Per ottenere il nuovo farmaco a base di ulipristal acetato occorre una ricetta medica non ripetibile. Inoltre prima della prescrizione il medico è tenuto a verificare l’assenza di una gravidanza preesistente attraverso l’esito negativo di un test a base di beta Hcg. Test che la donna può effettuare anche con un semplice stick sulle urine reperibile nelle farmacie e non obbligatoriamente del sangue.
La nuova pillola, il cui prezzo al pubblico sarà di euro 34,89, va assunta il prima possibile e non oltre le 120 ore dal rapporto non protetto o anche dopo l’uso di un altro metodo contraccettivo non adeguatamente utilizzato (ad esempio quando la donna ha dimenticato di assumere 2-3 o più pillole anticoncezionali, c’è stato un distacco del cerotto, la rottura di un preservativo) e nei casi in cui si sia registrata una violenza sessuale. Non può quindi, e non deve mai, sostituire un metodo contraccettivo di routine.
E’ efficace fino a 120 ore dal rapporto sessuale considerato a rischio di gravidanza indesiderata, ma se utilizzato entro le prime 24 ore dal rapporto il medicinale è tre volte più efficace dei vecchi prodotti a base di levonorgestrel (la pillola del giorno dopo), e due volte di più nelle prime 72 ore.
Non è quindi la classica pillola anticoncezionale, né tantomeno un abortivo. Come ha sottolineato l’Organizzazione mondiale della sanità, la contraccezione di emergenza agisce evitando il concepimento e non ha effetti abortivi.
Il meccanismo d’azione principale di ulipristal acetato 30 mg è, infatti, quello di inibire o ritardare l’ovulazione, come si legge anche in un documento redatto dalle società scientifiche (Smic, Sic con il supporto di Sigo) e recentemente pubblicato online. In sostanza, riduce la possibilità di incontro dell’ovulo e degli spermatozoi, rendendo potenzialmente non fertile il rapporto a rischio. Non solo, se assunto immediatamente prima dell’ovulazione, può essere ancora in grado di posticipare la rottura del follicolo.
“La contraccezione d’emergenza – ha sottolineato Francesca Merzagora, presidente dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) – è un presidio di prevenzione validato e conosciuto. Non deve essere quindi considerato come un farmaco per donne ‘poco attente’, ma una soluzione per quelle donne che hanno un bisogno urgente di protezione o che hanno vissuto un evento ad alto rischio e chiedono quindi aiuto al proprio medico per una procreazione responsabile. Poter offrire alla donna, un’ultima possibilità per ridurre, non azzerare certo, il rischio di gravidanza indesiderata è un’operazione di civiltà. La richiesta di contraccezione d’emergenza può essere vista come un’opportunità’ per parlare di prevenzione contraccettiva stabile e di pianificazione familiare anche a quelle donne che non hanno ancora fatto una loro scelta a riguardo. Non dimentichiamo che nel nostro Paese manca purtroppo, a livello nazionale, un progetto organico e strutturato di educazione alla sessualità, alla salute riproduttiva e alla contraccezione”.