamente lo sguardo dagli oggetti che lo circondano.
Il carattere viene dalla parola greca che significa impronta, segno distintivo. Il carattere dipende fortemente dall’ambiente, che esercita la sua influenza durante l’infanzia e l’adolescenza ed è quindi legato alla storia di ognuno e al patrimonio culturale acquisito durante lo sviluppo.
La personalità, infine, deriva dal latino persona, cioè “maschera dell’attore”. E’ l’immagine che diamo e che abbiamo di noi stessi, il volto con cui ci mostriamo, e che esprime o cela quanto avviene nel profondo. La personalità è il risultato del combinarsi di temperamento e carattere.

Quello che notiamo dunque fin da subito nei nostri bambini sono degli aspetti temperamentali che determineranno solo in minima parte quello che poi riconosciamo come il loro carattere.

Dunque, alla base del modo di essere di ogni bambino è possibile rintracciare dei fattori genetici ed innati con i quali egli è venuto al mondo ma, cosa ancora più importante ai fini della struttura della sua personalità, sono la combinazione di altri fattori di tipo ambientale, emotivo, affettivo, educativo e relazionale, legati alle sue esperienze di vita, che ne hanno caratterizzato in modo conclusivo il suo sviluppo.

In questo intreccio di fattori, tendenzialmente, alcuni aspetti del temperamento di ogni bambino rimangono immutati nel tempo, mentre il suo carattere e la sua personalità possono essere maggiormente soggetti alle numerose influenze da parte delle sue più importanti figure di riferimento.

In tal senso è di fondamentale importanza che entrambi i genitori riconoscano e sostengano nel proprio figlio quegli aspetti più autentici del suo carattere, senza modificare il suo naturale modo di essere, nel tentativo di farlo corrispondere ad un modello considerato ideale o più vicino al loro.

Spesso è inevitabile che la personalità dei genitori influenzi quella dei figli: non è raro trovare madri e padri che si identifichino con i propri figli e che li stimolino così a sviluppare quelle parti del proprio carattere più simili alle loro e questo non solo per sentirli più “appartenenti” a loro stessi, ma anche per permettere, attraverso i propri figli, l’espressione di alcune parti di sé.

Al contrario, spesso può accadere che un genitore, in un gioco di proiezioni tra lui ed il figlio, non apprezzi e non approvi quegli aspetti del suo modo di essere che lui non accetta in sé stesso.

Così, per ogni genitore è importante conoscere sia il proprio figlio, per accogliere e sostenere la sua indole e la sua potenziale diversità, e permettergli in questo modo di raggiungere una sua crescita autonoma e di sviluppare una sana coscienza di sé, sia conoscere bene se stesso, al fine di non influenzare troppo il carattere e la personalità del proprio bambino ed evitare così di modificarla a propria immagine e somiglianza”.

Per appuntamenti o info con la dottoressa Francesca Santarelli, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com.

33 risposte a “Il carattere dei nostri bambini è ereditario?

  1. Ho letto articolo e mi ha piaciuto molto.Vorrei un comento se possibile a un fatto che accade al mio figlio e tutta la clase quinta elementare.Loro fano 40 ore settimanali incluse sabato,dunque lunedi,martedi e giovedi dalle 8-16 e mezza e resto dalle 8-13.sempre 2 maestre piu una di religione ed altra di inglese.non sono gli laboratori solo la mensa.ragazzi tornano acasa pieni di compiti.secondo me sono troppi stanchi e non sono sempre attenti le maestre si lamentano.li ho proposto di alleggerire un po le attività pomeridiane ,fare gli compiti in clase,guardare un film ho magari uscire fuori.visto che vivevano in campania.A riunione ho detto che bambini si ribellano perché sono troppo stanchi ,stressati ed è un periodo che le maestre se sono intelligenti adottano il metodo giusto.Dei genitori mi hanno dato per maleducata dicendo che di tropa scuola non si muore .glio risposto che morti no ma esauriti e con gli diversi problemi di svhiena,occhi ,obessi dovuti a 8 ore seduti sulla sedia si.Ritengo che è cosi e vorrei tanto un vostro comento.Sulla clsse sono 22 dunque 18 femine e 4 maschi.Ho un mascchio ma le maestre si lamentano solo delle femine.grazie

