Tosse? No ai mucolitici nei bambini piccoli

Tosse e raffreddore, si sa, sono i malanni tipici della stagione invernale. Ma cosa possiamo fare quando ad avere il naso chiuso sono i bimbi più piccoli?
Intanto iniziamo con il dire cosa non bisogna fare: somministrare farmaci mucolitici al di sotto dei due anni di età. A consigliarlo è la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), in linea con la direttiva dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

La raccomadazione arriva  in seguito ad un’analisi condotta dall’AIFA sui dati di farmaco-vigilanza, nazionali e internazionali, che ha messo in luce numerosi casi di ostruzione respiratoria importante e di aggravamento di bronchiolite acuta nei bambini trattati con i mucolitici. Infatti, questi farmaci hanno la capacità di aumentare le secrezioni bronchiali favorendo l’eliminazione del muco; tuttavia i bambini al di sotto dei 2 anni, hanno difficoltà ad eliminare tali secrezioni in modo efficace attraverso la tosse. L’AIFA ha quindi adottato un provvedimento restrittivo, condiviso dalla SIPPS, per vietare l’uso dei mucolitici, per via orale e rettale, nei bambini al di sotto dei 2 anni di età.
 
Ma come deve comportarsi un genitore in caso di tosse del bambino?
I pediatri SIPPS raccomandano alcune semplici misure non farmacologiche in grado di dar sollievo al bambino: pulizia nasale con soluzione fisiologica, idratazione, ventilazione della camera, umidificazione dell’aria, eliminazione del fumo dall’ambiente domestico.
“La tosse è un sintomo di cui è importante identificare la causa prima di instaurare una terapia”, sottolinea il Dottor Venturelli, pediatra e componente del direttivo SIPPS, “a parte alcuni casi gravi, la tosse non è da considerarsi come una malattia in sè, ma come un riflesso indispensabile per la difesa dell’organismo

4 risposte a “Tosse? No ai mucolitici nei bambini piccoli

  1. 1) Se un imprenditore agroalimentare si sveglia una mattina e decide di produrre uno SCIROPPO PEDIATRICO PER LA TOSSE DEI BAMBINI, basta che invii un’autocertificazione al Ministero della Salute?
    2) Poi può produrre lo sciroppo per la tosse nei locali dove generalmente prepara, lavora o trasforma i suoi prodotti agroalimentari?
    3) E commercializzare lo sciroppo per la tosse come “dispositivo medico CE”?
    4) a – scansando le relative verifiche dell’AIFA (agenzia del farmaco) sulla correttezza delle modalità di produzione (il farmaco da banco non può scansarle); b – non essendo così assoggettato alla sorveglianza di un organismo notificato (come lo sono invece i dispositivi medici di classe IIa, IIb e III); c – eludendo la normativa europea relativa ai medicinali vegetali tradizionali?
    5) E questo “dispositivo medico CE” se prescritto dal dottore ha diritto pure alla detrazione del 19%?
    Secondo me qualcosa non funziona! Ritengo che uno sciroppo per la tosse (specie pediatrico) NON agisca per EFFETTO BARRIERA / MECCANICO e quindi non possa definirsi “dispositivo medico”.

  2. Anche il ns.pediatra mi ha dato un antistaminico da somministrargli quando inizia ad avere il raffreddore per evitare che peggiori…però mi ha annache avvertito che non sempre funziona.
    Sinceramente imbottirlo di farmaci non mi va… anche perchè in quasi due anni ha già preso più antibiotici lui che io in 32 anni! povero! Preferisco tenerlo al caldo e aspettare che guarisca.
    La pulizia del nasino con la fisiologica è una vera “lotta all’ultimo sangue” e, non nascondo, che spesso desisto e non gliela faccio!

  3. Io ho sempre cercato di dare meno medicine possibili al bambino…certo che dramma i lavaggi nasali con l’acqua fisiologica quando era piccolo piccolo!!!! Vere tragedie!

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