Altro che scampata. La varicella è contagiosissima, non lascia via di fuga.
La pediatra, contrariamente a quanto consigliato da Italo Farnetani, (pediatra e docente a contratto dell’Università di Milano-Bicocca), mi ha detto di evitare i bagni al bambino almeno per i primi giorni. E di tamponare le vescicole pruriginose con dell’acqua e bicarbonato. In questo modo le bolle si seccheranno prima.
Mi ha poi consigliato dell’antistaminico in gocce per alleviare il prurito e dell’antipiretico per la febbre alta. Infine del talco alla calendula. Mentre mi ha detto di evitare quello mentolato.
Ora però ho il terrore che il prossimo a trasformarsi in Pimpa sia Luca. Povero, ha solo nove mesi. E’ troppo piccolo!
Ho chiesto alla pediatra anche per il nanetto e mi ha detto che ci sono due scuole di pensiero.
La prima suggerisce di fare una cura preventiva a base di antivirale per una settimana. In modo da attutire il più possibile gli effetti della varicella.
La seconda teoria, invece, suggerisce di non fare nulla e solo dopo la comparsa delle prime vescicole iniziare subito la cura con l’antivirale.
A decidere quale scuola di pensiero seguire devono essere i genitori. Io penso di abbracciare la teoria “dell’aspettiamo e vediamo”.
Fra due-tre settimane (ossia il periodo di incubazione del virus) sapremo se anche Luca è stato “colpito e abbattuto” oppure se è riuscito a resistere alla contagiosissima varicella.
Incrocio le dita. Ma ormai non mi illudo più. Spero solo che, poiché il bambino allatta ancora, gli venga in maniera lieve!
Ohi! Ohi! Ohi!