La vita in un battito d’ali

Lunedì 30 marzo 2020

Quello appena trascorso è stato un weekend davvero triste.

Un weekend che mi ha portato a fare tante riflessioni profonde e a chiedermi “perché”. Perché accadono certe cose? Ma non ho ricevuto risposte, perché non ce ne sono.

Era sabato sera. Eravamo tutti e quattro spalmati sul divano a vedere la Tv.
Ad un certo punto sento vibrare il cellulare. Un messaggio WhatsApp: “Ragazze, non so se lo avete già saputo, ma con infinita tristezza vi dico che è venuta a mancare la maestra della materna dei nostri bimbi”.
Lo rileggo. Lo rileggo. Lo rileggo mille volte. E poi rispondo, nella vana speranza che si sia sbagliata: “Sicura che sia lei?”

Sono bastati pochi secondi per avere la conferma. Era proprio lei, la super maestra della scuola materna di Luca e di centinaia e centinaia di altri bimbi che hanno avuto la fortuna di averla come insegnante.
Una donna energica, meravigliosa, solare, sempre con il sorriso, sempre pronta ad accogliere i bambini a braccia aperte. LEI era la gioia di vivere fatta persona.

Lei, però, non era solo un super maestra, ma anche una MAMMA. Una di quelle premurose, dolci, ma nello stesso tempo anche un po’ severa. Adorava i suoi figli e il viso le si illuminava tutte le volte che parlava di loro.

Il pensiero è andato immediatamente al “corona virus”.

Allora ho chiesto: “E’ stato il quel maledetto virus a portarcela via?”

No. Non è stato il Corona Virus. Almeno in maniera diretta. Ma forse, ed è un mio pensiero, in maniera indiretta sì.

Diciamocela tutta: “Chi, se non è proprio un caso gravissimo, chiama l’ambulanza per andare in ospedale?”

A parte le ore di attesa prima che arrivi qualcuno, si ha paura di andare perché si ha paura del contagio.

E allora si resiste, si rimanda, si spera che passi.

Il mal di pancia, il mal di spalla, il mal di testa, un doloretto al cuore… passerà.

Ma a volte passa, anzi nella maggior parte dei casi passa. Altre volte no.

E succedono queste cose terribili.

Ma come si può morire così giovane? Senza un preavviso, da un momento all’altro come un battito d’ali.

Aveva ancora una vita davanti, mille progetti, mille idee.
E i figli? Come faranno a colmare questo vuoto cosmico che ha lasciato? Hanno ancora tanto bisogno di lei!

La tristezza si è impossessata di me.

Non riesco a pensare ad altro. La cosa certa è che oggi ci siamo, domani forse. Anzi, in questo momento ci siamo, più tardi chissà.

Lo so. In questo momento state pensando: “Capita, non è la prima, non sarà l’ultima”.

Ma quando accade a qualcuno che conosci, che è giovane e forte, un concentrato di vitalità, di buonumore e gioia, allora vi assicuro che la morte non vi sembra poi così lontana.

E tante domande si presentano davanti agli occhi e scorrono come su un videowall: “E se accadesse a me?” Quante cose ancora non ho fatto, quante cose ancora non ho detto. Quante esperienze ancora vorrei fare con i miei figli.
E poi, ne vale la pena incavolarsi, prendersela per ogni cosa che non va, che non è giusta?
Quante energie sprechiamo invece di concentrarci sulle cose che sono veramente importanti?….

Ogni volta che qualcosa irrompe in maniera violenta nella nostra quotidianità, che ci schiaffeggia e ci scuote, ci offre l’occasione di fare profonde riflessioni e in quei momenti abbondiamo di buoni propositi.

Ma quando poi torniamo a combattere con le piccole difficoltà di tutti i giorni, ecco che i buoni propositi vanno a farsi benedire e noi torniamo ad essere quelli di sempre.

Stavolta lo schiaffo in faccia l’ho sentito. E sono ancora tramortita.

Avrei voluto dare un ultimo saluto alla nostra maestra. Partecipale al suo funerale. Ma il Corona Virus ci ha portato via anche quello, la possibilità di unirci nel dolore.

E allora non mi rimane che dire: “Fai buon viaggio maestra Ilaria e quando sarai lassù organizza la più grande festa dei Remigini che tu abbia organizzato.
Per la musica? Usa pure quella che hai scelto per la festa dei Remigini di Luca:

“Buon viaggio
Che sia un’andata o un ritorno
Che sia una vita o solo un giorno
Che sia per sempre o un secondo
L’incanto sarà godersi un po’ la strada…”

Fu un successone!

3 risposte a “La vita in un battito d’ali

  1. Buongiorno mi unisco e partecipo al dolore al vuoto alle ansie e preoccupazioni legate alla perdita e a questo momento storico tragico.
    So cosa significa aver perso qualcuno di giovane che poteva godersi la vita il nipote e le sue montagne…
    Il mio papà….
    Anche se sono andati fisicamente nei nostri Cuori vivono e vivranno x sempre.
    Un abbraccio Elisa

  2. Buonasera.
    Cara Sig.ra Maria,
    credo che la morte sia per tutti noi un fatto inacettabile, ma allo stesso tempo, per molti la morte è la porta alla vita. Le sono vicino, perchè perdere una persona cara è una sofferenza che nessuno di noi dovrebbe provare. Morire per il COVID-19 o per una patologia in corso, cambia poco. In meno di un mese, ho perso otto persone con cui ho passato buona parte della mia gioventù e sono distrutto sia moralmente che psicologicamente. Perchè accadono certe cose ? è una domanda che mi sono posto anch’io e la risposta, non mi è ancora pervenuta. Per i credenti è il castigo di Dio e visto che nella bibbia c’è scritto che siamo su questa terra per soffrire, mi chiedo quando arriverà il giorno che ce ne staremo tranquilli in santa pace. Ho 62 anni e l’ultima volta che ho pianto è stato nel lontano 2006, il giorno che morì mio padre. Ascoltando i TG e guardando certe immagini in questi giorni, non riesco a trattenere le lacrime. La vita fa schifo, ma dobbiamo accettarla per quello che è. A tal proposito, vorrei
    farle leggere una poesia scritta da un grande personaggio, che con la morte, si è misurato molto spesso.

    C’è il sacro terrore della morte, ma la morte è un fatto naturale. Credo che la morte sia un amica dell’uomo, perchè mette fine a quel grande dolore che è la vita.
    Jim Morrison

    Le auguro la buona notte.
    Cordialmente.

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