A 40 anni a casa con mamma e papà…

Oggi ho la testa votata al “faceto” e non ho la minima voglia di parlare di argomenti seri e seriosi. Ve ne siete accorti? 🙂
Così, pur essendo piuttosto datata, risale a due giorni fa, vi propongo come oggetto di discussione la notizia del bamboccione di 41 anni che proprio non vuole lasciare il tetto dei suoi genitori. E questo pur avendo un lavoro e una retribuzione di tutto rispetto. Piuttosto che rinunciare ai suoi lussi (come pasto caldo e camicie stirate sul letto) ha preferito non sottrarsi, almeno per ora, ad una battaglia legale.
I genitori, infatti, pur avendole tentate tutte per convincere l’amato pargolo ad abbandonare volontariamente il nido familiare, visti svanire tutti i tentativi bonari, hanno deciso di rivolgersi ad un avvocato.

Lo so che non è un argomento da prendere sottogamba, ma mi sembra così paradossale che mi ha fatto addirittura sorridere!
Ma a 41 anni uno non ha voglia di autonomia? Non ha voglia di avere una vita tutta sua, una casa tutta sua. Mbo!
Posso capire chi ha difficoltà economiche o di altro genere. Allora in quel caso non è proprio una libera scelta il rimanere a casa di mamma e papà. Il discorso cambia! E penso che anche i genitori non si lamenterebbero. Anzi.
Ma se ci sono tutti i presupposti per poterlo fare, come sembra in questo caso, perchè non farlo?

L’ufficio legale dell’Adico ha raccolto lo sfogo accorato dei due anziani, ha fatto partire una lettera di diffida, intimando al figlio di lasciare la casa entro dieci giorni e minacciando, in caso contrario, di sottoporre la questione al Tribunale per ottenere un ordine di protezione.

Per i due anziani la presenza del figlio era diventata nel tempo sempre più ingombrante. E la madre per le continue vessazioni è finita persino in ospedale, in preda ad una profonda prostrazione psicologica.

La speranza, ora, è che questo eterno Peter Pan si faccia un esame di coscienza e trovi la forza e il coraggio per andare a vivere per conto suo.

E se questo vi può sembrare un caso estremo, cari miei vi sbagliate. Nell’ultimo anno, ha spiegayo il presidente dell’Adico Carlo Garofolini, sono stati diversi i casi simili arrivati sul tavolo della rappresentanza dei consumatori: “i genitori devono trovare il coraggio di affrontare questo problema, privato e delicato rendendolo pubblico grazie all’intervento di un legale qualificato”.

L’orientamento dei giudici, conclude l’avvocato, è generalmente quello di indurre le parti a trovare un accordo: l’obiettivo dell’azione legale diventa così “la ‘sveglia’ a chi fa il furbo approfittando oltre il limite della decenza dei genitori e del loro affetto”.

A questo punto vi chiedo: secondo voi hanno fatto bene i genitori a rivolgersi all’avvocato? E fino a quando? O meglio fino a che età è giusto condividere la casa con i figli?

93 risposte a “A 40 anni a casa con mamma e papà…

  1. Ciao Michela e grazie per avere risposto hai ragione ha sempre fatto tutto da sola la mia amica stanno facendo tutti/e fronte comune su questa situazione disumana e degradante ma che razza di genitrice puo’ essere chiamata madre io l’aiuto come posso perche non è giusto che una madre la deve tenere legata a vita perche’ non vuole distaccarsi dalla mia amica deve avere lo stessa sorte quindi qualsiasi sarà la situazione della mia amica non mi tirerò indietro e qualsiasi persona sana di mente e seria che può aiutarla. Melissa

  2. Ciao Michela e grazie per avere risposto hai ragione ha sempre fatto tutto da sola la mia amica stanno facendo tutti/e fronte comune su questa situazione disumana e degradante ma che razza di genitrice puo’ essere chiamata madre io l’aiuto come posso perche non è giusto che una madre la deve tenere legata a vita perche’ non vuole distaccarsi dalla mia amica deve avere lo stessa sorte quindi qualsiasi sarà la situazione della mia amica non mi tirerò indietro e qualsiasi persona sana di mente e seria che può aiutarla. Melissa

  3. Ciao Michela e grazie per avere risposto hai ragione ha sempre fatto tutto da sola la mia amica stanno facendo tutti/e fronte comune su questa situazione disumana e degradante ma che razza di genitrice puo’ essere chiamata madre io l’aiuto come posso perche non è giusto che una madre la deve tenere legata a vita perche’ non vuole distaccarsi dalla mia amica deve avere lo stessa sorte quindi qualsiasi sarà la situazione della mia amica non mi tirerò indietro e qualsiasi persona sana di mente e seria che può aiutarla. Melissa

  4. Per Melissa: innanzitutto, scusa se ti correggo l’ortografia, dovresti scrivere “non ce la fa” e “ne’ un compagno ne’ un figlio”. Comunque la tua amica deve farcela da sola, se è decisa a rendersi indipendente è già sulla buona strada.

