Lo studio è stato condotto su un gruppo di scimmie femmine macaco Rhesus che hanno l’apparato riproduttivo del tutto simile a quello delle donne. E il risultato, se qualcuna volesse proprio proprio approfondire l’argomento, è stato pubblicato su Human Reproduction.
Ora, l’unica cosa che mi consola è che non siamo delle scimmie (anche se in qualche periodo dell’anno in cui mi curo di meno… mi si potrebbe confondere!) e quindi… magari… gli effetti su di noi potrebbero essere diversi.
Effettivamente, non per screditare i luminari dell’Oregon (non ne ho i titoli), dall’esperienza che ho avuto quelle piccole pastiglie quotidiane non solo mi hanno fatto lievitare, ma mi hanno anche ricoperta di uno strato di gommapiuma ondulata (mi fa troppo male chiamarla cellulite!). Quando ho interrotto la pillola, invece, mi sono “sgonfiata”. Mi è rimasta, quella sì, la “ciccia vera”, ma sto lavorando per ridurla!
Comunque, per onore di cronaca, vi riporto altri dettagli dello studio. I ricercatori hanno diviso le scimmie in due gruppi in base al loro peso corporeo – alcune infatti risultavano normopeso, altre obese – e dopo averne misurato massa grassa e la massa magra, hanno monitorato il cibo da loro consumato e le attività svolte.
Alla fine dello studio è emerso, nonostante le scimmie in otto mesi abbiano svolto sempre le stesse attività e non abbiano fatto registrare alcuna modifica nel consumo di cibo, che il peso di quelle normopeso è rimasto stabile, mentre le scimmie obese avevano perso l’8,5% di peso e il 12% di grasso corporeo: diminuzioni che, scrivono i ricercatori, dipenderebbero dall’aumento del metabolismo basale attivato dalla pillola.