Figli e bullismo, la psicologa: ecco come aiutare i nostri figli

Female Student Being Bullied By Classmates

Entrare in camera della figlia, vedere la finestra aperta e capire che qualcosa di grave è successo.
Povera mamma. Poveri genitori. Povera figlia.
Mi si gela il sangue solo a pensarlo.
E poi trovare il biglietto: “Ora sarete contenti”.
Non si può. Perdere una figlia per bullismo. Niente di più assurdo!
Per fortuna la ragazzina di Pordenone ora sta meglio. E’ fuori pericolo.

Ma quanti bambini e ragazzini soffrono in silenzio prima di compiere questi gesti folli?

E noi genitori come possiamo aiutarli?
Di questo parliamo oggi con la nostra psicologa Francesca Santarelli.

Ecco cosa ci consiglia:

“Credo che la notizia della ragazzina di 12 anni di Pordenone, che si getta dal balcone lasciando ai suoi compagni di classe il biglietto con scritto: “Ora sarete contenti”, ha fatto venire i brividi a tutti i genitori in ascolto, me compresa.
E ancora una volta, si torna a parlare e riparlare del bullismo, fenomeno ormai smascherato e di cui si discute in tutte le lingue.
Chi ha figli che frequentano scuole, oratori o centri sportivi, non possono che temere di questa realtà cosi tristemente diffusa ai tempi di oggi.
Sono tanti gli aspetti che andrebbero trattati a tal proposito, ma oggi voglio focalizzarmi su chi sono le vittime dei bulli, forse proprio in seguito alla notizia citata sopra.

Le vittime sono, per lo più, soggetti sensibili e calmi, anche se al contempo sono ansiosi ed insicuri. Se attaccati, reagiscono chiudendosi in se stessi o, se si tratta di bambini piccoli, piangendo. Talvolta soffrono anche di scarsa autostima ed hanno un’opinione negativa di sé e della propria situazione.
Le vittime sono caratterizzate da un modello reattivo ansioso o sottomesso, associato, soprattutto se maschi, ad una debolezza fisica, modello che viene rinforzato negativamente dalle conseguenze dei comportamenti sopraffattori. Tali conseguenze sono sempre a svantaggio della vittima perché non possiede le abilità per affrontare la situazione o, se le possiede, le padroneggia in maniera inefficace.

Solitamente le vittime vivono a scuola una condizione di solitudine, di isolamento e di abbandono. Manifestano particolari preoccupazioni riguardo al proprio corpo: hanno paura di farsi male, sono incapaci nelle attività di gioco o sportive, sono abitualmente non aggressivi e non prendono in giro i compagni, ma hanno difficoltà ad affermare se stessi nel gruppo dei coetanei. Il rendimento scolastico è di vario tipo e tende a peggiorare nella scuola media. Queste caratteristiche sono tipiche delle vittime definite passive o sottomesse, che segnalano agli altri l’insicurezza, l’incapacità, l’impossibilità o difficoltà di reagire di fronte agli insulti ricevuti; così le ripetute aggressioni non fanno altro che peggiorare questo quadro di incertezza sulle proprie capacità.

La strategia migliore per combattere il bullismo, nelle scuole e online, è la prevenzione, alla base della quale c’è la promozione di un clima emotivo, sociale e culturale in grado di scoraggiare sul nascere i comportamenti di prevaricazione, prepotenza e denuncia.

Contro il bullismo si dovrebbero attivare sia la scuola che la famiglia: è importante che genitori e insegnanti comunichino tra loro, e si metta in atto un intervento condiviso e coerente. Se un genitore ha il sospetto che il proprio figlio sia vittima o autore di episodi di bullismo a scuola, la prima cosa da fare è parlare e confrontarsi con gli insegnanti. Viceversa, se è un insegnante ad accorgersi di atti di bullismo, dovrebbe individuare insieme ai genitori una strategia condivisa per porre fine alle prevaricazioni

Cosa dire allora ai nostri figli per insegnar loro ad affrontare e gestire una situazione di bullismo?

Tre regole semplici e chiare:

1) Cercare la compagnia
I bulli sono sostanzialmente dei ragazzi molto insicuri che cercano di affermarsi sottomettendo gli altri. se si fa  un po’ di attenzione, noterete che i bulli cercano sempre di attaccare solo alcuni specifici ragazzi – i più deboli o i più sensibili – e soprattutto nei momenti in cui sono soli. Cercate quindi di evitare tutte le situazioni in cui ci si  puo trovare a tu per tu con uno di loro, e fate in modo di essere sempre a portata di raggio visivo di qualche amico, professore o adulto.