  2. Sono pienamente d’accordo con ciò che è stato scritto in questo articolo. Mi sono sempre autoanalizzata molto per cercare di capire cosa, come e chi, mi ha portato ad essere la persona che sono oggi.
    Sono arrivata da sola ad una conclusione anche osservando molto le persone e analizzando il perché dei loro comportamenti.
    Un’indole dalla nascita è logico che ci sia, appunto perché già dai primi mesi di vita si notano differenze tra i bambini.
    Ma l’aspetto fondamentale in una persona è il carattere, che si crea a seconda delle situazioni che si vivono, delle persone che ci circondano, dell’educazione che viene trasferita, dei valori che vengono insegnati è così via.

  3. Beh! Bello il dibattito e per chi come me non è uomo di scienza, la posizione di ascolto sarebbe quella consigliabile, diciamo anche la più semplice e meno rischiosa. Tuttavia, nella mia ignoranza scientifica, mi chiedo: ma allora si nasce senza carattere? O quel carattere che fa parte del bagaglio di ogni individuo esiste già dalla nascita ma non è stato ereditato da alcuno? Nell’uno e nell’altro caso sono molto preoccupato. Se la formazione del carattere dipende esclusivamente, come si è detto, dall’ambiente in cui si vive e dagli insegnamenti che vengono impartiti specialmente agli infanti, c’è il pericolo che il male non venga mai vinto dal bene, se esso fosse, come dire, prevalente negli uomini. Se i figli dei mafiosi sono sottoposti ad educazione a delinquere, chi potrà mai debellare questo male da codeste famiglie. Secondo la teoria, su fondamenti scientifici, della d.ssa sono esatti, c’è da temere che la società possa essere dominata dal male perché esso potrà divenire numericamente e didatticamente più efficace del bene. Insomma basta addestrare al male (di contro anche al bene) le generazioni perché il male o il bene prevalga sull’altro. Ho sempre creduto che il carattere con cui si nasce fosse un piccolissimo bagaglio di informazioni che l’uomo si porta dietro sin dal suo concepimento. Poi, e’ chiaro, esso si implementa, si modifica, migliora o peggiora, ma sin dall’esistenza dell’individuo, esso e’ presente. E se fosse così, questo carattere pensiamo possa essere nato o tramandato geneticamente oppure no. Si parla di epigenetica e di imprinting, cercando di spiegare meglio le cose. E’ chiaro che bisogna studiare di più e più a fondo queste tematiche, così come mi sembra chiarissimo che gli studi in questo campo non sono mai definitivi e quello che oggi sembra dogma domani potrebbe modificare il pensiero.

  4. Si veramente un bell’articolo,molto interessante,anche se secondo me nn del tutto corretto su un punto.. secondo me i figli prendono eccome alcuni aspetti del carattere e del comportamento dei genitori;è vero altresì che questi aspetti comuni nn sono identici al 100% bensi a un 50-60% al massimo. Io ne sono la prova vivente confrontata con mia madre. Due caratteri opposti : lei forte , con personalità forte e predominante nei rapporti,autorevole,costante negli obbiettivi e nei sacrifici, una donna con le palle e con il quale nessuno della famiglia e nessuno che la conosca osa.discuterci o mettercisi contro,quando mamma è incazzata tutti urlano con la mente AIUTO!SPERIAMO NON SE LA PRENDA CON ME!
    Io farfallona incostante,incoerente ,incapace di risparmiare, sognatrice tanto da sembrare quasi stupida, alla ricerca di pace incapace di liti discussioni,prepotenze,ordini chiedo sempre scusa e x favore quando chiedo un favore,nessuno mi teme anzi forse nella mia vita avro litigato e tirato fuori il veleno tanto da mettere paura anche a uomini solo 4-5 volte.quindi x il mondo sono la buonista che a costo di nn litigare e creare problemi manda giu quasi tutto.
    Sin da piccola ho sempre odiato le reazioni di mia madre dicendo a me stessa(convinta tralatro):IO NON SARO MAI COSI!
    Eppure oggi spesso e volentieri reagisco tale e quale a lei;magari ci metto un pochino piu tempo ma il risultato è quasi uguale. Quindi dopo tutto sto mattone che ho scritto vi dico convinta che molti atteggiamenti e tratti del carattere possono essere quasi uguali, cambiano solo i tempi e un pochino il modo.

