Ebbene, sull’ultimo numero di “Figli Felici” ho trovato un articolo che fa per lei e per tutte le mamme che si trovano nelle stesse condizioni, ossia che lottano quotidianamente con i “Baby-consumatori”!
Come comportarsi?
La regola numero uno è: “Non cadere in questa trappola”.
Il bambino vuole l’ultimo modello di un gioco? Oppure un altro pacchetto di figurine? Va bene! Ecco il gioco e le figurine. In fondo, che c’è di male? Fino a che si può… si fa.
E poi? Al primo no, apriti cielo. Crisi isteriche, pianti disperati. Sembra la fine del mondo.
Cari genitori non perdiamo di vista una elemento importante: si tratta di capricci!
E allora?
Allora mai dire al bambino “forse domani”.
“Me lo compri? Dai, me lo compri? Per favore papà me lo compri?” Per mettere a tacere il bambino, davanti ad una richiesta insistente – misto piagnucolii a volte (anche spesso…) tendiamo a dire “Vedremo”, oppure “Domani”. Ma questo non è il modo per eliminare il capriccio. E’ solo una forma per rimandarlo. E quando il bambino realizza che si tratta di una bugia l’autorità del genitore e il valore delle sue parole risultano compromesse.
Non va bene neppure ricorrere spesso alla politica del “do ut des”, ossia “se fai il bravo ti compro le figurine”. Se usata frequentemente, questa tattica potrebbe abituare i bambini a volere un riconoscimento per ogni sua buona azione.
Ma allora che possiamo fare?
Possiamo, anzi dobbiamo insegnare ai nostri figli che desiderare è bello.
Il desiderio nasce da una mancanza. Ma se il bambino ha tutto che cosa può desiderare?
Lasciamo ai piccoli la gioia dell’attesa e non riempiamoli di oggetti che magari non hanno neppure mai chiesto.
Non scordiamoci che il bambino vive nel qui e ora. Le sue voglie sono tanto grandi quanto effimere. Vuole un gioco nuovo? Gli si può rispondere: “Vediamo se a casa hai qualcosa di simile. Se non hai nulla del genere allora lo compriamo”. In questo modo si mette il nuovo gioco in relazione a quanto posseduto togliendo l’ossessione del nuovo a tutti i costi.
Mai più di un’ora di tv al giorno. Selezionate i programmi limitando l’esposizione alla pubblicità, magari ricorrendo ai dvd. L’informazione che viaggia alla velocità della luce spegne l’immaginazione e crea falsi bisogni.
Più momenti di svago vero e gioco libero e spontaneo. Insomma meno giochi strutturati propinati dai mass media ma più spazio alla creatività, al travestimento, ai poteri magici di cui è dotato naturalmente ogni bambino che passa in pochi secondi da un personaggio ad un altro. Un momento è Batman, l’istante dopo è Ben10!
E finiamo con un dato sconcertante: secondo un rapporto dell’Unicef i bambini britannici sono i più infelici del mondo industrializzato, imprigionati in un ciclo di consumismo compulsivo.
La causa? I genitori che per farsi perdonare delle lunghe assenze li riempiono di giocattoli.
Insomma “hanno tutto e sono infelici”. Ma questi piccoli, in realtà, hanno tutto solo in apparenza. Intervistati i bambini hanno ammesso che a renderli tristi non sono i giocattoli, ma il tempo trascorso con la famiglia, specialmente all’aria aperta!
Insomma basta trascorrere più tempo con i propri figli e definire 4 regole precise per eliminare tutti i problemi del baby shopping?
Non credo proprio.
Personalmente io non conoscevo l’esistenza di Ben10, dei Gormiti, di Bakugan fino a che Marco non ha iniziato la materna.
La tv? La guarda poco e niente. E comunque gli propongo dei dvd. Ma vi assicuro che di questi personaggi mio figlio conosce vita, morte e miracoli.
Come fa? Non è un indovino! Sono gli amichetti della scuola che gli fanno il lavaggio del cervello.
Qualche giorno fa è venuto a trovarlo un compagno di scuola. La prima domanda è stata: “Mi fai vedere la tua collezione di Gormiti?”.
Marco ne ha solo uno piccolo piccolo. Sigh! Gli ha risposto: “Ne ho solo uno!”.
E allora l’amichetto: “E che Ben 10 hai?”.
Allora tutto fiero Marco ha mostrato i suoi tre Ben10. Ma l’amichetto ha infierito ancora: “Solo questi?”.
Mi stavo alterando alquanto! Allora sono intervenuta dicendo: “Abbiamo un fantastico gioco dell’oca con i dinosauri. Giochiamo?”
All’inizio l’amichetto era perplesso. Poi si è divertito un sacco.
Cosa ho imparato? Che a volte basta proporgli un’alternativa valida!