Nella giornata dedicata alla lotta contro ogni discriminazione, il messaggio di tolleranza è partito proprio dai più piccoli per coinvolgere adulti e istituzioni.
Pensate, a Milano, su circa 123 mila studenti, quasi il 20% è di origine straniera.
Un numero che comincia a diventare davvero importante…
Ma queste manifestazioni sono espressioni di idee che veramente stanno cambiando, di culture che si stanno integrando, di razze che si amalgamano, oppure sono solo rappresentazioni di facciata?
“E’ fondamentale che la cultura del rispetto reciproco parta proprio dalla scuola e si affermi come elemento educativo da consolidare nelle nuove generazioni”, ha detto il vicesindaco Maria Grazia Guida.
“E’ giunto il momento che Milano, dopo anni di stigmatizzazione istituzionale e sperimentazione della ghettizzazione dall’alto – ha aggiunto l’assessore Majorino – diventi finalmente laboratorio di confronto e dialogo tra culture diverse”.
Che dire, speriamo di cuore che sia così.
Io, però, e lo dico a malincuore, finora tutta questa integrazione, ahimè, non l’ho vista.
Non so di chi sia la colpa, o se ci sia una colpa, ma la verità è che anche all’interno delle classi si creano dei gruppetti. E tutti i bimbi stranieri, in genere, fanno gruppo. Un unico gruppo.
Sarà per le difficoltà di linguaggio, sarà per la diversa cultura, ma per una ragione o per l’altra si crea sempre una sorta di muro che è difficile da abbattere.
Ovviamente questa è solo la mia esperienza. E spero che la vostra sia differente.
Eppure sarebbe così bello imparare usi, tradizioni e culture di paesi diversi.
Si eviterebbero anche figuracce.
Ne volete sapere una?
L’anno scorso durante una bellissima gita in fattoria con tutti i bambini della classe di Marco, c’erano anche dei bimbi mussulmani con le loro mamme.
Abbiamo pranzato al sacco. E con insistenza alcuni genitori hanno offerto del buonissimo salame e del vino a queste mamme…
Poverine, non volevano essere scortesi, ma continuavano a rifiutare…
Fino a che altri genitori hanno spiegato il motivo del diniego …E non era certo una “antipatia personale” 🙂 🙂 🙂
Ho riso tanto e ho mangiato delle buonissime specialità arabe!
Ma questa si può definire integrazione?