2. Parlane con gli adulti
Confidare a qualcuno che sei la vittima di un bullo non significa fare la spia, ma cercare di risolvere una situazione che impedisce a te, e a molti altri ragazzi, di vivere tranquillamente. Sicuramente anche tu sai di poter contare su qualche adulto; che sia un professore, un tuo genitore, il counselor della scuola o un bidello la questione non cambia: parlarne con qualcuno sarà il primo passo per risolvere il problema.

3. Non rispondere alle provocazioni
Quando un bullo ti provoca, la cosa migliore che tu possa fare è ignorarlo e allontanarti, in modo tale da non fornirgli alcuna scusa per mettere in atto le sue intenzioni. Se invece cerca di obbligarti a fare qualcosa che non vuoi fare, non sottometterti e digli chiaro e tondo che non farai mai quello che ti ha chiesto, quindi cerca di avvicinarti a qualcuno che possa eventualmente intervenire in tuo aiuto: un compagno di classe, un passante, un professore”.

 

Copertina-Mamme-No-Panic

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Francesca Santarelli è in libreria con il libro “Mamme No Panic”, scritto a quattro mani con Giuliana Arena.

 

 

 

 

17 risposte a “Figli e bullismo, la psicologa: ecco come aiutare i nostri figli

  1. Sapete quale strumento ho trovato come l’arma migliore? Ero, e sono, mediamente più grosso e fisicamente più robusto del 90% dei miei coetanei eppure la mia indole pacifica non mi permetteva di alzare le mani. Una cosa mi ha aiutato tantissimo, l’autoironia. Si quando ho imparato, dapprima per finta, a ridere degli stessi difetti per cui venivo preso in giro non ho più dato appiglio ai miei aguzzini. Si per me è stato un percorso di autoconsapevolezza, lungo 6 anni, ma aiutati si può fare molto più in fretta….
    Ridere di sé stessi comporta un gran lavoro interiore, ma dal momento in cui ho capito la forza di questo strumento sono passato da vittima a artefice della mia vita, non potevano più colpirmi potevano solo passare per i fessi che prendevano in giro una persona  consapevole dei propri difetti e che non si faceva deridere, ma faceva ridere gli altri.
    Il percorso è stato lungo, doloroso e non senza baratri non attraversati per semplice fortuna o attaccamento alla vita, però da quel momento in poi la vita è cambiata completamente.
    Forse come genitori dovremmo concentrare i nostri sforzi sul far capire ai nostri figli che i difetti che hanno non sono cose brutte, ma sono le caratteristiche che li fanno belli. Non sto dicendo che è facile, anzi… sono solo parole dette in libertà alcune di queste pensate come riflessione a questo articolo e sicuramente non approfondite. Non credo che il bullismo si sconfigga col bullismo, anche se sono consapevole che a volte la fisica è più utile della filosofia, come diceva il mio professore di  storia. Certo è che per non saper né leggere né scrivere mio figlio già da 2 anni fa Karate e dal prossimo lo farà anche mia figlia, è  un’arte in cui si insegna che il combattimento è l’ultima opzione possibile, ma che nel malaugurato caso in cui ciò fosse inevitabile devi averne gli strumenti.

    Ripeto parole dette in libertà e forse anche un pochino confuse…

    W.

  2. Wol : pienamente concorde su tutto il tuo pensiero, mi spaice x quello che hai passato e che dio ci assista speriamo non capiti ai nostri figli, ma soprattutto spero di capire per tempo nel caso ci fosse qualcosa che non va.
    sui tiranni a tre anni avrei un capitolo da scrivere.. e li è solo ed esclusivamente colpa dei genitori.

  3. @Wol: grazie davvero per le tue riflessioni….immagino la tua brutta esperienza e quanto ne farai tesoro con tuo figlio.
    Nella seconda parte dai dei consigli davvero importanti che condivido in pieno

  4. @Wol: mi è piaciuto tantissimo il tuo commento e lo condivido in pieno. Oramai anche a 3 anni si ha a che fare con tiranni ed è una cosa bruttissima. D’accordissimo sull’osservare. E’sempre stata una mia paura quella di non capire. Quando ci è successo noi abbiamo capito che qualcosa la turbava ma aihmè altri hanno fatto finta di con comprendere. E’ questa la cosa amara.
    Hai ragione quando dici che non possiamo esserci sempre e devono cavarsela da soli. Per questo dico che bisogna dare gli strumenti x reagire e difendersi…purtroppo andando anche contro natura. Io x esempio non l’ho cambiata di scuola, se non alla fine della primaria (cambiando comprensivo). Non mi reputo una masochista solo che ho voluto fare in modo che questa brutta storia la fortificasse. Non so se ho fatto bene o male, so solo che fa male e tanto in qualunque caso. Fa male se si resta, fa male se si va xkè è una sconfitta. Di tutti. Mi spiace che ti sia successo in prima persona e ti auguro davvero che a tuo figlio non succeda. Auguri.

