Effettivamente come dargli torto. Io ricordo i primi mesi di nido di Marco, anzi il primo anno, come un incubo. Frequentava la scuola una settimana (quando andava bene!) e poi si ammalava e quindi per almeno una-due settimane rimaneva a casa. Già dal secondo anno le cose sono decisamente migliorate e quest’anno, primo anno di materna, a parte un caso isolato di otite, non si è mai ammalato! (Non vorrei portarmi sfiga, quindi incrocio le dita!).
Quindi consiglio a tutti i genitori che l’anno prossimo manderanno i loro bimbi al nido di non abbattersi se vedranno i loro cuccioli alle prese con raffreddori, tosse e febbre già dalle prime settimane. Ma al contrario di vedere il lato positivo della cosa: stanno diventando più forti!
Infatti, secondo gli esperti della Sipps, le infezioni che colpiscono i bambini creano una risposta immunitaria persistente e duratura. Questo consente ai bimbi di risultare, in seguito, immuni e permette loro di affrontare indenni le stagioni a rischio (autunno-inverno-primavera), frequentando senza problemi la scuola dell’obbligo.
“I genitori – sottolinea Di Mauro – devono farsi una ragione del perchè i bambini si ammalano così frequentemente nei primi tempi di frequenza in una collettività infantile: l’immunità che i bambini acquisiscono li proteggerà dalle malattie nelle epoche successive. E’ come se – aggiunge – l’organismo dovesse pagare un pegno all’inizio per poi costruirsi un corredo immunitario importante e necessario per il futuro. I pediatri queste cose le conoscono e non si stancano di dirle ai genitori dei loro assistiti, ma serve ribadirle più volte, anche attraverso i media e la stampa, per far sì che la consapevolezza aumenti e risulti più accettata da tutti”.
La Società di pediatria preventiva ribadisce inoltre l’importanza di evitare la corsa ai farmaci come sistema di difesa del bambino. “Se è vero che le malattie infantili guariscono da sole, senza particolari cure, è nostro compito tranquillizzare i genitori nel non pretendere medicine per guarigioni veloci e immediate dei loro figli. Un comportamento di attesa, responsabile, legato ai consigli che inevitabilmente il pediatra darà loro, mette al riparo da un eccessivo ricorso ai farmaci, ma anche da mantenere l’attenzione giusta ai problemi di
salute del bambino”, precisa Leo Venturelli, pediatra e componente del direttivo Sipps.
Secondo gli esperti, dunque, “i bambini devono essere certamente curati, ma solo quando serve veramente, devono poi aver diritto a maggiori attenzioni da parte delle istituzioni sociali, che garantiscano loro spazi e tempi idonei a una vita in salute“, conclude Di Mauro.