Dagli ultimi studi effettuati, infatti, è emerso che i bimbi già a tre mesi sono in grado di percepire le emozioni degli adulti e non solo di mamma e papà!
Questi esserini indifesi sono come dei piccolissimi “radar” umani. Percepiscono tutto e molto prima di quanto si pensasse fino ad ora.
I risultati dello studio della mente di 21 neonati addormentati suggerisce, infatti, che il loro cervello risponda in modo diverso al tipo di suono che ascoltano.
Il team ha utilizzato la risonanza magnetica per ‘fotografare’ le reazioni cerebrali di un gruppo di neonati, che reagivano ad alcune registrazioni di suoni emozionali, come una risata, un pianto, ma anche rumori di fondo, come l’acqua che scorre o dei giocattoli.
Si è visto così che una parte del cervello dei piccoli – la corteccia temporale – viene attivata nel caso delle voci umane: la stessa area che si ‘accende’ negli adulti. La regione del cervello limbico ha risposto con forza a suoni negativi o tristi, ma non distingue tra quelli neutri e quelli felici. Secondo Declan Murphy del King’s College di Londra “questa scoperta ci fa fare passi avanti fondamentali nella comprensione dello sviluppo infantile”.
“Si tratta – gli fa eco sulla Bbc online Evelyne Mercure dell’University College di Londra – di una rara dimostrazione del fatto che aree specializzate sono presenti nel cervello in una fase molto precoce dello sviluppo”.
I ricercatori britannici, autori dello studio, sperano anche che queste ricerche li aiutino a capire le differenze in questa fase dello sviluppo tra i bimbi autistici e quelli che non lo sono.