Una percentuale molto alta che, secondo le previsioni, è destinata a salire ancora. Pensate che entro il 2020 un bambino su due avrà questo problema. Ben il 50% da qui a 8 anni!
Solo 10 anni fa, invece, la percentuale era ben più bassa: 15%.
Ma che sta succendendo?
A lanciare l’allarme è stato Gianluigi Marseglia, professore di Pediatria all’Università di Pavia, che avverte: “Questa vera patologia sociale che incide sulla qualità della vita dei ragazzi, se non diagnosticata e non correttamente curata può portare all’asma allergica”.
Secondo il pediatra pavese, grande esperto nelle allergie respiratorie, lo scarso numero dei pediatri di base porta molti bambini a essere curati dal medico di medicina generale, che spesso non ha la necessaria cultura per riconoscere sintomi che nei bambini sono diversi da quelli dell’adulto.
“Le cavità nasali dei bambini – spiega – sono più piccole e capita spesso che i loro sintomi comprendano tosse persistente e ostruzione nasale, stanchezza, scarso appetito, disturbi comportamentali e relazionali a scuola, dove non sono in grado di imparare bene come gli altri”.
I risultati di un sondaggio europeo realizzato per conto di Stallergenes fra circa 4000 partecipanti (in Italia, Francia, Germania e Spagna) mostrano un grave gap culturale in questo campo da parte della popolazione, dove il 50% degli intervistati crede che i pollini siano la principale causa delle allergie respiratorie, mentre il dato epidemiologico vero dice che nel 70% dei casi il nemico è fra le mura domestiche.
E’ l’acaro dermatofagoide, che si ciba di minuscole scagliette della pelle e ‘abita’ nei materassi, nei cuscini e nelle moquettes, ma anche sulle foglie delle piante di casa. Si sviluppa infatti in ambienti caldo-umidi ed è presente soprattutto in autunno, quando le finestre restano chiuse.
L’indagine mostra anche confusione fra gli intervistati, il 39% dei quali attribuisce la rinite allergica alla polvere di casa, confondendo il contenitore con il contenuto, in quanto sono proprio gli acari a nascondersi anche tra la polvere.
E ogni tipo di pulizia della casa, soprattutto oggi che gli infissi esterni sono ‘a tenuta’ e che non ci sono più spifferi freddi d’inverno, per Marseglia è inutile: “c’era molto meno rinite allergica ai tempi delle nonne quando in agosto si lavava la lana dei materassi. Anzi – dice – per distruggere gli acari bisognerebbe esporre i materassi al sole d’agosto per almeno due giorni e fare altrettanto a gennaio quando c’è freddissimo”.
“Il rimedio di oggi – conclude – è nell’immunoterapia specifica, cioè nei vaccini antiallergici, che non colpiscono i sintomi ma la base del meccanismo scatenante l’allergia e oggi si somministrano con semplici compresse sublinguali”.
Che dire? Se ci fosse ancora mia nonna direbbe: “Si stava meglio quando si viveva peggio!”. E per molti aspetti è proprio così! Oggi siamo pieni di tecnologia, detersivi, farmaci, ma poi ci ritroviamo a soffocare nello smog, ad avere asma e bronchiti e riniti allergiche!
Credo che il professore abbia toccato anche un altro tasto molto molto dolente: la carenza di pediatri!
E a tal proposito: stamattina devo portare Marco dalla pediatra!
Mi ha concesso udienza… miracolo!!!