  5. Si hanno fatto bene a volte ci sono figli/e che fanno di tutto per uscire di casa anche PRI dei 40 anni e esistono genitori, specialmente madri con le loro figlie che fanno di tutto che restano a casa vita con loro c’è una mia amica di 38 anni che sta facendo di tutto per andare via di casa non ce l’ha fa da sola perche sua genitrice ha deciso di tenerla in casa senza un lavoro n’è un compagno ovviamente n’è un figlio e la sta isolando dalle persone in cui potrebbero darle un lavoro la mia amica e disperata aiutatemi vi prego a chi si può rivolgersi seriamente.

  6. non è per alimentare la polemica …… vorrei esprimere un mio pensiero …… agganciandomi all’ultimo
    commento di Silviafede, al di la delle motivazioni che spingono a fare un figlio (atto di egoismo, farsi un
    dono a se stessa, esaudire un proprio desiderio, istinto), solo dopo che si è diventati genitori, mai prima,
    si può capire cosa significa essere genitore che sentimenti scaturiscono dall’essere diventato genitore.
    Sono quasi due anni che sono diventata mamma e ancora non ci raccapezzo niente!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Ancora sto facendo i conti con questi sentimenti nuovi che mi sono ritrovata a provare e non ne avevo la benchè minima idea.
    Per quanto la mia vita sia totalmente cambiata non riesco più pensare ad una vita senza Elisa,
    ma non parlo della sua presenza fisica, ma dei sentimenti che mi ha fatto conoscere e mi fa provare ogni giorno.
    Scusate, non credo di essere stata molto chiara, spero abbiamte comunque capito cosa intendessi dire.
    Che dire….viva tutte le mamme e i papà del mondo!!

  7. @Pippo: la risposta che mi hai dato mi conferma quello che gia’ pensavo…non sei genitore e non hai la minima idea di cosa significhi esserlo! Non c’e’ altro da dire…affermare che un genitore ha l’arma per togliersi un figlio dalle palle e’ semplicemente assurdo!
    E’ il punto di vista di un figlio viziato che non vede l’amore dei genitori…ma di cosa volgiamo discutere?
    E’ chiaro che il tuo intento e’ quello di snocciolare le tue conoscenze flosofiche, molto astratte, cercando di mettere in difficolta’ verbale i tuoi interlocutori…lo scopo di questo blog invece e’ quello di far confrontare le persone sullo stesso piano per cui ti trovo fuori luogo e la tua scelta di non scrivere piu’ mi sembra l’unica cosa saggia del tuo intervento

  8. @Marika78:

    “prima di giudicare, le persone facciano tanto esercizio nell’arte di ascoltare, per cercare di comprendere almeno un po’ lo stato d’animo altrui; che provino a mettere un pochino da parte il loro modo di percepire la realtà che li circonda, per sforzarsi di compendere le esperienze e le percezioni degli altri, come si sentono interiormente…”

    Ho semplicemente messo per esteso il significato del termine EMPATIA, controlla.

    @ambraFI:
    ” se il tuo invece è un semplice esercizio dialettico o filosofico….beh! allora ho già espresso la mia opinione qualche post fa, e, assurdamente, filosoficamente, ti dò quasi ragione.”

    Aristotele: “è giusto anche chiamare la filosofia scienza della verità…”

    Aristotele faceva distinzione tra filosofia pratica e quella teoretica (quella che considerate fantasia); lungi dall’essere unicamente un gioiello letterario, la filosofia pratica, ha in comune con quella teoretica il fatto di cercare la verità, la conoscenza e la causa di come stanno le cose, di un mezzo in vista dell’azione, non fantasie idealiste come volete far credere.

    sbagli nel tenere a distanza la filososia dalla realtà.
    Io vi riporto esempi di vita reale, non fantasia, fate un po’ di ricerca su internet e ve ne accorgerete, anche se non dovrebbe essere necessario, basterebbe un po’ di empatia, un pochino.

    Dove voglio arrivare?

    Se un uomo a quarant’anni vive ancora a casa dei genitori, rinunciando alla propria indipendenza e a tutto ciò che ne consegue, c’è probabilmente un motivo più profondo che va oltre l’ozio, la pigrizia, la svogliatezza, la comodità od eventuali problemi economici.

