Mamme e lavoro: i figli fanno da ostacolo …
ma solo nei primi due anni di vita


In Italia meno di una donna su due ha un posto lavoro, ma secondo Bankitalia questo dato non dipende dall’essere madri. Al contrario, secondo Palazzo Koch, e questa è una grande novità, anche in Italia si possono fare bambini senza problemi e senza rischiare di abbandonare l’ufficio. Ma c’è una prova del fuoco da superare: i primi due anni del piccolo. In questo frangente infatti si riducono le possibilità di avere un impiego. Dopo i 24 mesi, invece, avere un figlio può fare addirittura da sprone.
Sempre dalle analisi di Via Nazionale, c’è un altro dato importante, anzi importantissimo, che emerge: le mamme, per essere tali, spesso pagano un prezzo carissimo che è la carriera.
Insomma la maternità, pur non essendo un ostacolo all’occupazione, incide sulla qualità e rimane un fardello per chi aspira ad una crescita professionale.
Così le donne che decidono di procreare, indipendentemente dal titolo di studio, spesso sono costrette a rinunciare non solo alla tanto agognata carriera, ma anche alla posizione economica. Il gentil sesso, infatti, a partità di mansione guadagna meno!

La ricerca è stata condotta da due economiste della Banca d’Italia, Concetta Rondinelli e Roberta Zizza, che hanno sostanzialmente ribaltato la comune concezione secondo cui l’essere mamma danneggia la donna al lavoro.
Dalla ricerca, che si basa sull’Indagine dei bilanci delle famiglie della Banca d’Italia (2008), risulta che, a parte i primi due anni durante i quali i figli hanno un impatto negativo sull’impiego nel lungo periodo ( e i due anni si moltiplicano per il numero di figli!), le difficoltà svaniscono e gli effetti della maternità, “diventano positivi (staticamente azzerati)”. Insomma, con il tempo “la presenza di bambini sembra avere per le madri un leggero effetto di spinta verso il mercato del lavoro”.

Che dire: una ventata di ottimismo all’inizio della settimana fa sempre bene!
Quindi non demoralizziamoci mamme, si tratta di tenere duro 24 mesi per ogni figlio, e poi la strada è in discesa… più o meno!

24 risposte a “Mamme e lavoro: i figli fanno da ostacolo …
ma solo nei primi due anni di vita

  1. Sono arrivata tardi, ma ci tengo a dire a Michi, che le sue sono sante parole! Patrizia tieni duro, vedrai che tutto si aggiusterà. Ovviamente sono in disaccordo con Alberto, forse dovresti essere un pò più umile! Inutile fare statistiche se poi il nostro governo non fa niente per aiutarci!!!!!!!!!!!

  2. Ciao Mari,
    purtroppo il mondo del lavoro in Italia non è a tutela dei lavoratori nè tantomeno delle donne. Io ho subito un trattamento analogo al tuo, ma ancora prima di rimanere incinta (solo per il fatto di aver comunicato di sposarmi) sono stata trasferita in un’altra città!!! si hai capito bene e tutto questo senza avere nessun rimborso spese o avanzamenti di grado!! Poi sono rimasta incinta e sono rimasta a casa quasi subito per un problema simile al tuo!! Ovviamente il mio risentimento è stato altissimo considerato il fatto che ho dato all’azienda sempre senza riserve!!
    Ovviamente tutto quello che sta succedendo in questo momento storico nel nostro Paese non è certo da sottovalutare, soprattutto data l’importanza del lavoro in Italia (ricordiamo l’art 1 della Costituzione), mi riferisco naturalmente al caso di grandi aziende che, sotto ricatto, costringono i lavoratori ad accettare tutte le condizioni. Per le donne purtroppo tutto questo è accentuato, ma mi chiedo come uno Stato che possa dirsi civile possa fare della maternità un problema, un difetto, un handicap invece di controllare le aziende che indiscriminatamente fanno il bello e cattivo tempo!
    Credo che, oltre a controllare l’assenteismo nelle aziende, lo Stato dovrebbe controllare le attività delle aziende stesse che mettono a repentaglio la dignità delle donne e soprattutto mettono a rischio le nascite (quelle delle coppie italiane diminuiscono ogni anno). Qual’è quindi il senso del lavoro, della produzione, dell’innovazione senza le nuove generazioni?? Certo non può essere il singolo imprenditore a pensarci ma lo Stato sì, credo che sia doveroso prendersi carico di questi problemi perchè le donne, il loro lavoro e il loro ruolo di madri è un valore imprescindibile per ogni Paese del mondo!!

  3. carriera lavorativa???? ho lavorato 10 anni in uno studio commerciale, sono stata a suo dire (ovviamente del mio ex datore di lavoro) il suo braccio destro, praticamente facevo tutto (e non voglio sembrare vanitosa!!) con orari che lasciavano pochissimo spazio alla vita sociale, per non parlare nel periodo delle dichiarazioni dei redditi!!!! Ogni volta che mi serviva un permesso avevo mal di stomaco già da una settimana prima perchè per lui il lavoro doveva essere al primo posto….poi io e mio marito abbiamo deciso di sposarci e sono cominciati i problemi. Il mio datore di lavoro mi ha fatto una scenata perchè secondo lui per decidere la data del mio matrimonio (decisa in funzione dello studio in un periodo + o – \"morto) avremmo dovuto fare un BRIEFING DI STUDIO…e va bè ho fatto finta di non aver capito…poi comunico di essere in attesa e il mio ginecologo al 5° mese mi dice di stare a casa a riposo: contrazioni in largo anticipo!. Comincio a lavorare da casa fino al giorno del parto…dopo mi sono sentita dire che la mia gravidanza a rischio era fasulla allora ho deciso di lasciare e dedicarmi a mia figlia e…il mio datore di lavoro mi ha detto “MI SONO LIBERATO DI UN PROBLEMA!”. mi chiedo: ma questa indagine dove è stata fatta???????

  4. Per Alberto……
    parlando in questo modo dai l’impressione di ritenere tua moglie una super mamma- lavoratrice perfetta e le altre donne delle inette disorganizzate.
    La mia situazione è molto diversa da quella sfortunata di alcune nostre amiche,sono mamma di una bimba bellissima di quasi tre anni,mio marito è un padre molto presente e un marito attentissimo alle nostre esigenze, ho un bel lavoro, un datore di lavoro eccezionale e molto vicino alle problematiche femminili, ma non per questo devo ritenermi più organizzata delle altre. Come tua moglie sono semplicemente più fortunata e probabilmente molto meno forte di tutte quelle donne che devono cercare di mantenersi il lavoro con le unghie e con i denti.

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