Viva la Mamma

I secondogeniti alla nascita pesano di più

Come vi ho anticipato ieri, sono nate le nuove tabelle di percentili per misurare i bebè italiani.
Una ricerca ha prodotto le prime carte antropometriche neonatali su base nazionale.
Dalla fotografia della popolazione alla nascita sono emersi due dati interessanti. Il primo è che non c’è nessuna differenza tra Nord e Sud. Il secondo dato è che i secondogeniti hanno un peso maggiore del 3% rispetto ai primi figli.

Finora i percentili erano stati calcolati prendendo come modello le curve neonatali straniere, non giustificate per la popolazione italiana, e curve su dati nazionali che però sono risultate
parziali o imprecise.

L’esigenza di avere dei parametri di misurazione per i bimbi italiani omogenei, con un protocollo specifico e senza quegli errori di campionamento, di misura e di analisi presenti nelle carte oggi disponibili, ha portato allo studio condotto da Mario De Curtis della Sapienza, insieme a Enrico Bertino dell’Università di Torino, ad esperti delle università di Novara e Milano e a 34 Centri neonatali italiani. Unendo le forze sono state realizzate le nuove carte INeS (Italian Neonatal Study) disponibili ora on-line (www.inescharts.com ).

L’indagine, finanziata anche dal MIUR, è stata eseguita su 45.462 neonati, distinti per sesso e classificati in base a peso, lunghezza e circonferenza cranica a partire dalle 23 settimane di età gestazionale.

Ed ecco cosa è emerso da questa ricerca:

MASCHI PIU’ PESANTI
A 40 settimane i maschi primogeniti hanno mediamente un peso medio di 3467 grammi e le femmine primogenite hanno mediamente un peso di 3431 grammi.

SECONDOGENITI PIU’ GRANDI
Ugualmente in entrambi i sessi i nati non primogeniti hanno presentato un peso maggiore di circa il 3% rispetto ai primogeniti.

DA NORD A SUD
Non sono state osservate differenze regionali nelle misure antropometriche tra i nati del Nord e del Sud.

PRETERMINE

Rispetto al passato, è aumentata la prevalenza di neonati piccoli per l’età gestazionale tra i nati pretermine e diminuita tra i nati a termine. Il fenomeno è da mettere in
relazione alla recente pratica ostetrica di indurre il parto in caso di riscontro ecografico di una progressiva ridotta crescita intrauterina.

“Queste nuove carte sono importanti – spiega Mario De Curtis – perchè‚, oltre ad essere utilizzate in campo clinico ed epidemiologico, permettono e di identificare alcune categorie di
neonati che possono essere a rischio di sviluppare particolari condizioni patologiche nel periodo neonatale e anche a distanza”.

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