  5. Da piccolo fino alla seconda superiore sono stato vittima di bullismo e ormai qualche “annetto” è passato, ora però ho un figlio che si appresta ad entrare nel mondo della scuola, l’anno prossimo entrerà nella primaria, ma già quest’anno alla scuola d’infanzia abbiamo avuto qualche dubbio già espresso con l’insegnante e trovata qualche conferma che ci ha stupito notevolmente a questa età.

    Mio figlio è un ragazzo timido ma estroverso al contempo, pieno di fantasia, a volte ci vuole anche un bel pò di pazienza per stargli dietro, un intelligenza spiccata, ma ovviamente immatura. L’abbiamo sempre spronato a seguire quelle indicazioni che anche la dottoressa propone, però non credo siano sufficienti per eliminare il pericolo…

    L’anno prossimo ci sarà la scuola, ma due cose sono sicuro essere necessarie la prima si chiama ascolto e la seconda osservazione. Uno dei problemi di noi genitori è che siamo troppo presi per ascoltare ed osservare i nostri figli, loro alla fine cercano il modo di dirci che stanno male, siamo noi spesso che fatichiamo a comprenderli perché non li ascoltiamo e non li osserviamo. i bambini cambiano e cambiano ancora di più quando entrano nell’adolescenza ma, a mio modesto modo di vedere, i segnali ci sono sempre. Non possiamo certo proteggerli quando sono affidati ad altri o se la devono cavare da soli in alcune situazioni, ma ritengo che ascoltare e osservare i propri figli sia essenziale molto più di qualche anno fa.

    Non possiamo sempre tenere lontano i bulli dai nostri figli, ma dobbiamo (perché è nostro compito farlo) capire che c’è qualcosa che non va. E non capirlo è una delle mie più grandi paure, perché quando è capitato a me nessuno lo ha capito.

    Un appunto a quei genitori che pensano che dire un no sia rendere infelici i propri figli, sono le assenze di no che fanno crescere schiere di bulli e bulletti. Guardare negli occhi bambini senza regole pronti a 3 anni a fare male lanciando quello che hanno in mano ti fa capire che realmente dire NO spesso rende i propri figli più felici e persone adulte migliori.

    Grazie per l’attenzione.

    W.

  6. la vergogna più grande è ke ora non si fa ke parlare di bullismo … e poi appena uno tenta di parlare con insegnanti o preside nessuno ascolta….e come dice cricri: tutti sanno ma fanno finta di non sapere….

    in questo caso sono perfettamente d’accordo col papà di @ginger

  7. INAUDITO è unico commento che mi viene da pensare, la scuola e questi deficenti di genitori che parano le chiappe a sti imbeccilli di bulli che fanno esattamente quello descritto da Cricri.
    La difesa? in alcuni casi purtroppo menare ( tanto visto che apssi tu dalla parte del torto almeno il torto c’è !) oppure cambiare scuola per riavere un figlio sereno, non lo trovo giusto e comincio a pensare che come dice mio padre anni fa ( mio papà ha 77 anni) una bella sacldata di culo metteva tutto a posto.
    Cri mi unisco a Silvia nell’abbracciarti forte e soprattutto abbraciare forte la tua piccola che ha dovuto subire tutto cio ingiustamente.

  8. @CriCri: un’ultima cosa….secondo me i bulli non hanno classe sociale…ce ne sono di ragazzi disadattati come di ragazzi di famiglie bene….in comune hanno genitori incapaci di svolgere quel ruolo….ovviamente me la prendo piu’ con quelli di famiglie “bene” perche’ avrebbero appunto gli strumenti culturali per evitare queste situazioni….

