Viva la Mamma

I nostri bimbi sognano?

Sicuramente lo avrete fatto migliaia di volte, rimanere immobili e in silenzio ad osservare il vostro bambino mentre dorme. E’ troppo bello!
I piccoli quando riposano hanno un aspetto angelico. Un volto sereno.
Io ho passato non so quante ore così! E chissà quante ne trascorrerò ancora.
Ogni tanto accennano qualche sorriso.
Io mi illudo: stanno pensando alla loro mamma 🙂
Ma i bimbi sognano?
L’ho chiesto alla nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
Ecco cosa ci ha risposto:

“Non so se lo sapete o se lo avete mai sentito dire, ma i sogni sono stati individuati e studiati per la prima volta da Freud, papà della psicologia, che definì l’attività onirica come “la via regia che conduce all’inconscio”, cioè attraverso i sogni il nostro inconscio trova modo di emergere e di affiorare alla nostra coscienza, comunicandoci sempre messaggi importanti sul nostro modo di essere e su come stiamo nella nostra interiorità. Attraverso i sogni possiamo manifestare anche disagi, conflitti e problematiche, non solo che stiamo vivendo attualmente, ma proiettiamo anche ciò che abita nel profondo di noi, fantasmi del passato e cio che accade nella nostra mente di cui spesso non ne siamo neanche consapevoli.
Questo vale anche per i nostri bambini, se pur in maniera differente e cercherò di spiegarvi come e perche.
Premettiamo che tutti i bambini sognano, fin da piccolissimi, solo che prima dei tre anni manca la capacità di raccontare ed è dunque difficile indagare sui loro sogni. Subito dopo, i piccoli fanno dei resoconti, ma spesso la fantasia e il sogno reale s’intrecciano in modo inconsapevole. Secondo Freud, i sogni infantili sono molto chiari, brevi e coerenti. Il loro contenuto è di solito trasparente: si tratta dell’adempimento di un desiderio diurno, o la copia fedele di vicende familiari e scolastiche.
E’ solo dalla terza infanzia (5-11 anni) che inizia a formarsi il sogno simbolico, con messaggi mascherati ed enigmatici come quello degli adulti.
Nei primi due anni di vita infatti, è difficile ottenere un resoconto dei sogni, per cui la valutazione del contenuto onirico è limitata. Sicuramente in questa fascia di età, l’attività onirica svolge un importante ruolo biologico e psicologico nel normale sviluppo del bambino stesso.
E’ facile che il bambino, anche piccolissimo, abbia degli incubi, che non sa nemmeno raccontare. A volte si verificano dei sogni ricorrenti, quasi a riflettere un blocco che non riesce a superare. E’ importante che l’adulto accolga le sue associazioni spontanee, cioè tutte le impressioni che aggiunge di sua iniziativa: farlo raccontare, fargli disegnare il racconto, lasciar emergere senza minimizzare il nocciolo dell’angoscia dell’incubo.
Ascoltare al mattino i sogni dei bambini, senza interpretarli, è un gioco utile: aiuta a valorizzare il sogno e il sonno, e a non averne paura.
Un tempo si alimentavano gli incubi con minacce al momento dell’addormentamento.
E’ importante invece cercare di predisporre dei “sogni d’oro”, con ninnananne rassicuranti, visualizzazioni dei colori preferiti, antidoti magici inventati insieme. E se l’incubo si fa vivo lo stesso, la mattina dopo bisogna disegnarlo il meglio possibile e bruciarlo. Con l’unico rischio che il rituale liberatorio si riveli così divertente da indurre nuove incursioni di mostri per poterlo ripetere.
A circa 3 anni i bambini iniziano a riferire sogni occasionali. Questi sogni possono svegliare il bambino, ma hanno uno scarso contenuto emotivo: riguardano, talora, gli animali o possono contenere rappresentazioni dell’uomo (i genitori) sotto forma di animali. Spesso i sogni riguardano necessità proprie come la fame e la sete.
A circa 4 anni si hanno meno episodi di risveglio a causa dei sogni: il riferimento del loro contenuto è più frequente e la descrizione alquanto realistica, arricchita da elementi fantastici. Si verificano spesso sogni in cui i soggetti sono i compagni di gioco.
Tra i 5 e i 7 anni, i sogni e la loro descrizione diventano più lunghi e di durata simile a quella degli adulti. Il soggetto che sogna ha un ruolo maggiore come personaggio principale; compare la capacità di creare scenari semplici ed iniziano ad avere un contenuto affettivo. Frequentemente sono riportati sogni in cui si è inseguiti, minacciati o incapaci di muoversi. Compaiono figure spettrali o soprannaturali: spesso i personaggi dei sogni si identificano con quelli del cinema e della televisione. Vengono, talora, riportate difficoltà o preoccupazioni personali, ma i sogni sono per la maggior parte piacevoli. Esiste una notevole variabilità nella descrizione dei sogni da un bambino all’altro. A molti bambini piace sognare e riferire i propri sogni; a volte non vogliono essere svegliati e tendono ad addormentarsi per “finire il sogno”.
All’età di 8-11 anni, i sogni sono riferiti spontaneamente dai bambini ed aumenta significativamente la loro partecipazione. In questo periodo i sogni sono per la maggior parte piacevoli, ma possono essere influenzati dai personaggi della televisione o del cinema. I bambini riconoscono ciò e spesso dicono “questo mi farà fare un brutto sogno”; gli incubi si verificano in almeno un terzo di tutti i sogni riferiti. Durante questo periodo di sviluppo gli animali diventano un soggetto meno frequente ed è presente una maggiore varietà scenografica, che rispecchia la conoscenza dell’ambiente durante la veglia: eventi scolastici, sportivi, episodi con gli amici ecc..
La cosa importante è che insegnate ai vostri figli a raccontare cio che hanno sognato perche questo lo aiuta a prendere contatto con il loro mondo interiore e a non averne paura!”

Per appuntamenti o info con la dottoressa Francesca Santarelli, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com

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