Andiamo per gradi. La settimana scorsa ho girato alla dottoressa il commento che Lara ci aveva mandato e nel quale ci diceva: “Buon pomeriggio ragazze, ho tanto bisogno di sfogarmi e sono davvero tanto giù. Vi ho raccontato la mia situazione e non riesco più a gestirla con mia figlia. Fino a un anno fa lei chiedeva del papà e io le dicevo che era in cielo e che vedeva tutto quello che io e lei facevamo e che stava comunque sempre vicino a me e a lei anche se non lo vedevamo. Da un annetto a questa parte queste spiegazioni non le bastano più, dice che anche lei vuole il suo papà e ultimamente vuole sempre vedere la fiction “Un medico in famiglia” perché dice che c’è uno dei personaggi che assomiglia al sui papà.
Mi si stringe il cuore quando la vedo che si incanta vicino alla tv nell’attesa di vederlo”.
Ecco cosa consiglia la Psicologa a Lara: “È abbastanza normale che, crescendo, la bambina cominci a non accontentarsi più delle risposte che, fino a poco tempo fa invece, la rassicuravano: fa parte della crescita e dell’evoluzione anche a livello cognitivo ed emotivo i tutti bambini di ogni età.
In questa situazione, bisogna riconoscerle innanzitutto che ha ragione a volere il suo papà!
Era un suo diritto averlo come tutti i bambini e dunque è importante che si senta rassicurata del fatto che quello che prova e che pensa, è assolutamente legittimo e non la si deve giudicare per questo.
Naturalmente anche la mamma deve essere in grado di tollerare il carico di emozioni che la sua piccola prova, anche se doloroso, enorme e faticoso!
Ma ci sono genitori, che per timore di essere travolti da una valanga di emozioni negative dei loro piccoli (perche si sa, non è facile da accettare il dolore dei propri cuccioli) fanno finta di niente, li distraggono quando sono tristi o sottovalutano e criticano, anche giudicando, quello che il bambino prova, ad es dicendogli: “Ma dai, non ci pensare!!….Ma ormai è passato tanto tempo ecc… Ma sei ancora cosi triste? Non è normale essere cosi arrabbiata”.
Provate a pensare voi come vi sentireste se, quando state male o siete arrabbiati qualcuno vi dicesse queste frasi?
Alla mamma che scrive dunque direi questo: lo so che è molto faticoso per te vedere la tua piccolina attaccata allo schermo della TV alla ricerca del suo “papà” , cosi come tollerare la sua rabbia del fatto che anche lei voglia avere un padre. Ha ragione, riconoscile innanzitutto questi sentimenti e cerca di accettarli dentro di te.
Ricorda che i bambini si specchiano negli occhi delle mamme e sono sicura che, se la tua piccola leggesse nei tuoi occhi che non hai paura di quello che lei prova, che sei in grado di tollerarlo, di contenere quelle emozioni, di poterle essere affianco quando cerca il suo papà in tutti i modi, non ci sarà nessun trauma. Anzi, in questo modo, le insegni che anche quel dolore lì, si può vivere, esprimere, (non giudicarlo) e soprattutto… si può condividere senza timore.
Dille che anche a te manca molto il suo papà e che anche tu sei arrabbiata che non ci sia più e magari, anche quel momento davanti la TV da oggi in poi, potrà diventare uno degli istanti in cui potrete essere emotivamente, più vicine che mai!!!!”
Devo essere sincera, non sapevo se pubblicare o no questa risposta. Sono stata indecisa e combattuta fino all’ultimo. Mi sono chiesta più volte: E’ più corretto mandarla direttamente a Lara o condividerla con tutti?
Ma alla fine ho pensato che la storia di Lara, per quanto dolorosa, potesse essere simile a quella di altre mamme che hanno perso il compagno o di altri papà che hanno perso la compagna e che ora si ritrovano con dei figli da gestire che pongono loro gli stessi quesiti.
Per questo ho pubblicato l’e.mail della dottoressa. Credo che un consiglio in più da parte di una professionista possa servire a tutti.
Ringrazio la dottoressa Santarelli per l’interessamento.
Se volete contattare direttamente la dottoressa Francesca Santarelli, questo è il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com