“Beh, rispose lei, fosse possibile… anche no!”.
Ve lo ricordate questo sketch? L’ho visto infinite volte in tv e mi ha sempre fatto sorridere…
E quando ho letto questa agenzia mi è tornata in mente con una considerazione in più: la natura non ci ha accontentate, la medicina… ci sta provando.
Infatti, per aiutare le donne in travaglio a soffrire sempre meno arriva ora anche l’epidurale “fai-da-te“. Basta premere un pulsante per autodispensarsi una bella dose di anestetico, senza dover aspettare il “rabbocco” da parte del medico.
A cosa serve tutto ciò? Secondo il gruppo di studiosi del Long Beach Memorial Medical Center (California, Usa) che ha condotto la ricerca, a far assumere meno farmaco alle future mamme. In questo modo la muscolatura dalla schiena in giù rimane più vigile ed è più semplice portare a termine il parto.
Così facendo si riduce anche l’utilizzo di ventosa e forcipe, che possono rivelarsi rischiosi per i neonati.
Dall’esperimento condotto su 270 donne in travaglio è emerso che quelle che hanno potuto usufruire del dispositivo per l’auto-somministrazione hanno assunto, in media, il 30% di farmaco in meno rispetto alle donne a cui è stato somministrato secondo il metodo tradizionale.
Forse l’antica maledizione narrata nella Bibbia che accompagnò la cacciata dall’Eden di Adamo ed Eva sta perdendo forza? Speriamo! Anche perchè i dolori del parto sono così forti che non si possono raccontare. O meglio anche le descrizioni più truci non rendono a sufficienza l’idea. Solo chi ci è passato capisce!
Io ho fatto l’epidurale in entrambi i parti. Ma la prima volta mi iniettarono solo una piccola dose. Il travaglio non andava avanti per cui non mi fecero rabbocchi. L’ostetrica mi disse che avrei partorito con dolore. E così fu! E quanto dolore!! (non mi dite che poi passa e si dimentica… perchè sono passati tre anni e mezzo e ancora ho tutte le scene vive nella mia memoria!).
La seconda volta invece è andata molto molto meglio. L’anestesista mi ha fatto subito tre dosi da cavallo. Luca è nato in un batter d’occhio. Senza dolore. Un sogno!
Brutte notizie, invece, per chi sperava in un aiutino da parte dell’agopuntura. L’antico rimedio della medicina cinese non allevia i dolori durante travaglio e parto. Questa è la conclusione cui è giunta Ian MacKenzie dell’Università di Oxford dopo aver eseguito la sperimentazione su 105 donne in attesa del primo figlio.
Due donne su tre che si sono sottoposte agli aghi non hanno avvertito miglioramenti e hanno chiesto ugualmente di ricevere antidolorifici.