Il ruolo del papà nella depressione post partum

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Che cosa succede in una famiglia e in una coppia quando, insieme al nuovo nato, entra anche la DPP (depressione post partum)?
Quali sono le paure, i vissuti e le aspettative di chi si confronta con questa malattia dell’anima?
E come regge la coppia lo scontro con questa “ladra di gioia” di un momento tanto bello come la nascita di un figlio?

Un argomento difficile e delicato da affrontare, domande complesse alle quali solo una persona esperta e qualificata può dare una risposta.
Ecco perché noi le abbiamo fatte alla dottoressa Francesca Santarelli, la nostra psicologa amica.
Questi i suoi consigli:

“Sono domande che mi sono posta molte volte, ancora prima di diventare mamma personalmente, e che mi sono ritrovata a risentire in modo più forte dentro di me, con la nascita del mio primo figlio.

Ecco perché, nello scrivere il mio primo libro (“Mamma, no panic!”) non potevo certo tralasciare di parlare di un argomento tanto delicato su cui però, cadono ancora tanti, troppi tabu e pregiudizi.

Santarelli2014_piccolaAnche in queste situazioni, quando se ne parla, ci si concentra sempre e solo sul vissuto della donna, tralasciando un po’ sempre in disparte le dinamiche e le emozioni che vive l’uomo. Ecco perche non voglio parlarvi di cos’è e come si riconosce la DPP (argomento già da me trattato e di cui riparlerò prossimamente), ma voglio concentrarmi sul problema guardandolo anche da un’altra prospettiva questa volta, piu pratica, piu maschile se vogliamo.

Anche per i padri, come in tutte le situazioni, finche non ci si passa in prima persona non si può comprendere a fondo cosa si prova e come ci si sentirebbe in una situazione come questa e, spesso proprio gli uomini, sono i primi ad affermare che “certo che me ne accorgerei subito e che farei di tutto per aiutare la mia compagna”!

Invece poi, quando l’immaginazione diventa realtà, spesso ci si trova di fronte a papà che, nella maggior parte dei casi sono gli ultimi a rendersi conto della reale condizione depressiva della neo mamma e, di fronte alla stanchezza, a la nervosismo, alla mancata di interessi della propria compagna (ben presenti, anche se transitori), invece di sentirsi motivati e responsabilizzati, in qualche modo cercano una via di fuga dalle parte domestiche.

Insomma, la figura paterna entra profondamente in crisi e, troppo spesso agli occhi della società, rimane un po’ sullo sfondo.

Ma la “colpa” non è solo dei papà.

Intorno alla coppia neo genitoriale, infatti, spesso fioccano dichiarazioni di disponibilità e buona volta che però poi non si trasformano in alcun tipo di sostegno, ne pratico né affettivo. E questo vale sia per i familiari che per gli amici più cari che, il più delle volte, alle parole non fanno seguire un aiuto concreto.

Questo non causa certo la depressione, ma ne aumenta il peso per entrambi i membri della coppia.

Infatti, anche se si parla sempre della tristezza della neo mamma nella DPP, bisogna anche dire che neanche i papà stanno benissimo… e il senso di colpa per non aver saputo evitare la insorgere del disturbo, la paura di non essere in grado di aiutare la compagna, la solitudine di cui sopra non bastassero, ci si mette talvolta anche il senso di inadeguatezza di fronte alla nuova famiglia.

La nascita di un figlio è una fase delicatissima anche nella vita di un uomo che può sentirsi escluso dallo stretto rapporto tra mamma e bambino, impacciato nell’accudirlo, ma anche del tutto impreparato di fronte al nuovo carico e al cambio di vita che questo comporta, con la trasformazione radicale dei tempi e delle priorità. Un mix potenzialmente esplosivo che, se si innesta su una fragilità di fondo persistente (il lavoro va male, la coppia scricchiola, cc…), può deflagrare in una vera e propria depressione anche per lui.

Ma anche senza arrivare a questi estremi, è significativo che la parola più usata dai compagni delle donne con diagnosi di DPP, sia stata “tristezza”. Tristezza per lei, ma anche per se stessi.

Ansia, incapacità di provare piacere, senso di inadeguatezza… chi è diventato genitore da poco o chi ha una memoria ancora vivida dei primi momenti del post partum, sa bene di cosa parlo.

Ma accanto a questi sintomi, vuoi anche solo per una questione di intensità e di tempi che si prolungano, a caratterizzare la DDP sono anche alcuni sintomi accessori che spesso passano ancora piu inosservati quali quelli legati all’appetito, alla difficoltà di concentrazione e, soprattutto, al sonno.

