Aggiungo poi che a tenermi in piedi non è stata la “movida”, ma il pianto dirotto del mio bambino, ancora una volta super raffreddato. Sigh!
Ciononostante ho chiamato a raccolta i pochi neuroni che mi sono rimasti svegli ed eccomi qua a sottoporvi una notizia che mi ha letteralmente scioccata: le aule scolastiche italiane sono addirittura più inquinate delle strade.
Incredibile, ma vero. Le analisi e i sopralluoghi effettuati nelle scuole hanno dimostrato che traffico, fermate di autobus e altre fonti fanno salire i valori delle polveri sottili (PM10) che, entrando nelle aule, raggiungono concentrazioni anche superiori agli 80 ug/m” (per strada la soglia è di 40 ug/m”). Non solo, un ulteriore contributo interno alle polveri arriva anche dall’uso del gesso per la lavagna che continua ad essere usato in tutte le scuole.
A tutto questo si aggiungono le sostanze rilasciate dai mobili, dalle vernici e dai prodotti per la pulizia, l’umidità, la cattiva ventilazione e il caldo.
Il risultato? Un cocktail di tutto rispetto che fa aumentare i fattori allergeni come acari, muffe e pollini. E così in Italia, degli oltre mille bambini intervistati (13 scuole e 6 diverse Regioni), quasi il 30% soffre di rinite allergica e il 20% tossisce frequentemente, spesso anche la notte (14%).
E’ quanto emerso dal convegno romano “Qualità dell’aria nelle scuole: un dovere di tutti, un diritto dei bambini”, organizzato dal Ministero dell’Ambiente, FEDERASMA Onlus (la Federazione delle Associazioni Italiane di sostegno ai malati asmatici e allergici) e l’ISPRA.
Per me è stupefacente, soprattutto perché è nelle scuole che i bambini trascorrono gran parte del loro tempo. E io che mi preoccupavo del traffico per strada!
A questo punto mi chiedo: l’aria in casa come sarà?