All’asilo senza traumi

bambini20asiloL’inserimento alla scuola dell’infanzia rappresenta sempre una fase delicata per la famiglia, in particolare per la mamma e per il piccolo. Subito, o dopo qualche giorno, infatti, molti bambini, anche quelli di solito estroversi e allegri, mostrano di non gradire la novità. Risultato? Singhiozzi che si tramutano in interminabili crisi di pianto o in urla disperate. Come se non bastasse, può accadere che mamma e papà si ritrovano i piccoli aggrappati alle gambe e, in un crescendo di “angoscia”, non sappiano più come comportarsi. Comunque vada, il legame di attaccamento genitore-bambino viene messo duramente alla prova.

Allora che fare?
Ne parliamo con la psicologa Francesca Santarelli, ecco cosa ci consiglia:

“La separazione è dura per entrambi: per la mamma spesso è vissuta come uno “strappo al cuore” e per il bimbo determina tanti sentimenti contrapposti. Oltre alla tristezza, può avvertire un sentimento di ingiustizia perché non riesce a spiegarsi il motivo di questo abbandono.
Il periodo critico può durare anche un mese, soprattutto se il bimbo è più grandicello e, comunque, mai meno di due settimane. Anche se alcuni bambini sembrano sereni, non bisogna mai abbassare la guardia perché i problemi possono arrivare in un secondo momento: è la crisi da frustrazione del distacco che, però, di solito dura poco. Una crisi di pianto forte è normale nel momento dell’allontanamento e in tutti i periodi di interruzione della frequenza scolastica, per esempio, al rientro all’asilo dopo una malattia o una vacanza. Mamma e papà devono mostrare determinazione e fermezza senza cedere.

Se, infatti, si concede al bambino di stare a casa una volta o per qualche giorno, si innesca un meccanismo difficile da ricomporre. È come se gli si dimostrasse di essere caduti nella “trappola del ricatto”. I bambini cercano sicurezze: sono i genitori che devono contenere le loro paure. Spesso, soprattutto le mamme, convivono con il senso di colpa, perché devono lasciare i bambini all’asilo per tornare a lavorare o perché pensano di prendersi qualche spazio anziché occuparsi di lui tutto il giorno. Questa sensazione però, se percepia dal bambino, alimenta e conferma la paura di abbandono. In realtà, il distacco per andare all’asilo rientra un percorso verso l’autonomia di entrambe le parti. Senza contare che se la mamma sta bene, sta meglio anche il bambino. Ecco qualche trucco utile per voi mamme: – scegliere insieme al bambino il gioco preferito da portare con sé: è un po’ come se portasse un pezzetto di casa all’asilo. Il giocattolo divento un oggetto di transizione e di accompagnamento e avrà così il potere di tranquillizzarlo. – non smettere di abbracciare e coccolare il bimbo. Attraverso il contatto fisico lo si aiuta a superare l’ansia da distacco. Serve anche alla mamma, perché così le sarà meno difficile lasciare il piccolo in mani altrui. – procedere in modo graduale nel far vivere al bimbo l’esperienza dell’asilo, senza avere fretta. In questo modo diventa tutto più soft, sia per la madre che per il bambino. – salutare sempre il bambino prima di uscire dalla classe, in modo che si abitui gradualmente al fatto che la mamma va via, però poi ritorna a prenderlo. E’ sbagliato invece andarsene di nascosto. – è preferibile che, almeno la prima settimana, chi porta il bambino all’asilo sia lo stesso che lo va a riprendere. – non sostare troppo in classe dopo aver affidato il bambino alle educatrici e non tornare indietro perché questo potrebbe provocare una nuova crisi. – evitare altri cambiamenti importanti nella vita del bambino durante il periodo dell’inserimento. – se il piccolo di casa frequenta il nido, meglio accompagnare prima lui e poi andare all’asilo con il fratello eventualmente più grande. Questa attenzione fa sentire importanti e considerati i fratelli maggiori in un momento tanto delicato della loro crescita. Se invece, il piccolo rimane a casa, sarebbe meglio farsi aiutare dai nonni o dalla baby-sitter per tenere il nuovo arrivato e dedicare del tempo esclusivo al bambino che affronta l’inserimento. In ultimo non dobbiamo dimenticare che è importante che si instauri un clima di fiducia e rispetto tra genitori ed educatrici, affinché il bambino percepisca positivamente queste ultime. I genitori con un bambino particolarmente avverso all’asilo, avranno maggiormente bisogno del supporto delle insegnanti. Il modo migliore per raggiungere l’armonia reciproca è confrontarsi. L’inserimento serve proprio per dare modo agli educatori di occuparsi al meglio del piccolo. Occorre dare loro il tempo di capire e di

conoscere ogni singolo bambino e creare, a piccoli passi, un rapporto basato sulle empatia. Non si tratta di un processo automatico, sono necessari almeno 15 giorni di assestamento. quindi, armiamoci di santa pazienza e, soprattutto, facciamoci sempre un sincero esame di coscienza per ammettere a se stesse se la vera fatica appartiene a nostro figlio o a noi stesse”.

 

Copertina-Mamme-No-Panic

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Francesca Santarelli è in libreria con il libro “Mamme No Panic”, scritto a quattro mani con Giuliana Arena

 

2 risposte a “All’asilo senza traumi

  1. SONO UNA MAMMA ANGOSCIATA IL MIO SECONDO FIGLIO CHE HA 18 MESI PIANGE TUTTE LE MATTINE AL NIDO è QUASI DUE SETTIMANE I( PRIMI GIORNI NON PIANGEVA) E IO MI SENTO TANTO INCOLPA NON Sò COME COMPORTARMI .HO PROVATO DI TUTTO ANCHE L’INSERIMENTO CON LA NONNA VISTO CHE CON ME PIANGE IN CONTINUAZIONE SOLO CON IL BABBO NON PIANGE MA LUI DEVE ANDARE A LAVORARE
    COSA DEVO FARE ?

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