    Quanto alla soluzione dei coniugi mensionati nel post, quella di buttare fuori l’eventuale sfruttatore, ripeto:

    1) Mettere al mondo una persona non significa fargli un dono, il dono lo fai a te stessa;

    – Il termine “dono” si può riferire a qualunque cosa fatta liberamente e spontaneamente, atta a rendere l’altro più felice. Mettere al mondo una persona può anche essere considerato un atto spontaneo, nella maggior parte dei casi, ma è fatto con lo scopo di rendere se stessi felici, in quanto è chi si appresta a compiere l’atto che soddisfa un proprio desiderio, inoltre (faccio riferimento a quanto scritto da mimi ” se la vita ti fa schifo, la soluzione c’è… quella bambina a 3 anni l’ha capito, quindi…”) un dono può essere rifiutato e ciò non comporta alcun male, “rifiutare” la vita (la soluzione che suggerisce mimi) significa avere a che fare con il dolore, proprio e quello degli altri, comporta il farsi del male, essere certi di non peggiorare le cose, avere la certezza del risultato, non è proprio la stessa cosa, vedasi “dolce morte” su google.

    2) Se, dopo aver valutato o meno il contesto in cui ti appresti a mettere al mondo una persona, scegli di soddisfare il tuo bisogno di maternità, ne sei responsabile;

    3) Essendo responsabile della nascita di una persona, della sua educazione, della formazione della sua personalità, sei obbligata dal punto di vista morale (a parer mio l’obbligo dovrebbe essere soprattutto legale) a prendertene cura, se necessario anche finché la vita te lo consente.

    @katiuscia: “è un dato di fatto che è la natura umana che ci spinge a procreare e questo vale molto di più che dire che fare figli è un atto di egoismo!”

    E’ un fatto osservabile che lo scopo della natura è la continuità, infatti ci ha dotati di istinti primordiali, il desiderio sessuale, l’amore, sono lo strumento che ha la natura per perpetuare la specie, ma gli esseri umani si sono organizzati in comunità, matrici di sviluppo, dalle quali l’individuo riceve, ma soprattutto coltiva il PROPRIO senso di esistenza, la consapevolezza, i suoi valori in quella collettività, non siamo più animali che vivono d’istinto, “1850 a.C. Nel papiro di Petri sono contenute le prime notizie su preparazioni ritenute contraccettive, che dovevano essere introdotte in vagina prima del rapporto.”, per quanto mi riguarda risale al 1850 a.C. il tentantivo di dare all’umanità un senso alternativo a quello che suggerisce la natura e questo vale molto più che affermare “è la natura umana che ci spinge a procreare”.

    Dato che su questo blog si discute di argomenti “leggeri”, ed io sono troppo pesante per la vostra leggerezza, tolgo il disturbo.
    Buona serata

  9. @katiuscia 🙂
    Questo è il suggerimento che Pippo ha dato qualche post fa “…cosa suggerisco? che prima di giudicare, le persone facciano tanto esercizio nell’arte di ascoltare, per cercare di comprendere almeno un po’ lo stato d’animo altrui; che provino a mettere un pochino da parte il loro modo di percepire la realtà che li circonda, per sforzarsi di compendere le esperienze e le percezioni degli altri, come si sentono interiormente…”; a me sa tanto di filosofia da santoni 😉
    Possiamo parlarne per mesi e mesi ma non se ne uscirà mai perché l’argomento è molto interessante ma, appunto perché si presta ad interpretazioni personali, non c’è la verità assoluta.
    Nessuno qui ha ragione o torto, sono solo punti di vista.
    @Pippo: sarai mica qualche guru di qualche suola filosofica disfattista?
    …guarda che scherzo eh? E’ solo per smorzare un po’ i toni… Ciao! 😀

  10. Pippo, scusami la franchezza ma la tua risposta al mio commento è veramente ridicola. Forse mi sono spiegata male ma credimi, non ho messo al mondo una figlia per timore che il pianeta Terra potesse rimanere disabitato!. Ma è un dato di fatto che è la natura umana che ci spinge a procreare e quasto vale molto di più che dire che fare figli è un atto di egoismo! Quindi mi unisco al coro….dove vuoi arrivare? in realta cosa pensa realmente???? Una mia carissima amica, pur amando i bambini e vive praticamente pe le nipoti non ha minimamente intezione di diventare mamma in quanto non si sente adatta…ma non ha mai detto che non vuole fare figli per timore che un giorno possano rinfacciarle di averli messi al mondo senza chiedergli il permesso!. Non le ho anche mai sentito accennare all’atto di egosimo che si compie nel mettere al mondo un figlio. Scusa l’ironia ma se vuoi parlare dando la tua testimonianza sul perchè non si vuole diventare genitori bene altrimenti lascia stare

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