Buona parte dei problemi dopo il parto è correlata proprio all’insonnia, che fa emergere delle condizioni che possono innescare la depressione.

La donna, per sua natura, è piu sensibile a questo genere di disturbi: per questo noi psicologi insistiamo che sia il piu possibile tutelato il riposo della neo mamma e che si l’uomo, che ha invece una maggiore capacità di tollerare la mancanza di sonno, ad alzarsi la notte per rispondere al pianto del bebè.

Apriti cielo! Lui deve andare a lavorare!!! C’è una rete di protezione fatta di false convinzioni, di priorità sbagliate, dure a morire. Che non crolla neppure di fronte all’evidenza che l’aiuto vero, il contributo determinante da parte di papà, potrebbe anche essere solo quello.

Qualche notte in bianco, e magari qualche giorno di lavoro perso, non valgono la serenità familiare?

Per fortuna però, da questa esperienza di sofferenza, molte coppie mi raccontano di esserne usciti rafforzati. Molte volte sono gli stessi uomini che mi dicono che si sono accorti di come il rapporto di coppia si sia rafforzato e che loro stessi si sono sentito più forti e padri migliori. Il gioco di squadra paga…sempre!”

 

 

 

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Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Francesca Santarelli è in libreria con il libro “Mamme No Panic”, scritto a quattro mani con Giuliana Arena.

 

6 risposte a “Il ruolo del papà nella depressione post partum

  1. Buonasera.
    @ Silvia Fede.
    Cara sig.ra, la ringrazio di cuore. E’ stata gentilissima nel riconoscere che anche noi uomini potremmo cadere in depressione, dopo la nascita di un figlio. Molte donne che ho ascoltato dopo la mia vicenda, mi hanno detto che noi ne siamo esenti. Le porto un esempio che la farà ridere. Mia cognata a nove figli, ormai quasi tutti grandi. Suo marito era caduto in depressione perchè voleva il decimo. In pratica una squadra di calcio. Un abbraccio.
    Cordialmente.

  2. @Marco: buonasera Marco, infatti il mio commento e il suo si completano….lei ha portato un’esperienza in cui il ruolo dell’uomo e’ stato incisivo ed io la mia con un comportamento diverso.
    Credo che entrambi possiamo essere di aiuto a chi sta vivendo queste difficolta’…spesso ci si vergogna anche solo ad ammetterlo a se stessi, credo che leggere che altri ci sono passati e ne sono usciti possa dare una piccola mano….
    E concordo sulla frase superficiale anche gli uomini possono rpovare lo stesso senso di solitudine
    cari saluti e a presto

  3. Buongiorno.
    @ SilviaFede
    Cara sig.ra, non posso che condividere il suo commento. Come ho dichiarato nel mio, le cause che portano una donna a soffrire per il dopo parto, sono molte. Ribadisco che essendo un maschietto, non posso capire i problemi che colpiscono una donna in questo determinato caso. Ho portato ad esempio il mio caso, per un semplice motivo. Noi uomini spesso siamo i maggiori responsabili, di questa condizione (non è certamente il caso di suo marito) e volevo solo precisarlo. Molti di questi, hanno avuto gli attributi di confessarmelo. Se mi permette, vorrei precisare una cosa. Anche gli uomini, spesso vanno in depressione dopo che le compagne partoriscono. “Dai è un periodo passerà”. Vale anche per noi uomini ? un caro saluto.
    Cordialmente.

  4. Io non ho sofferto di depressione però mi è venuta dopo a sopportare il mio marito!! aahhaahhahaahah
    scherzi a parte non so Marco se onestamente sia stata tutta colpa tua, forse era già inconscia la depressione e diciamo che il tuo atteggiamento nn ha aiutato molto, grazie al cielo però sia x te che x Silvia ve ne siete accorti o chi vi stava intorno si è accorto e la situazione si è risolta.
    nel nostro caso è stato il contrario presissima dal bambino e con zero aiuto da parte sua ( ansioso da morire preoccupato anche solo se faceva due ruttinia nziche tre) per forza mi sono allontanata io e la nostra liberazione è stato il mio tornare in uffiico, mi sono sentita rinata come donna e come madre ( vabbè poi sono subentrati i soliti 1.500 sensi di colpa..) e tante sue ansie le vivevo allegramente mandandolo ( ancora adesso !) spesso a cagare.