  5. Buongiorno
    Cara sig. Cristina@ la riforma culturale non può cambiare l’ereditarietà che esiste , possiamo però delegare il compito forzando in altre direzioni. si chiama educazione, se diamo in mano i nostri figli ad una struttura scolastica rigida certo che lo porterà in altre direzioni sarebbe, forse poco naturale perché guidata, se lo mandiamo da una psicologa per anni idem come sopra, niente di nuovo, possiamo cambiare ma per quale motivo?
    Non si sa in che percentuale il carattere ereditario faccia presa, dipende da una serie di circostanze di salute della coppia. biologia, una possibile malattie del genitore….
    Un saluto

  6. Ho sempre creduto che il carattere per il 50% è ereditario e per l’altra metà si forma nell’ambiente,.
    Mi piacerebbe sapere perchè alcuni ragazzi prendono la strada della droga, dell’alcool, del gioco….mentre i fratelli non se lo sognano neppure?.

    e quali sono i lati del carattere che dovrebbero eventualmente cambiare?
    precisamente quali sono i caratteri assunti nell’ambiente che possiamo modificare?
    grazie tante

  7. @francesca: ke dire…ognuno ha il suo carattere………..io stessa non sono tanto “affettuosa” …. e mio figlio grande nemmeno, anche se ora ke ha sei anni ha aumentato gli slanci affettivi….anche xchè vede il fratello ke invece è molto coccolone … non credo però sia un problema…..vi scambierete affetto in altri modi….ad esempio guardando insieme un libro….o passeggiando insieme, l’amore non si misura nel numero di baci…..ma con altri infiniti piccoli gesti!!!!

  8. IO HO CAPITO DA SUBITO, FORSE PER ISTINTO, CHE MIO FIGLIO SAREBBE STATO UN BIMBO “BUONO”….APPENA NATO PIANGEVA POCO..PER FORTUNA NON SOFFRIVA DI COLICHE E QST OVVIAMENTE HA CONTRIBUITO A FAR SI’ CHE MANGIASSE E DORMISSE..ORA HA QUASI 15 MESI…E’ UN BAMBINO SEMPRE SORRIDENTE, FA POCHISSIMI CAPRICCI, PER ORA, ED E’ UN’AUTENTICA GIOIA PER CHIUNQUE SI AVVICNI A LUI PERCHE’ GUARDA NEGLI OCCHI E FA UN SORRISONE UNICO….QUELLO CHE IO HO NOTATO PERO’ E’ CHE IN GENERALE E’ UN BIMBO POCO ESPANSIVO NONOSTANTE IO ED IL PADRE LO RIEMPIAMO DI BACI E COCCOLE, DIFFICILMENTE SI “LASCIA ANDARE” COME INVECE VEDO CHE FANNO ALTRI BIMBI…LO SO CHE L’AFFETTIVITA’ I BAMBINI LA SVILUPPANO IN MODO ED IN TEMPI DIVERSI, CHE E’ ANCHE UNA QUESTIONE DI CARATTERE..FORSE LUI HA UN CARATTERE GIA’ FORTE AL PUNTO DA NON SBRODOLARSI IN ABBRACCI E BACI??? SONO UN PO’ PREOCCUPATA E DISPIACIUTA DI QST…CHI MI PUO’ RASSICURARE?????

  9. Buongiorno Dott.ssa,
    cosa può scatenare ad un bimbo di quasi 4anni, la paura del buio!
    Luca, non ha mai avuto paura del buio, da diversi giorni, non vuole più camminare per casa nelle stanze se sono al buio. Ho provato a parlare e capire se è stato impaurito da qualcosa, magari un cartone…ma per lui è tutto normale!!
    grazie, un caro saluto
    Sonia

  10. @Victor: allora avevo interpretato bene che si trattava di un esempio, assolutamente calzante proprio per le ragioni che hai esposto, che ci fa capire meglio come il temperamento sia innato, e quindi completamente diverso nei tuoi due gemelli, mentre il carattere che piano piano si formera’ risentira’ sicuramente anche dei vostri insegnamenti.
    Pero’ chissa’ magari l’istinto protettivo di un fratellino verso l’altro sara’ una caratteristica che manterranno anche da grandi…

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