“Al bando il carbone, per non parlare di aglio e cipolla: punizioni vietate per i più piccoli. E se la congiuntura economica porterà a ridurre sorprese e dolcini, meglio limitarsi a un calzino ma non saltare l’appuntamento che per i bambini è una tradizione. Spazio dunque a cioccolato, ma anche noci, frutta dolce e altre leccornie”.
“Non sarà la calza della befana a far naufragare il bilancio di famiglia – fa notare Farnetani- dunque si può un po’ ridurne le dimensioni rispetto agli anni precedenti. E scegliere dolci di qualità – aggiunge – risparmiando un po’ magari su quelli ‘griffati’ o particolarmente lavorati: a piccoli e adolescenti interessa il simbolo, molto più di quel che trovano dentro”. Carbone e altre brutte sorprese, spiega l’esperto, finirebbero invece per mortificare i bimbi e minare la loro autostima.
Se poi qualche mamma o papà crede che il piccolo abbia bisogno di una lezione “si sbaglia di certo – chiarisce il pediatra – Non esistono bimbi cattivi. Se il bambino è aggressivo o violento, vuol dire che c’è qualcosa che non va nel contesto in cui vive. Perciò i genitori dovrebbero interrogarsi al riguardo e capire il disagio piuttosto che impartire una lezione che guasterà una giornata che dovrebbe essere di piena e indiscussa felicità”. Per questo motivo “bisogna assolutamente evitare che il fine settimana si trasformi in una full immersion sui libri”, raccomanda Farnetani, che rilancia il suo mantra per la gioia dei giovanissimi: “Niente compiti nei giorni della festa“.
“Per avere un senso – prosegue l’esperto – i compiti delle vacanze andrebbero fatti poco per volta. Il fatto è che spesso, anche per motivi al di fuori della loro volontà, i bambini restano indietro: c’è da andare a pranzo dalla nonna, a giocare dai cuginetti, e così via. Dunque in molti si ritrovano alla fine delle troppo lunghe vacanze natalizie con una montagna di compiti ancora da fare. Ma è inutile e dannoso sfacchinare per due giorni. Se si è rimasti indietro, meglio presentarsi a scuola con la giustificazione dei genitori, senza troppe ansie. E recuperare con calma, giorno dopo giorno, il ritmo di studio perduto”, assicura Farnetani.
In ogni caso la tradizione che vede la nonnetta vagare sui tetti a cavallo della sua scopa per donare dolcetti e leccornie ai piccini “va preservata assolutamente – raccomanda Farnetani – Per i bambini tutto è in continuo cambiamento, perché il loro organismo muta sottoponendoli a una progressiva metamorfosi. Per questo hanno bisogno di punti di riferimento stabili, e la festa dell’Epifania è una tradizione che sicuramente costituisce uno di questi pilastri“.
Se nel giorno dell’Epifania ogni stravizio va concesso o quasi, “nei giorni successivi – suggerisce il pediatra – il cioccolato trovato nella calza può accompagnare la colazione, fornendo energia prima di andare a scuola e riportando alla mente i giorni di festa”.
Che ne pensate?
Sinceramente non avevo mai pensato al giorno della Befana come un punto di riferimento per i bambini. Mi sembra un tantino esagerato.
Certo è una occasione di festa, per stare tutti insieme. Una delle ultime del periodo invernale visto che “l’Epifania tutte le feste porta via!”.
Tuttavia non so se ai miei figli prenderò una calza.
Loro non mangiano dolci. Che ci metto dentro? Giochi? Direi che ne hanno ricevuti fin troppi in questi giorni. E quindi non so!
Ci devo pensare…
Sono pienamente d’accordo con il pediatra sui compiti. Meglio farli un po’ per volta e non tutti insieme nell’ultimo scampolo di vacanza!
In ogni modo: buona Befana a tutti!