  5. @Marco: io ho avuto accanto un uomo che non mi abandonato per un attimo dal momento in cui e’ nato nostro figlio e si e’ preso cura sin da subito di lui e di me, ma ho sofferto comunque di depressione.
    Per mia esperienza la depressione e’ una malattia mentale, per fortuna la magiggr parte delle volte e’ uno stato temporaneo, indipendente dalla tua volonta’ e da cio’ che ti circonda…il tuo corpo esprime un disagio, che si manifesta con pianto, tristezza, ansia, tachicardia, pessimismo cosmico….indipendentemente da cio’ che la tua mente pensa razionalemnte.
    Mi spiego meglio, pur non avendo nessun motivo apparente, perche’ tutto cio’ che desideri e’ li’ con te, non riesci a fare a meno di piangere e di essere triste e di voler scappare o meglio sparire….la sensazione e’ terribile, ti senti allo stesso tempo impotente (la mente non controlla il corpo) e in colpa per provare quelle sensazioni…
    Comunque quando io e mio marito ripensiamo a quel periodo lo ricordiamo come il piu’ brutto in assoluto per la nostra famiglia….unico aspetto positivo ci siamo ritrovati piu’ uniti di prima una volta passato l’uragano
    Spesso le persone accanto che cercano di tirarti su (in buonafede) fanno peggio perche’ minimizzando con frasi tipo “dai e’ un periodo passera” ti fanno sentire ancora piu’ sola e in colpa…
    Il ruolo del padre e del compagno per me e’ quello di continuare a dare una mano nelle cose pratiche e avere pazienza, tanta pazienza nel rispettare i tempi e gli stati d’animo negativi della compagna…altro non serve, ovviamente nei casi piu’ gravi c’e’ bisogno dell’intervento medico per fortuna non e’ stato il mio caso.

  6. Buonasera.
    Il ruolo del padre, nella depressione post-partum è fondamentale. Molto spesso, la colpa è esclusivamente dell’uomo. Il
    primo fattore fondamentale è l’amore e le attenzioni che lo stesso padre dedica al nuovo arrivato, tralasciando quelle sono le attenzioni verso la compagna. E’ successo anche a me, all’arrivo del secondo figlio. Vedevo solo il piccolo, senza curarmi minimamente dei bisogni della mia compagna e di mia figlia. Tutto questo per mesi interi. Mia moglie ovviamente ne ha risentito e mia figlia, non mi guardava nemmeno più, togliendomi addirittura il saluto. Il mio egoismo o la gelosia verso il piccolo, mi avevano completamente accecato. L’unica attenuante che mi sono giocato a mio favore è il fatto che sono diventato padre per la seconda volta, alla soglia dei cinquantanni. Questo ha provocato in me, una sorta di amore viscerale, nei confronti di mio figlio. La mia ottusità era talmente visibile, che non mi sono nemmeno accorto che mia moglie, stava inevitabilmente cadendo in depressione. Purtroppo, la cosa è durata per molti mesi. Devo ringraziare l’intervento di mio cognato medico, che notando un radicale cambiamento di sua sorella è prontamente accorso in aiuto della stessa. La cosa veramente incredibile è il fatto che non riuscissi a vedere al di la, di quella bestiolina che giornalmente mi coccolavo. Tutto il mio interesse era rivolto esclusivamente a lui. Grazie ai consigli di una vecchia amica, ho capito che stavo percorrendo la strada sbagliata e grazie a lei, mi sono rinsavito. Credo che sia stato per la mia famiglia, uno dei più brutti periodi mai passati. Passato il tutto, parlando con un mio conoscente, ho scoperto che la stessa cosa era successa a lui. Nonostante sua moglie fosse molto più giovane della mia, la depressione che ha passato dopo il parto è andata avanti per circa due anni. Non mi soffermo a spigarne le conseguenze. E’ anche vero, che la causa della depressione post-partum, non sia imputabile solo a casi del genere. Sono un uomo e non posso sapere cosa passa nella testa di una donna, dopo aver partorito. Ma una cosa l’ho imparata a mie spese. La donna che da alla luce un figlio, deve avere accanto un uomo che sappia capire i suoi bisogni e abbia l’intelligenza di valutare quando stare con il piccolo e quando con la propria compagna. La gioia di avere un figlio è immensa e insostituibile. Ma la moglie è quella persona che ti starà accanto fino alla morte. Farla cadere in depressione è un atteggiamento irresponsabile. Per quello che ho fatto, non ne vado certamente fiero. Buona serata.
    Cordialmente.

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