I dati resi noti dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) rivelano che una donna bianca su 98 nel2008 ha partorito a casa, contro una su 357 tra le afro-americane e una su 500 tra le donne ispaniche.
Globalmente un parto ogni 143 è avvenuto a casa nel 2008.
“Si sta sviluppando una cultura del parto naturale soprattutto tra le donne bianche e soprattutto in specifiche aree geografiche del Paese”, ha osservato Marian Mc Dorman dei Cdc, ricordando che la maggior parte dei medici sono nettamente contrari alla pratica per possibili rischi per i neonati.
Gli Stati con la palma del più alto numero di parti domestici – praticamente uno su 50 – sono tutti in aree montane e un po’ isolate: Montana, Vermont, Oregon ed Alaska.
Un buon trend? Lasciatemelo dire, secondo me no.
L’ospedale è una struttura attrezzata e specializzata in grado di far fronte a tutte le necessità della mamma e del bambino.
Quando ho partorito Marco, accanto a me c’era una ragazza il cui figlio aveva il cordone ombelicale attorno al collo. Cosa sarebbe potuto accadere a mamme figlio se fossero rimasti a casa?
A mia cognata, dopo 24 ore di travaglio, hanno dovuto fare il cesareo d’urgenza per sofferenza fetale. Il liquido amniotico era verde. Se fosse stata a casa cosa avrebbe fatto? Non ci voglio neppure pensare.
Quando ero incinta di Luca andai in ospedale per il solito controllo post-termine (ero alla 40esima+2) e mi ricoverarono per insufficienza di liquido amniotico. Io mi sentivo benissimo, ma mi indussero il parto.
Chiesi all’ostetrica: “ma 50 anni fa, quando questi stupendi macchinari non c’erano ancora, cosa sarebbe successo ad una mamma nelle mie condizioni?”
Mi rispose: “Alla mamma nulla. Il bambino però non avrebbe mai visto la luce”.
Sigh! Ogni volta che stringo a me quella peste di Luca ci penso!
Mia madre ha partorito mio fratello in casa e me in ospedale. Beh! Quando è nato mio fratello dentro la stanza oltre all’ostetrica c’erano anche sua madre, la suocera, la comare, la sorella…
Insomma un parto in comunità!
E sapete dove partorivano? Di certo non sul comodo letto (altrimenti poi avrebbero dovuto buttare il materasso. E non vi sto a spiegare il perchè ;)). Ma sul tavolo della cucina…
Urka! Che scomodo…
No, grazie. Quando è toccato a me, ho scelto l’ospedale più attrezzato, e ho voluto accanto solo il responsabile del “fattaccio”: mio marito!
E ovviamente anche le ostetriche…
Quindi io voto a sfavore del parto in casa!
Per chi, però, non vuole proprio andare in ospedale e desidera un ambiente più intimo e accogliente, può trovare una valida alternativa nelle Case Maternità.
E voi? Partorireste un figlio in casa?