  9. @CriCri: grazie di aver riaperto per noi questa ferita e condiviso la tua durissima esperienza….spero che possa autare tanti genitori disperati che stanno vivendo le stesse situazioni e si trovano a sbattere contro muri.
    Anche il figlio di una mia amica ha vissuto questa esperienza, era in terza media per fortuna ha cambiato scuola alla fine dell’anno, era stato completamente isolato, gli avevano fatto terra bruciata intorno ed era continuamente deriso e umiliato (ci ha rimediato anche la lussazione di una spalla). Motivi? Come per tua figlia nessuno…(ammesso che esista un motivo per umiliare una persona)….ragazzo normalissimo non particolarmente brillante a scuola , non particolarmente brutto o bello, socievole nella media…insomma un ragazzo qualsiasi preso di mira soprattutto da quelli che considerava suoi “amici”. La mamma come te ha fatto di tutto, attraverso la scuola ed anche privatamente coi genitori interessati….tutti hanno minimizzato, addirittura la prof di italiano ha detto in classe “ti fai difendere dalla mamma…” cosa inaudita!!!
    Solo il cambio di scuola lo ha salvato…ora fa il secondo superiore, e’ bravo a scuola, ha tanti amici ed e’ tornato il ragazzo sorridente di prima….ma si sembra assurdo che per risolvere la questione occorra cambiare scuola perche’ nessuno vuole esporsi oppure bisogna chiedere ai ragazzi di snaturarsi e diventare dei violenti e aggressivi cosa che non sono, pur di difendersi…
    Questo tema mi colpisce molto….ci penso e mi viene rabbia e tristezza inseime, penso a chi l’ha vissuta e la vive come puo’ stare….tanta tanta solidarieta’

  10. Cara Maria ti ringrazio per aver trattato nuovamente questo tema a me tanto caro.
    Cerco di essere quanto più lucida possibile e cerco di non offendere nessuno…no non ci posso riuscire. Pur avendo moltissimo rispetto per la dssa e pur ringraziandola per il suo costante e prezioso aiuto e contributo al blog mi viene da dire solo una cosa. E’ fortunata a non aver avuto mai un figlio vittima di bullismo.
    Cosa dire ai figli x aiutarli?
    1) Consiglio quanto più stupido (Maria perdonami) si possa dare tipico, di chi non ci è passato. Può anche essere che di nascosto si facciano azioni x colpire la vittima (tipo strappare libri e quaderni, tipo rubare il materiale ecc.) ma in linea di massima questi episodi solitamente avvengono davanti a tutti x umiliare “lo sfigato di turno” sapendo bene che questo non è in grado (x indole) di reagire e sapendo bene che nessuno interverrà. Tra i tanti ci sono gli sgambetti in modo da far cadere il poveraccio davanti a tutti generando risate di tutti senza che NESSUNO intervenga adulti e ragazzi. Sapete perchè? perchè…so ragazzi…durante la ricreazione è normale. So ragazzi…durante le ore di lezione è normale inciampare negli zaini…
    2) Ahahahahaha che ridere. Quando hai davanti un muro (insegnanti e preside) con chi cavolo parli? Se chi ti dovrebbe tutelare sminuisce come cavolo si fa? Quando chi è preposto a sorvegliare a sua volta ha paura della reazione dei genitori di questi idioti, perchè è così sono, come cavolo si fa? Ricordiamoci che solitamente sono figli di insospettabili. Di famiglie “bene”. Ma sai non sia mai che venisse una denuncia all’istituto…Come cavolo si fa? Si fa che devi insegnare a tua figlia a MENARE se vuole salvare la pellaccia.
    3) Ignorare un bullo certo un po’ aiuta è innegabile ma fa si che DAVANTI A TUTTI lo sfigato di turno venga deriso, venga preso a parolacce venga tacciato di essere codardo.
    Ora quando ho sentito la notizia, mi sono uscite le lacrime ed anche adesso che scrivo (di getto ovviamente e senza rileggere) tremo come una foglia, dicevo quando ho sentito la notizia e sentito che la scuola e gli insegnanti sono caduti dal pero…beh mi è montata una rabbia che nessuno può immaginare. Anzi solo chi ci è passato può capire. La scuola sa ma finta di non sapere.
    Maria e dssa Vi chiedo scusa per i miei toni forti ma purtroppo la lucidità e l’educazione in queste occasioni passa in secondo piano.
    Io sono convinta di una cosa. Finchè ci sarà sudditanza psicologica verso persone “acculturate” (non fatemi dire chi) e verso i loro figli, questo schifo non avrà fine. Mai.
    I bulli vengono da famiglie disastrate solo in rarissimi casi. nella maggiorparte sono figli di “famiglie perbene e rispettabili”.
    Solidarietà piena a questa famiglia incompresa.
    Scusate tutti.

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