Ora, sempre sullo stesso tema, è arrivata una notizia che mi ha lasciato l’amaro in bocca: in Italia le famiglie con un solo pargolo hanno superato quelle con due o più figli. I nuclei formati da papà, mamma e un solo bambino sono il 46,5%. Quelli con due figli il 43%. Mentre quelli con tre o più figli il 10,5%. Insomma nel Belpaese trionfa la famiglia cortissima.
Questa è la foto scattata dall’Istat. Ma rispecchia veramente la nostra volontà? Siamo noi giovani coppie a volere un solo pargolo oppure è questa società che in qualche modo ci condiziona, con i mille problemi e ostacoli da superare, fino a convincerci che un figlio solo sia sufficiente? Insomma i figli reali sono quelli che veramente abbiamo desiderato?
Io, personalmente, ho sempre desiderato una famiglia numerosa. Mi vedevo con tre o magari più figli. Perché per me i figli portano ricchezza, allegria, umanità, capacità di condividere le cose, belle o brutte che siano. Una casa piena di bimbi è una casa viva. Ho voluto fortemente il secondo bambino. E devo dire che le difficoltà non sono raddoppiate, ma quintuplicate! Non parlo sono di costi vivi (babysitter per due, asili per due, vestiti per due, ecc), ma anche di difficoltà oggettive a stare dietro a tutto e tutti. Quindi il mio percorso di mamma, ahimè, credo che si fermerà al secondo. E mi reputo fortunata.
Dai commenti che sono arrivati agli altri post e da quel che sento parlando con le amiche, con le altre mamme e colleghe, l’idea che mi sono fatta è che non siamo pienamente libere di avere i figli che vorremmo.
Ho amici che hanno aspettato oltre i 35 anni per avere il primo figlio e poi il secondo, pur desiderandolo, non è più arrivato.
Ho altri amici che non sono riusciti neppure ad avere il primo, nonostante il ricorso a cure varie.
E ho altri amici che vorrebbero il secondo, ma si trattengono per paura di non riuscire sostenerli come la società richiede, dandogli non solo ciò di cui hanno bisogno, ma anche il di più.
Altri che si limitano perché non possono contare su stipendi tali da pagare rette di nido privati, babysitter, ecc.
Poi ci sono altre amiche che devono fare i conti con le pressioni sul lavoro, arrivate già dopo il primo figlio. Alcune sono state “demansionate”, altre addirittura “mobbizzate”.
E infine ci sono le vostre testimonianze, tante che ripercorrono tutte queste tappe.
Lo so. E’ un pensiero che porta lontano, che apre a mille altre discussioni.
Ma la conclusione, almeno mi pare, è una sola: stiamo creando una generazione di bambini senza fratelli!
Niente panico però, visto che, studi alla mano, saranno più felici di quelli con fratelli ;O)